Anche per i maggiorenni senza patente serve un certificato di guida per salire in sella ad un ciclomotore. Lo ha stabilito la Legge 168/05 del 17 agosto scorso, che è diventata operativa a partire dal 1. ottobre. Il nuovo “patentino” si chiama CIGC, acronimo di Certificato di Idoneità alla Guida e può essere ottenuto con modalità diverse a seconda dei requisiti dell’aspirante motociclista. Coloro che alla data del 30 settembre di quest’anno avevano già compiuto la maggiore età possono ottenere il certificato senza sostenere l’esame, ma hanno l’obbligo di frequentare un corso di formazione in un’autoscuola. Chi invece ha compiuto i fatidici 18 anni a partire dal 1. ottobre 2005 ha l’obbligo di svolgere gli esami a quiz, ma non è tenuto a frequentare il corso preparatorio. Può dunque, dopo aver presentato la dovuta documentazione, accedere all’esame da privatista. In ogni caso, è necessario produrre un certificato medico in bollo, con fotografia, rilasciato da un ufficiale sanitario in data non anteriore a 6 mesi e che deve attestare il possesso de requisiti fisici e psichici analoghi a quelli richiesti per conseguire la patente di guida delle categorie A e B. In alternativa, ma solo in via transitoria e fino al 1. gennaio 2008, basta anche una semplice certificazione in bollo e con foto rilasciata dal medico di famiglia. Sul possesso del CIGC non si scherza: chi guida un ciclomotore (o un quadriciclo leggero) senza aver conseguito il certificato e senza patente rischia una multa che va da 516 a 2065 euro, oltre al fermo amministrativo del veicolo per 60 giorni. Va rilevato poi che, in caso di incidente con responsabilità, l’assicurazione potrebbe non coprire le spese dei danni causati o rivalersi sul cliente non in regola. Un ultimo accenno al caso in cui il motorino sia la soluzione di emergenza per un guidatore a cui sia stata sospesa la patente. Ebbene, durante il periodo di sospensione non è consentito guidare nemmeno ciclomotori e quadricicli leggeri , ad eccezione del caso in cui la patente di guida sia stata sospesa per aver superato di 40 chilometri orari i limiti massimi di velocità. L’unica “consolazione” che rimane è che per ora il CIGC non rientra nel sistema sanzionatorio della “patente a punti”, anche se è allo studio una sua possibile introduzione.