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Confcommercio Veneto Notizie

IL MERCATO DEL TEMPO LIBERO: RICCHEZZA DEL TERZO MILLENNIO

Nr. 14 del 18/07/2005

In un mondo che corre, la limitata disponibilità del bene tempo induce l’individuo a concentrare nello spazio di “non lavoro” un numero sempre più consistente di attività. Il tempo libero sta assumendo, oltre alla dimensione sociale, anche e soprattutto una rilevante dimensione economica e quello degli italiani vale, nel complesso, ben 114 miliardi di euro. E’ quanto emerge dalla ricerca, presentata all’assemblea di Fipe-Confcommercio di Saint Vincent del 4 luglio 2005, dal Censis e dall’Istat sugli usi e costumi della popolazione.
L’economia del tempo libero ha dato negli ultimi anni segnali importanti di vivacità e il successo del settore si fonda sull’elevata dinamicità delle imprese in termini soprattutto di assorbimento di forza lavoro e di vitalità imprenditoriale e dall’altro sulla capacità di trainare la domanda stimolandone i consumi attraverso interventi di rinnovamento e rifunzionalizzazione. Nonostante il carattere di immaterialità che caratterizza molti prodotti e servizi per il tempo libero il loro impatto sull’economia reale è tutt’altro che trascurabile.
Il valore aggiunto attivato dal tempo libero in Italia nel 2003 (114,2 miliardi di euro) è pari a più di tre volte il valore aggiunto realizzato dal settore alimentari, bevande e tabacco, quattro volte quello realizzato dal comparto agricolo-alimentare e cinque volte il valore aggiunto generato dal settore tessile abbigliamento.
In una congiuntura poco favorevole per l’economia italiana, la presenza di nuove vitalità imprenditoriali in grado di generare occupazione e ricchezza rappresenta - come si evince dalla ricerca- un fattore propulsivo da alimentare e supportare.
Il mercato del tempo libero è rappresentato da tanti comparti e segmenti che spaziano dalla ristorazione all’entertainment notturno, dal fitness al termalismo, dalle formule più innovative di turismo al gioco, dagli stabilimenti balneari allo shopping nelle cittadelle del consumo. I vari segmenti del settore manifestano una forte interconnessione ed un carattere di trasversalità che si traducono in un’elevata capacità di attivazione reciproca di processi economici. Le interrelazioni, ad esempio, tra il comparto turismo, alberghi e ristoranti e attività ricreative sono evidenti e la capacità di produrre ricchezza non si esaurisce all’interno del proprio settore ma genera impatti rilevanti, diretti ed indiretti, anche in altri: i turisti stranieri, ad esempio, impegnano il 4,2% della propria spesa turistica complessiva nel comparto “tessile e cuoio”, settore rappresentativo del sistema Moda, e l’1,7% in prodotti agricoli.
Siamo in presenza di un settore a domanda crescente: se i nuovi gusti e stili di vita orientano il consumo di alcuni beni a scapito di altri e la difficoltà di far tornare i conti del bilancio familiare incidono sulla composizione della spesa dei consumatori, l’indagine Censis-Fipe rileva che il cambiamento non sta penalizzando quelle voci di spesa legate al tempo libero ed alla cura di sé. Tra i vari comparti del tempo libero la voce di spesa più consistente è quella che riguarda il mondo dei consumi alimentari fuori casa (ristoranti, bar e caffè): un fatturato, sempre riferito al 2003, di 40 miliardi di euro, molto più di quanto realizzato dal segmento del fitness e dell’estetica che si ferma a quota 10,3 miliardi di euro. Le attività legate al fitness e al wellness contano comunque su 20mila strutture e un bacino clientelare di 18 milioni di persone, sempre più motivate dal concetto che il corpo veicola la propria identità all’esterno attraverso un’immagine che si vuole unica, irripetibile e originale.
Gli altri segmenti analizzati, che complessivamente rappresentano meno del 15% del fatturato generato dal settore nel suo complesso, riguardano comparti spesso di recente inserimento di mercato ma con buone potenzialità di crescita.
L’enoturismo è infatti il terzo segmento nell’ordine di fatturato realizzato: 2 miliardi di euro, ma è un segmento giovane, con prevedibili ampi margini di espansione, grazie anche al circuito delle strade del vino che attira un flusso annuale di oltre 4 milioni di visitatori. Seguono poi le sale Bingo, i locali notturni e gli stabilimenti balneari con ricavi complessivi che si attestano più o meno allo stesso livello tra i 1.500 e i 1.200 milioni di euro. Di particolare rilievo infine la persistente crescita dei factory outlet centre, dei casinò, terme, parchi divertimento e circuito del golf sia in termini di struttura dell’offerta che di dimensione ed articolazione della domanda.

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