INFLAZIONE AL PALO E PREZZI ALLA PRODUZIONE IN SALITA
Nr. 07 del 11/04/2005
L’inflazione resta al palo, ma aumentano e considerevolmente, i prezzi dei trasporti (+29% quelli aerei), del petrolio (+17%), dei servizi bancari (+9,1%) e dell’istruzione (+9,1%). Una situazione che a prima vista può sembrare paradossale e che invece nasconde, secondo il Centro Studi della Confcommercio, una dinamica preoccupante. Perché se è certo che l’indice dei prezzi al consumo a marzo ha subito un ritocco verso l’alto di appena un 1,9% e se è altrettanto certo che bollette, servizi bancari e gli stessi prezzi al produzione (influenzati dagli aumenti di petrolio e metalli) sono invece schizzati alle stelle è chiaro che lì nel mezzo c’è chi, per non chiudere, sta contenendo i propri margini di profitto, con il rischio di compromettere la redditività della propria azienda.
Non a caso, dunque, il Centro Studi invita a leggere con estrema attenzione i dati e a valutare le prospettive dei prezzi e dello sviluppo del sistema con molta cautela. Sotto esame, in particolare, il ruolo sempre più rilevante che sta assumendo il comparto energetico nel determinare l’andamento dei prezzi, sia alla produzione che al consumo, come dimostra il fatto che al netto di questa componente la variazione dell’inflazione sarebbe stata ancora più bassa, appena un +1,5%. Desta preoccupazione, in particolare, il fatto che la debolezza della domanda delle famiglie spinge le imprese della distribuzione a contenere al massimo gli aumenti sugli altri beni e servizi, con una compressione dei margini che rischia di compromettere la sopravvivenza di molte aziende sul mercato.
“Il petrolio - è l’analisi del Centro Studi della Confcommercio - è un attivo e sempre più pericoloso convitato di pietra del nostro sistema economico e pone a serio rischio la tenuta del sistema dei prezzi, contribuendo ad aumentare le incognite sugli scenari di sviluppo del nostro paese”. Secondo la stima preliminare dell’Istat, pur di fronte ad una inflazione in frenata, sono quattro capitoli di spesa in controtendenza: l’abitazione, i trasporti, gli alimentari e le comunicazioni. Altrettanti, però, sono in sensibile calo: le bevande alcoliche, l’abbigliamento, la salute e la ricreazione. I prodotti energetici, poi, (che si scaricano in particolare su casa e trasporti) sono aumentati dell’1,5% rispetto a febbraio e del 6,9% su marzo 2004. In particolare, la benzina registra un rincaro del 2,5% in solo mese e dell’8,4% rispetto all’anno scorso.
“In considerazione del fatto che la tendenza al rialzo dei prezzi del petrolio non sembra in via di esaurimento - conclude il Centro Studi - divengono ormai ineludibili interventi sulla fiscalità che limitino l’impatto del “caro petrolio” sui bilanci delle famiglie e delle imprese”.
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