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Confcommercio Veneto Notizie

TURISMO, ESTATE DIFFICILE E FATTURATO IN CALO

Nr. 16 del 12/09/2005

Gli italiani hanno fatto vacanza in un numero sicuramente maggiore rispetto alle previsioni, ma hanno avuto a disposizione una minor capacità di spesa (attorno agli 800 euro a persona rispetto agli 850 euro previsti). Questo ha prodotto un minor numero di pernottamenti alberghieri (stimabile attorno ad un -3%), periodi di soggiorno continuativo più brevi (8/10 giorni rispetto ai 12 giorni previsti ad inizio estate), un taglio della quantità di servizi richiesti (meno pensioni complete, meno consumazioni al bar, meno extra a tavola), un calo del fatturato (stimabile almeno in 1 miliardo di euro) ed un incremento sensibile dei week end (fenomeno che in estate era sempre risultato abbastanza marginale rispetto al soggiorno standard).
E’ quanto emerge da un’inchiesta svolta a fine agosto dalla Federalberghi-Confturismo mirata a tenere sotto stretto controllo l’andamento del mercato turistico dei mesi estivi.
Per quanto riguarda invece l’estero, la flessione registrata dalla ricerca è completamente dovuta al crollo della clientela tedesca, che da sola rappresenta il 33% dei pernottamenti alberghieri degli stranieri in Italia. Tale perdita è oscillata tra il 5% ed il 20% a seconda delle varie aree geografiche. Mentre segnali di ripresa si sono registrati per francesi, inglesi, belgi e l’intera area del Nord Europa. Tra le tipologie turistiche, quelle che sembrano aver sofferto meno sono state le città d’arte. Le località di montagna hanno risentito della minor capacità di spesa degli italiani e del calo dei tedeschi, diminuzione compensata solo in parte da un maggior numero di turisti dal Nord Europa; le località marine hanno dovuto in gran parte scontare anche le negative condizioni climatiche.
“La recessione economica nella quale l’Italia si trova non poteva farci sperare in risultati molto diversi da quelli ottenuti - è l’analisi del presidente di Federalberghi Bernabò Bocca - Aver delegato alle Regioni ogni competenza in materia turistica si è dimostrato un buco nell’acqua, un boomerang che ha ridotto la visibilità complessiva del Paese nel mondo”. In questo senso Bocca rilancia la necessità di dare attuazione ai cosiddetti “Buoni Vacanza”, previsti nella Legge Quadro sul Turismo del lontano 2001, volti a favorire le vacanze delle famiglie italiane, nonché dare la possibilità alle imprese turistiche di accedere ad un credito bancario turistico agevolato all’1%, come accade in altri Paesi, “per permetterci -.conclude Bocca -di accelerare quelle opere di ristrutturazione ed ammodernamento che ci consentano, pur in una fase recessiva, di adeguare sempre meglio le nostre strutture”.



POCHI SOLDI, IL TURISTA NON ARRIVA
Luci e ombre – con qualche sorpresa – nel bilancio dell’estate 2005
Tonezza e Recoaro fanno meglio di Vicenza e dell’Altopiano di Asiago

Una stagione turistica a luci ed ombre, quella che ha caratterizzato il Vicentino. Si potrebbe proprio dire che ha rispecchiato il tempo bizzoso di agosto: qualche sprazzo di sole in mezzo a nuvole piuttosto cupe. Lo sprazzo di sole viene da Recoaro Terme e Tonezza del Cimone: nonostante il clima non abbia aiutato, queste due stazioni turistiche montane, da qualche anno un po’ marginali rispetto all’Altopiano, si sono prese la loro sana rivincita, a sentire gli operatori, infatti, è stata una buona estate. Deludente invece la stagione turistica del capoluogo.
Questo è quanto emerge dalle testimonianze degli operatori turistici della provincia raccolte dalla Confcommercio di Vicenza.
Per i dati ufficiali infatti bisognerà attendere ancora qualche mese.

