CON LA NUOVA LEGGE E’ IL BARISTA A FUMARE MENO
Nr. 12 del 20/06/2005
Cinquanta esercizi pubblici del Vicentino- tra bar, pizzerie e ristoranti - saranno selezionati dall’Ulss 6 di Vicenza per un’indagine sull’efficacia dell’applicazione della legge antifumo. Si tratta di una indagine che verrà realizzata su tutto il territorio nazionale e che è promossa dal Ministero della salute, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Lo scopo dello studio è di valutare se l’introduzione della legge che vieta il fumo (la 3 del 2003) è in grado di ridurre effettivamente l’esposizione al fumo passivo delle persone che frequentano i locali. Come si diceva, l’indagine interesserà un campione di 50 locali pubblici del territorio di competenza dell’Ulss 6, scelti a caso dall’elenco delle pagine gialle e rispettando la normativa sulla Privacy. Lo studio si svolgerà attraverso interviste ai gestori o ai titolari dei locali selezionati e cercherà di ricavare informazioni su comportamenti, conoscenze, attitudini e pratiche dei proprietari e dei gestori dei locali, relativamente a questo tema.
Quali sono state le conseguenze della legge antifumo nei locali del Vicentino? A studiare gli effetti della nuova normativa è stata un’indagine dell’Ulss 6 di Vicenza, che ha sondato un campione di 49 locali berici per poi “girare” i dati raccolti ad una ricerca su scala nazionale organizzata dal Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Lo scopo dello studio - che è alle battute iniziali e verrà completato con ulteriori indagini a distanza di sei mesi e di un anno dall’entrata in vigore della legge - è di valutare se il divieto di fumo è effettivamente in grado di ridurre l’esposizione al fumo passivo delle persone che frequentano i locali, e in particolare i non fumatori.
E la risposta sembrerebbe essere a tutta prima positiva. Ma andiamo con ordine. I 49 locali pubblici selezionati erano costituiti per un 38,8% da bar, 53,1% da ristoranti, 6,1% pizzerie e 2% pub; tutti non dotati di zona fumatori. Il primo dato raccolto dagli operatori dell’Ulss è che il divieto anti-fumo è generalmente rispettato. Alla domanda sulla misura in cui i clienti rispettano la normativa, infatti, i gestori hanno risposto il 100 per cento, anche se poi il 12,2% ha dichiarato di aver dovuto chiedere a qualche cliente di smettere di fumare. A quanto pare, comunque, la coscienza sui danni del fumo passivo è abbastanza diffusa: l’87,8 degli intervistati ha infatti dichiarato di ritenere che il fumo passivo sia una minaccia per la salute.
Interessante il monitoraggio del comportamento dei clienti: i gestori hanno dichiarato che prima dell’entrata in vigore della legge almeno la metà dei loro clienti erano fumatori. La maggioranza, poi (il 79,6%) ha riferito che nell’ora di punta, in un locale come il loro, i non fumatori sembravano infastiditi del fumo e il 36,7% ha dichiarato che nell’ultimo mese, qualche volta o frequentemente, ha avuto lamentele per la presenza di fumo nel locale da parte di clienti non fumatori. Si spiega così il fatto che il 71,5% dei gestori ha dichiarato il sostanziale favore dei propri clienti alla legge antifumo introdotta. Nessun gestore ha riportato che i propri clienti fossero molto contrari.
Infine due aspetti che riguardano direttamente i gestori. Alla domanda se ritengono che, in seguito alla legge, vi siano stati effetti economici sulle loro attività, mediamente il 6,1% (che diventa un 10,5% se si considerano solo i bar) ha dichiarato di aver subito effetti significativi e il 32,7% effetti lievi. La maggioranza (59,2%) ritiene che non ci sia stata nessuna implicazione economica o addirittura un lieve aumento degli incassi.
Infine, se un effetto questa legge lo ha sicuramente avuto è stato sul rapporto con il fumo da parte dei gestori. Sì perché il 36,4% degli intervistati ha dichiarato di aver ridotto il numero di sigarette fumate e addirittura un 18,2% di aver smesso di fumare. Insomma più del 54 per cento dei gestori ha cambiato le proprie abitudini.
Come dire che se un effetto la legge lo ha avuto non è stato solo quello di salvaguardare la salute dei non fumatori, ora più tutelati, ma anche quella dei gestori. Soprattutto quelli dei bar tra i quali, secondo la ricerca dell’Ulss, c’è la maggior incidenza di fumatori: sono infatti il 52,6% contro il 30% di altri tipi di locali.
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