giovedì 24 novembre 2005
BUONI PASTO: FIPE-CONFCOMMERCIO VINCE LA BATTAGLIA
La dura battaglia condotta dalla Fipe-Confcommercio per ottenere una regolamentazione normativa nella “giungla” dei buoni pasto ha dato finalmente il risultato sperato. Nelle scorse settimane è stato infatti firmato un decreto del Presidente del Consiglio (di cui si attende l’imminente pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale), che disciplina un settore fino a ieri caratterizzato da una deregulation che andava a tutto danno degli utilizzatori e di chi i buoni pasto li ritira, vale a dire ristoranti, bar e gastronomie.
E grande è la soddisfazione anche della Fipe-Confcommercio di Vicenza, tra le realtà più attive in questa lotta contro le commissioni esose (anche del 9%) chieste agli esercenti dalle società emettitrici, contro i lunghissimi tempi di pagamento e per una maggiore trasparenza delle convenzioni. Una battaglia che a Vicenza si è concretizzata anche con i cartelli attraverso i quali molti operatori della provincia avvisavano i clienti di non poter più accettare buoni pasto di alcune società a causa delle alte commissioni applicate.
Ora tutto questo dovrebbe far parte dell’album dei ricordi, perché il decreto recentemente promulgato ha vietato le aste on line per l’aggiudicazione degli appalti del servizio sostitutivo di mensa e soprattutto ha modificato i criteri di vincita delle gare, che non sarà più quello del massimo ribasso. Alcune società emettitrici, infatti, applicavano sconti considerevoli per aggiudicarsi l’appalto, rivalendosi poi sui pubblici esercizi attraverso la richiesta di commissioni altissime. Ora, invece, il DPCM prevede che il prezzo abbia un peso, sulle gare, al massimo del 40%, mentre assumono importanza elementi come ad esempio i tempi e le modalità di rimborso dei buoni agli esercenti e la solvibilità delle emettitrici.
“E’ una buona regolamentazione che fissa i paletti essenziali entro i quali il mercato deve muoversi – è il commento di Andrea Gallo, direttore della Confcommercio di Vicenza - Con queste nuove regole la commissione a carico degli esercenti dovrebbe diminuire fin da subito per i nuovi appalti ed entro un anno per quelli in essere. E’ fondamentale però una costante vigilanza, ed in questo senso chiediamo agli operatori di valutare bene, eventualmente anche con il supporto della nostra associazione, prima di firmare le convenzioni che prossimamente saranno proposte dalle aziende emettitrici”.
Convenzioni che, comunque, devono esplicitamente indicare, così come previsto dalla normativa, la durata del contratto (se indeterminata, deve indicare il termine di preavviso per eventuali variazioni o disdette); le clausole di utilizzabilità (scadenza, validità, limiti di utilizzo ecc.); lo sconto incondizionato (vale a dire la commissione). Non solo: la norma stabilisce in non meno di 6 mesi dalla scadenza del buono il termine ultimo di fatturazione e, aspetto questo particolarmente sentito dagli operatori, fissa un massimo di 45 giorni per il saldo delle fatture, pena il pagamento degli interessi legali.
“I primi risultati delle nostre battaglie e di questa nuova impostazione si stanno già vedendo – aggiunge Lorenzo Rizzi, presidente della Fipe-Confcommercio di Vicenza, che rappresenta in provincia circa 2.500 pubblici esercizi –. La gara Consip 2005 valevole per tutte le pubbliche amministrazioni ha visto, per il Veneto, l’aggiudicazione da parte di una società emettitrice che ha fissato nel 3,47% la commissione massima per i ristoratori. Un bel passo avanti, se pensiamo che nella gara precedente, del 2003, la commissione era schizzata al 9%. Si tratta di un ottimo segnale: il mercato sta finalmente tornando entro i limiti accettabili del buon senso e questo, alla fine, si trasferirà in termini positivi anche e soprattutto ai clienti finali, vale a dire agli utilizzatori del buono pasto”.