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Confcommercio Veneto Notizie

ELEZIONI, LE OTTO PROPOSTE DELLA CONFCOMMERCIO

Nr. 05 del 14/03/2005

Ancora una volta la Confcommercio, nella sua qualità di associazione largamente rappresentativa del terziario, rivendica il suo pieno e motivato diritto a chiedere impegni precisi ai candidati di tutti i partiti alle prossime elezioni regionali.
Il comparto, nel Veneto, ha una rilevanza di primaria importanza che i numeri confermano in pieno: il Prodotto Lordo dell’intero settore terziario, che trova rappresentanza nella Confcommercio, è pari a 42.707 milioni i euro, rispetto ai 3.044 milioni del settore agricolo, 32.250 milioni di euro del settore industriale e 11.769 milioni di euro della Pubblica Amministrazione. Nella formazione del reddito, in percentuale, le attività terziarie concorrono per il 62,2% (di cui 29,1% commercio e turismo, 47,8% servizi; 23,1% P.A.) mentre l’ agricoltura per il 2,8% e l’industria del 35%. Le imprese del comparto terziario del Veneto sono attualmente 199.264 (di cui 105.256 nel commercio con 293.654 addetti; 72.352 nei servizi destinabili alla vendita e 21.638 nel turismo con 89.613 addetti).
“Al centro dei nostri interessi - si legge, pertanto, nel documento fatto pervenire ai vari esponenti politici - ascriviamo sia i temi di stretta pertinenza delle varie categorie, ma anche quelli di più ampio respiro, quali l’ambiente, l’urbanistica, la viabilità ed i trasporti, la sanità e l’assistenza: su tutti questi aspetti della realtà veneta siamo disponibili al confronto e alla collaborazione”
Ed ecco le proposte di Confcommercio per la legislatura regionale 2005-2010. Sono otto, tutte importanti e specifiche.
La prima: confermare le scelte fatte nella legislatura che sta per finire sulla programmazione commerciale e urbanistica.
La seconda: non prevedere ulteriori deroghe che favoriscano interessi particolari che nulla hanno a che fare con gli obiettivi fissati dalla normativa nazionale e regionale sulla regolamentazione delle aperture dei negozi nei Comuni a prevalente economia turistica e nelle città d’arte.
La terza sostenere la realizzazione di un osservatorio regionale per il commercio allo scopo di monitorare in tempo reale l’entità e l’efficacia della rete distributiva.
Anche le altre proposte hanno però grossa valenza. Si chiede di monitorare continuamente l’andamento congiunturale, di incentivare la certificazione di qualità e l’autocontrollo igienico-sanitario per le attività del settore alimentare, di sostenere gli interventi finalizzati a una migliore mobilità urbana, di agevolare la riqualificazione dei centri storici.
Il documento della Confcommercio Veneto si sofferma sul settore della somministrazione di alimenti e bevande. La Giunta regionale uscente - si osserva - aveva approvato un disegno di legge che si proponeva di recepire i principali cambiamenti intervenuti nelle abitudini dei consumatori. Ora si tratta di portare a compimento questa normativa perché il rinnovamento è ormai improrogabile. “Occorrerà confrontarsi partendo dal progetto predisposto”.
Grande spazio pure al turismo. “La domanda - sottolinea il documento - è in continua evoluzione e le risposte devono essere continuamente ridefinite”. Ci vuole, perciò, un quadro normativo e di sostegno coerente con l’andamento del mercato e le aspettative degli operatori. La premessa è che il Veneto, da un lato, presenta in Italia il record degli arrivi negli alberghi e nelle strutture complementari, ma dall’altro fa parte del gruppo di regioni che spendono meno per indurre i potenziali turisti.
Gli obiettivi individuati dalla Confcommercio puntano a favorire la realizzazione di infrastrutture turistiche, monitorare i mutamenti del modo di fare turismo attraverso un quadro informativo sempre più completo e affidabile, e sostenere studi mirati a favorire gli orientamenti di marketing delle imprese e le iniziative del distretto turistico-culturale veneto. Altre rilevanti priorità: sostenere il processo di riqualificazione del settore alberghiero, perseguire la formazione e l’aggiornamento professionale degli addetti al settore, mettere a fuoco modalità più incisive, generalizzate e sinergiche per la promozione dell’immagine turistica del Veneto, esaltare i vantaggi che derivano dall’interrelazione fra attività turistiche e commerciali, programmare per tempo gli eventi per divulgarli meglio. .
Per quanto riguarda il settore dei Servizi, nel Veneto la percentuale di crescita negli anni ‘90 è stata di grande rilevanza (+ 141,7%), aumentando notevolmente il peso sul totale del reddito generale del Terziario (si è passati dal 31,7% del 1990 al 47,8% del 2001). Con la legge regionale n. 1/99 questo comparto ha avuto un importante riconoscimento, essendo stato considerato, per la prima volta, quale beneficiario degli interventi legislativi del settore del credito e della qualità. Per il futuro l’auspicio di Confcommercio “è che il legislatore sappia cogliere le priorità e le esigenze del settore, in primis la qualificazione degli operatori, in sintonia con i cambiamenti intrapresi dalle varie attività di servizio per rispondere adeguatamente alle richieste delle imprese e dei cittadini”.
Per quanto concerne il credito, in considerazione sia dei requisiti imposti dalla recente legge quadro e sia dell’imminente entrata in vigore di Basilea 2, appare necessario - rileva il documento - proseguire nel rafforzamento dei Confidi, gli organismi di garanzia collettiva fidi, e nel loro sistematico utilizzo. La loro opera - è il pensiero della Confcommercio - esercita un effetto-calmiere sul costo dei finanziamenti, alleggerisce l’impegno amministrativo delle strutture regionali, e consente di realizzare una capillare opera di informazione, consulenza e assistenza a favore delle imprese.
Infine, la formazione e l’aggiornamento professionale ritenuti sempre più fondamentali per il futuro delle piccole e medie imprese. Importante non è solo aiutare i disoccupati a entrare nel mondo del lavoro ma anche operare per riqualificare i lavoratori già occupati. Inoltre va costantemente rinnovata l’offerta formativa per le imprese per favorire l’assunzione di nuovi lavoratori, e utilizzare le risorse derivanti dall’utilizzo dei Fondi sociali europei.
FrancoPepe

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