SI SOLO AI VERI AGRITURISMI, GLI ALTRI VANNO SMASCHERATI
Nr. 02 del 31/01/2005
Nessuna discriminazione verso il settore dell’agriturismo ma una richiesta di controlli per il rispetto delle regole. E’ questo il senso dell’azione intrapresa dalla Fipe-Confcommercio di Vicenza nei confronti di un comparto che genera, a causa di comportamenti scorretti da parte di alcuni operatori, situazioni di concorrenza sleale. L’iniziativa, partita dal Comitato Fipe del Triveneto, mira a monitorare le situazioni che creano un danno ai “ tradizionali” ristoranti, trattorie, alberghi, che devono invece attenersi a regole ben precise in materia fiscale, previdenziale e di sicurezza alimentare, con tutti i costi relativi. Regole che invece gli agriturismi non devono rispettare. “Riceviamo spesso lamentele da colleghi che manifestano un forte disagio verso queste aziende- interviene Lorenzo Rizzi, presidente dell’Associazione provinciale pubblici esercizi della Confcommercio di Vicenza- ma riteniamo, per non “sparare nel mucchio”, che sia necessaria una denuncia circostanziata. Chiediamo a tutti collaborazione e segnalazioni chiare e documentate”. In tema di attività agricole che somministrano cibi e bevande non sempre vengono rispettate, infatti, le disposizioni e i limiti stabiliti dalla legge regionale n. 9 del 1997 e del successivo regolamento di attuazione.
Il regolamento regionale in materia di attività agrituristiche stabilisce, ad esempio, che il titolare delle stesse debba essere un imprenditore agricolo, singolo o associato, in possesso di una specifica autorizzazione comunale; che nell’azienda agrituristica vengano somministrati pasti e bevande utilizzando cibi ottenuti da produzioni proprie, opportunamente trasformate dall’azienda stessa o dall’esterno, tenendo conto della gastronomia rurale tradizionale. E ancora: che gli ingredienti per la preparazione dei cibi provengano dall’azienda agricola nelle seguenti percentuali in termini di valore: sessanta per cento annuo, per gli agriturismi situati in zone di pianura e collina, venticinque per cento per quelli situati in zona montana, e che i prodotti non provenienti dall’azienda, da altri produttori agricoli o associati a cooperative agricole di trasformazione e vendita prodotti non superino il quindici per cento, sempre in termini di valore, del totale delle materie prime utilizzate.
Quanto ai giorni di apertura dell’agriturismo, per la sola ristorazione il regolamento stabilisce un periodo massimo di centosessanta o duecentodieci giorni, rispettivamente in presenza di ottanta o sessanta posti a sedere. Tale periodo è in ogni caso frazionabile a discrezione dell’imprenditore agrituristico nell’arco dell’anno e della settimana.
Nella nostra realtà provinciale, che conta oltre 180 agriturismi, si assiste talvolta, secondo la Fipe, ad esperienze di chi utilizza questo tipo di attività quale accesso al mercato della ristorazione, avendo però oramai perso ogni legame con l’attività agricola. Tale fenomeno genera non poco malcontento nella categoria degli operatori delle “tradizionali” attività turistico- ricettive, che concordano nel ritenere il settore dell’agriturismo, in alcuni casi, una fonte di concorrenza sleale. “Ci sono realtà - chiarisce il presidente dell’Associazione provinciale pubblici esercizi della provincia di Vicenza, Lorenzo Rizzi - che hanno perso talvolta le caratteristiche originarie di attività collaterale a quella agricola. Tra le maglie fin troppo elastiche delle leggi vigenti sono così proliferate imprese che hanno solo il nome di agriturismi, ma, di fatto, svolgono attività di ristorazione. La ragione è molto semplice: il fisco ha un occhio di riguardo per il comparto (il settore dell’agriturismo non è assoggettato ai parametri fiscali degli studi di settore) e particolari agevolazioni sono previste anche nel campo contributivo, della sicurezza del lavoro e di quella alimentare”.
“Non siamo certo contrari all’agriturismo - riprende Ernesto Boschiero, vicedirettore provinciale dell’Ascom e segretario della categoria dei Pubblici Esercizi -, solo crediamo sia importante che l’attività di somministrazione di alimenti e bevande sia veramente un aspetto collaterale dell’azienda agricola, in cui regole e limiti siano rispettati, senza prescindere dagli obblighi verso la salute pubblica che ogni forma di somministrazione di cibo e bevande deve avere. Solo in questo modo, ripristinando le debite regole di leale concorrenza tra imprese e di massima trasparenza nei confronti del consumatore, si darà credibilità e valore al settore dell’agriturismo, che indubbiamente può contribuire allo sviluppo economico e turistico del territorio”.
Proprio per fare chiarezza sulla regolarità o meno di alcune attività agrituristiche, anche su richiesta della Confcommercio di Vicenza, gli ispettori di vigilanza preposti al controllo, su incarico dell’Amministrazione provinciale, hanno effettuato nel corso dell’anno scorso numerose verifiche, che hanno permesso di riscontrare alcune violazioni alle norme che regolano lo svolgimento delle attività agrituristiche. In particolare, sono stati rilevati casi di posti a sedere eccedenti da quanto definito nel Piano aziendale e omissioni nella tabella indicante i piatti tipici. Per consentire però una corretta segnalazione ai competenti organi di controllo - questo l’invito della Fipe-Confcommercio - è opportuna una circostanziata denuncia delle violazioni e del mancato rispetto della normativa relativamente a posti a sedere, provenienza dei prodotti o giorni massimi di apertura. I consiglieri e delegati della Fipe Confcommercio provinciale sono già stati sensibilizzati sull’argomento, ma anche i singoli operatori possono farsi “parte diligente” collaborando nella segnalazione di evidenti casi di abusivismo. “Invitiamo pertanto -conclude Rizzi- chi è a conoscenza di attività di agriturismo non in regola, a segnalare all’ufficio provinciale della Fipe-Confcommercio (Tel. 0444 964300) il nome dell’azienda, il tipo di violazione e quando è avvenuta, per dare modo all’Associazione di provvedere a segnalare i casi circostanziati di abusivismo agli organi competenti al controllo”.
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