SALDI ESTIVI: CALA L’INTERESSE PER GLI ACQUISTI A PREZZI SCONTATI
Negozi affollati nei primi giorni ma niente ressa per i saldi. E’ partita il 15 luglio la stagione delle svendite estive ma l’umore e i pareri dei commercianti sono già ben comprensibili anche se contrastanti. Dall’indagine telefonica effettuata dagli uffici provinciali della Confcommercio emerge un quadro differenziato sulle vendite di fine stagione. Per alcuni operatori del settore abbigliamento e calzature la crisi economica da un lato, che riduce la capacità d’acquisto della clientela, e la possibilità dall’altro di comperare a prezzi vantaggiosi in tante realtà commerciali quali gli outlet o gli spacci aziendali nel corso dell’anno, hanno fatto perdere ai saldi gran parte del loro “appeal”. Altri negozianti ritengono invece la formula ancora vincente e a sostegno dei buoni affari fanno leva sulla serietà delle proposte in saldo, attuate anche con politiche di sconto differenziate per prodotto e nel caso di merce disassortita. Dai commercianti intervistati dall’Associazione di via Faccio emerge comunque l’immagine di un cliente ha le idee chiare anche e soprattutto durante il periodo dei saldi: è più attento alla qualità e punta preferibilmente al capo di marca e firmato, e quanto agli sconti, non aspetta gli ultimi giorni ma cerca da subito chi può offrire il massimo delle opportunità favorevoli d’acquisto. Quanto agli articoli più richiesti è difficile stilare una graduatoria: in periodo di saldi- riferiscono i negozianti- non si va alla ricerca di capi particolari o articoli di “tendenza”. Il cliente acquista quello che aveva già osservato nelle settimane precedenti, va alla ricerca dell’affare e difficilmente acquista fondi di magazzino. Interessante notare è poi l’atteggiamento verso gli acquisti che varia molto in base all’età ed il sesso del cliente: i giovani sono più curiosi, seguono le mode del momento, sono interessati a magliette e jeans di tendenza mentre le donne spesso approfittano dei ribassi per acquisti di capi firmati difficilmente avvicinabili in stagione. L’attuale fase di stagnazione economica che incide sull’andamento dei consumi, sta condizionando anche la politica di approvvigionamento dei negozi: gli operatori intervistati dalla Confcommercio dichiarano che la gestione delle giacenze è cambiata nel corso degli ultimi anni. Oggi si tende ad avere un magazzino meno fornito pur salvaguardando un assortimento adeguato, grazie anche alla possibilità di rifornirsi con maggior frequenza dai cosiddetti “prontisti”, mentre rimane sempre difficile il rapporto con le grandi firme che costringono ad acquisti anticipati, aumentando il rischio di invenduto nel caso la collezione non sia di gradimento alla clientela. Qualche perplessità infine sull’attuale formula dei saldi: nel Veneto quest’anno sono partiti il 15 luglio e da più parti si richiede un revisione o addirittura la completa liberalizzazione dei saldi. “ Ci sono varie posizioni sul tappeto- fanno sapere dal Consiglio regionale di Federmoda della Confcommercio- che vanno dalla piena liberalizzazione fino alla regolamentazione più puntuale dell’attuale normativa, con eventuali modifiche della date d’inizio e fine di queste vendite. Il problema è delle regole: se ci sono devono essere rispettate pienamente, sia dai commercianti che dai Comuni ai quali spetta l’obbligo del controllo sul territorio e l’applicazione delle eventuali sanzioni in caso di inadempienze da parte degli esercenti”.