In città pochi turisti
“Non è stata sicuramente una buona stagione turistica - questa l’opinione di Fabio Carta del ristorante al Pestello - . Si sono fatte sentire le assenze di tedeschi e americani, sostituiti solo in parte da francesi e turisti dell’est. E la propensione a spendere mi sembra calata di molto. Eppure il clima avrebbe dovuto favorire la visita alle città d’arte, un turismo culturale su cui Vicenza può giocare carte importanti. Ma evidentemente la congiuntura economica e il clima internazionale non aiutano”. Sulla stessa linea d’onda anche Loris Bertoldi del Caffè Ristorante Garibaldi di Vicenza: “Vicenza paga sempre la grande difficoltà a trattenere i turisti e così ci dobbiamo accontentare del classico “mordi e fuggi”. - afferma - Direi che per noi la stagione è stata discreta, nella media, ma è pur vero che a Vicenza si viene ancora per una visitina al centro e via. L’unica novità di quest’anno è un certo ritorno degli italiani, che evidentemente hanno scelto di non andare all’estero per le ferie”. Stagione negativa anche per Manuela Restiglian della Gelateria Sonia: “Pochi turisti, più che altro francesi e qualche inglese, ma praticamente assenti i tedeschi. E a spendere erano soprattutto questi ultimi. Insomma una stagione negativa fino ad ora. Certo confidiamo in settembre, se il clima aiuta, ma oramai quel che è perso è perso, ed agosto rappresenta sempre il momento clou della stagione”.
Mariangela Cazzola, dell’Hotel Mary ha cercato anche di capire direttamente dai suoi clienti il perché di questo andamento “A quei pochi tedeschi e austriaci che si son fermati nel mio hotel ho chiesto cosa è cambiato, perché vengono meno in Italia. Mi hanno confermato che, a causa della crisi economica, in generale tutti hanno ridotto la durata delle loro ferie e dalle classiche tre settimane sono passate ad una. Chiaro che allora prediligono le mete di maggior richiamo, come Venezia o Firenze. E chi vuol fare la classica vacanza oramai non sceglie più l’Italia, poco competitiva, ma mete come la Croazia o Majorca, più convenienti”.
Anche per Stefano Giavarini, direttore dell’Hotel Campo Marzio la stagione finora è stata fiacca, con un leggero calo delle presenze: “E’ sparito il cliente tedesco, solo in parte compensato dall’arrivo di qualche francese, non si è lavorato con le aziende e mediamente anche i clienti dell’albergo spendono meno in extra. Speriamo in un buon settembre che tradizionalmente, oltre alle presenze legate alle fiere, dovrebbe vedere il ritorno della clientela aziendale”. Categorico il giudizio di Cesare Graziadei, dell’Hotel Doge: “Come è andata finora? Non nel migliore dei modi, di certo. Direi, sinteticamente, turismo zero. Se non lavorassi per la mia posizione, sono vicino all’ospedale, avrei potuto chiudere per ferie. Ad agosto non ho avuto più di 10 stanze occupate da stranieri, direi che il dato è eloquente. Il problema di Vicenza è anche che non riusciamo ad inserirci adeguatamente nei pacchetti turistici.”.
In controtendenza Lucio Parolin del Ristorante Al Pellegrino di Monte Berico: “Per noi è stata una buona stagione, ma forse non facciamo testo a livello provinciale perché siamo molto legati al turismo religioso. Direi che è stato un anno di crescita”.

Asiago non brilla
E se il capoluogo non ride, anche sull’Altopiano di Asiago non si registrano dati positivi.
Bruno Clementi, del Linta Park Hotel, uno degli alberghi più noti di Asiago, sintetizza così la stagione: “Fino ad agosto il bilancio è stato è negativo. Quantificare la consistenza del calo è ancora difficile, ma direi che si tratta sicuramente di una flessione percentuale a due cifre. Certo - continua Clementi - ci si è messo anche il maltempo a complicare le cose, ma credo che i motivi principali siano legati alla crisi economica in atto e alla forte concorrenza dei Paesi esteri, dove i soggiorni risultano spesso molto più convenenti che una vacanza qui da noi. D’altronde, nelle strutture ricettive il costo del personale ha una forte incidenza e noi abbiamo un sistema Paese non competitivo su questo terreno. Non penso invece ci sia un reale problema di marketing turistico per Asiago, per l’attrattività del nostro centro credo si sia fatto molto, sono gli eventi esterni ad incidere”.
Un’analisi, quella di Clementi, confermata da molti altri operatori di Asiago, secondo i quali l’Altopiano ha cominciato ad animarsi solo negli ultimi giorni di agosto: troppo poco per salvare una stagione.
Certo, per capire meglio come è andata bisognerebbe avere anche altri fondamentali dati, come sottolinea Franco Paganin, del Consorzio 7 Comuni: “Le impressioni degli operatori spesso non tengono conto di una componente fondamentale del turismo sulle nostre montagne: il fenomeno delle seconde case. Ce ne sono più di 20mila sull’Altopiano: chiaro che anche queste presenze influiscono sull’andamento complessivo della stagione. In questo senso ritengo fondamentale la partenza, a breve, dell’Osservatorio turistico, che dovrebbe monitorare il settore nel distretto turistico regionale cimbro. Solo con un’analisi precisa dei dati, raccolti in modo scientifico, si potranno studiare le corrette azioni di marketing per la montagna vicentina”.

Tonezza e Recoaro
in controtendenza
In due località montane della nostra provincia si respira però un altro clima, fatto di soddisfazione per i buoni risultati ottenuti. E’ il caso di Tonezza del Cimone, dove gli operatori registrano una tenuta e si aspettano anche una leggera crescita.
“E’ stata sicuramente una buona stagione - è il commento di Quirino Fontana dell’Hotel Bucaneve -. Peccato per il tempo instabile che ha caratterizzato questi ultimi giorni, altrimenti avremmo potuto ottenere risultati ancora migliori. C’è stata una conferma delle presenze, come dire che gli habitué di Tonezza non ci hanno “tradito”, ma ancora una volta hanno scelto la nostra località per le loro ferie estive. E’ mancato, appunto per il brutto tempo, il turista mordi e fuggi, che chiaramente si muove solo se la giornata è buona. Confido comunque che la stagione si chiuda in bellezza, perché fino a metà settembre, ci sono una serie di appuntamenti di richiamo per la nostra realtà: feste, raduni di fuoristrada e motociclette, avvenimenti sportivi e un ricco calendario di manifestazioni predisposte dalla Pro Tonezza. Vivacizzare il paese con una serie di appuntamenti è la strada gusta per il rilancio del turismo estivo”.
Anche a Recoaro Terme si registrano commenti positivi. Per Antonio Tomasi, dell’Hotel Verona: “E’ andata sicuramente meglio dell’anno scorso. Nonostante il clima non abbia aiutato si sono visti più turisti. Direi che possiamo dirci soddisfatti. Possiamo dire che c’è stata una piccola, ma sensibile, riscoperta di Recoaro Terme e speriamo continui così. Forse ci si sta anche abituando all’euro e la gente torna un po’ a spendere, ma sono solo ipotesi. Per ora possiamo solo dire che c’è una moderata soddisfazione”.

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