BLOCCO DEL TRAFFICO, IL DANNO E LA BEFFA
Nr. 03 del 14/02/2005
Solo danni e nient’altro. Ai commercianti, dopo la rabbia, resta l’amaro in bocca. Il forzato blocco della circolazione è costato molto e non è servito a nulla. Non sono solo danni a parole. Il “bollettino di guerra” rivela solo perdite sul campo. I negozi sono andati a picco. Le dimostrano le cifre. Qualche esempio eloquente. L’abbigliamento ha perso incassi dal 50 all’80 per cento. Bar e ristoranti hanno visto dimezzate le entrate, la gastronomia ha avuto il 20 per cento in meno, i panifici il 15. I distributori di carburante non hanno neppure aperto, dove era possibile hanno attivato il self-service. E basta. Insomma migliaia di euro andati in fumo. Zone più colpite ovviamente il centro città ma anche le aree intermedie fra la periferia e il centro, diventate ancora di più, come dire, “terra di nessuno”, autentico deserto, in cui i negozi non hanno visto ombra di cliente pur dovendo continuare a tenere aperto il registro uscite per le spese di gestione e del personale. Tutti penalizzati, cioè, ma ancora più coloro che esercitano la propria attività fra le mura duecentesche e il perimetro dell’area vietata alle auto, lontano dal circuito del centrobus e dalle fermate di linea, e raggiungibili, quindi, solo a piedi o in bicicletta. La gente ha rinunciato a priori. Ed è stata davvero una Caporetto per centinaia di esercizi, specie di vicinato, che hanno bisogno come l’aria del passaggio della gente per realizzare degli utili. Solo, come si diceva, bocconi amari e inutili. Nel senso, che come l’Ascom aveva sempre sostenuto nella battaglia combattuta in trincea assieme all’Associazione Artigiani, il blocco non ha sortito alcun effetto. I pm 10 sono diminuiti ma non in modo determinante, anzi Vicenza ha conquistato il triste primato di città italiana con maggior durata, come giornate consecutive, di polveri inquinanti, l’aria non è tornata pulita, e tutto è rimasto come prima. Il danno, dunque, e anche le beffe. Le quattro giornate di chiusura alle auto hanno avuto solo un effetto-paralisi, tanto è vero che, a un certo punto, i commercianti rassegnati, la domenica, malgrado la possibilità offerta dal Comune di tenere aperti i battenti, hanno optato per la chiusura, mentre il lunedì hanno rispettato il normale riposo settimanale. “Del resto già venerdì - spiega il presidente dei commercianti Ascom della città Luciano Pozzan - il calo delle vendite era apparso più che chiaro, ma sabato le cose sono precipitate, tutte le zone interessate dal blocco hanno registrato picchi accentuati e in qualche caso addirittura clamorosi, ancora più negativi di quanto si potesse presagire”.
Black-out dei motori, dunque, bocciato senza appello. Nessun miglioramento ambientale, ma solo una pesante ricaduta su negozianti ed esercenti. Resta, praticamente dimostrato, dinanzi a quello che il Comune ha proclamato come esperimento a livello nazionale, che lo stop alle auto è solo un palliativo, che i responsabili dell’inquinamento che avvolge Vicenza in una coltre velenosa sono altri fattori, in primis le emissioni degli impianti di riscaldamento, i fumi industriali, la circolazione di mezzi pubblici vetusti o il ristagno di residui inquinanti sulle strade, in una situazione climatica, persistente umidità e carenza di piogge, che certamente non agevola. Ed è qui - insiste Pozzan - che bisogna intervenire con programmi precisi e mirati, lasciando da parte esperimenti estemporanei che hanno confermato tutta la loro precarietà.”In ogni caso - aggiunge - è dimostrato una volta per tutte che la gente, se c’è il blocco, non si muove per fare compere. Si muove solo per acquistare i generi di prima necessità, oppure rimanda l’acquisto a quando potrà accedere nella zona senza difficoltà e limitazioni. Ma ciò era largamente prevedibile. Per questo è ancora più forte il rammarico di aver subito il provvedimento senza essere stati consultati, senza la dovuta concertazione da parte dell’Amministrazione con le associazioni di categoria”.
L’Associazione, peraltro, ha fatto di tutto, non appena si è saputo che il Comune aveva intenzione di decretare il blocco di una settimana, poi ridotto a quattro giornate, per far cancellare una decisione, e poi un’ordinanza, che ha provocato solo sconcerto, e, appunto, danni imponenti. Molte e incessanti le iniziative intraprese assieme all’Assoartigiani: sono stati realizzati oltre 2 mila 500 manifesti e 25 mila volantini con le famose “tre scimmiette”, il Comune è stato tempestato di raccomandate, fax e richieste di incontro rimaste senza risposta. In più gli operatori hanno presenziato alle sedute del Consiglio comunale in cui è stato dibattuto il problema. E quest’azione ha contribuito quanto meno alla revisione dell’ordinanza già emanata, e, inoltre, all’istituzione del centro bus gratuito nel fine settimana oltre a tariffe agevolate per tutte le linee di trasporto pubblico urbano. E non è finita qui. L’Ascom sta ora valutando la possibilità di ricorrere al Tar affinché si esprima sulla legittimità del provvedimento, mentre dal punto di vista civile, sta valutando se procedere alla richiesta di risarcimento danni procurati ai propri associati.
Spiega il direttore Andrea Gallo: “A nostro avviso l’ordinanza era illegittima e viziata da eccesso di potere sotto vari profili. Inoltre essa non aveva alcuna giustificazione sotto l’aspetto dell’estensione territoriale, della durata, degli orari giornalieri. E per di più ha provocato solo danni alle attività commerciali, in pratica in tutta la città, a favore delle attività esterne, senza alcun beneficio per quanto riguarda la riduzione dell’inquinamento e quindi per la salute dei cittadini che vivono e lavorano nel perimetro urbano.”.
ANCHE LA REGIONE CONFERMA. LE AUTO? LE MENO RESPONSABILI
L’assessore regionale alle politiche per l’ambiente Renato Chisso ne è arciconvinto: un motorino a due tempi inquina come 200 auto catalizzate. “Il provvedimento adottato alla fine di dicembre dalla giunta regionale - spiega - prende spunto proprio da questa certezza per finanziare una sorta di rottamazione dei mezzi a due ruote, stanziando contributi a favore di quanti decideranno di sostituire il vecchio veicolo con uno a motore a quattro tempi e catalizzato”. L’impegno finanziario della Regione sul bilancio 2004 ammonta a circa un milione 634 mila euro, e nelle intenzioni non c’è solo un incentivo “una tantum”, ma l’avvio di una serie di azioni a sfondo ecologico-ambientale che si inquadrano nell’ambito del Piano di risanamento dell’atmosfera. Il finanziamento è destinato inizialmente a interventi nei Comuni situati nelle cosiddette “zone A”, quelle cioè dove uno o più elementi inquinanti eccedono il valore limite aumentato del margine di tolleranza. Ma il provvedimento prevede anche la possibilità di destinare contributi a coloro che convertiranno il proprio autoveicolo con impianti a gpl o a metano. Saranno le Province a determinare le modalità d’intervento, con una ripartizione proporzionale al numero di abitanti. A Vicenza sono toccati 288 mila 351 euro.
La Regione si è interessata su vari fronti del problema dell’inquinamento atmosferico da traffico veicolare. Una sperimentazione effettuata ha dimostrato come la pulizia delle strade sia in grado di ridurre i pm10, le polveri fini prodotte dagli scarichi degli autoveicoli, ma anche dalla consunzione di freni, gomme, parti meccaniche e dall’abrasione del manto stradale. La riduzione varia dal 2 al 7 per cento ed è paragonabile a quella che si ottiene con le targhe alterne, per cui sommando i due interventi si arriva ad un calo significativo. Tutto questo fermo restando che lo stesso Chisso ha sempre dichiarato come le cause principali dell’inquinamento atmosferico siano emissioni industriali e riscaldamento domestico, mentre il traffico veicolare inciderebbe solo per il 28 per cento. In questo contesto, sempre a dicembre un altro milione 900 mila euro sono stati impegnati a favore di tutti i Comuni inseriti nelle zone “A” (100 mila euro ciascuno ai Comuni capoluogo, la quota restante proporzionalmente alla popolazione) per sostenere l’applicazione di misure atte a fronteggiare l’inquinamento atmosferico. Sempre in questa direzione va anche la riapertura dei termini per contributi finalizzati all’istallazione di pannelli solari termici per la produzione di calore. L’intervento regionale copre fino al 25 per cento della spesa ammessa. Il relativo bando è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione di venerdì 21 gennaio ed è reperibile nel sito internet regionale.
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