EMERGENZA SMOG, LE VECCHIE RICETTE NON SERVONO PIU’
Nr. 20 del 7/11/2005
Ci risiamo. Puntuale con l’approssimarsi dell’inverno in molte città si riaffaccia lo spettro dei provvedimenti di blocco o di limitazione alla circolazione stradale.
Nonostante i pareri degli esperti e di autorevoli studi che hanno messo in discussione la validità di questi interventi, si riparla nuovamente di targhe alterne e di divieti. Nei giorni scorsi il Comitato di indirizzo e sorveglianza sull’inquinamento atmosferico della Regione Veneto ha fornito le prime indicazioni per la circolazione delle auto senza marmitta catalitica, ma da quanto è emerso in alcuni incontri fra gli amministratori delle varie province, si procederà anche quest’anno in ordine sparso, a dispetto dei tanti tavoli di lavoro sul fenomeno dell’inquinamento e dei buoni propositi sull’opportunità di adottare criteri comuni di lotta allo smog.
“Chissà perché ogni anno c’è la corsa delle varie amministrazioni comunali ad inventarsi qualche blocco, qualche limitazione - afferma il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca - e ciò molto spesso senza un minimo di concertazione preventiva con chi rappresenta le categorie più colpite da queste limitazioni: i cittadini, certo, ma anche chi ha le attività economiche situate nei centri storici, in particolare i commercianti. E chissà perché, durante tutto l’anno non si parla mai di mobilità, salvo accorgersi del problema con l’avvicinarsi dei mesi invernali, ricorrendo ad azioni tampone, la cui validità è molto spesso sbugiardata nei fatti”. In effetti, dati alla mano, “targhe alterne” e “blocchi della circolazione”, come ricordato anche da un recente studio dell’Isfort promosso da Confcommercio nazionale, hanno un impatto assai modesto sulle medie stagionali degli inquinanti, anche per il verificarsi di picchi di traffico nelle fasi vicine all’entrata in vigore dei provvedimenti.
Servirebbero, invece, soluzioni strutturali: “La lezione più importante appresa sul campo - si legge nello studio Isfort-Confcommercio che ha analizzato dieci casi campione in Italia tra cui, in Veneto, il caso di Padova - è che bilanci positivi finali possono essere solo il frutto di un “pacchetto” integrato di politiche urbane e mobilità”. Troppo spesso, invece, si attuano, come scrive lo studio “provvedimenti di facciata. Si persegue una logica all’italiana, insomma, dannosa non solo per i rischi concernenti la salute pubblica e l’ambiente, bensì per la difficoltà a concertare le iniziative su obiettivi riconoscibili e reali”.
In questo senso, come sottolinea il presidente Rebecca “proprio quando pubblica amministrazione e associazioni di categoria si muovono assieme sul tema della mobilità, nascono le esperienze più positive. E’ il caso, per citare Vicenza, delle ecoconsegne in zona ZTL da parte della società Vicenza Logistic City Center, al cui interno, oltre al Comune, ci sono anche le principali associazioni di categoria”. La società, va ricordato, si occupa di consegnare, attraverso una piattaforma logisitica, merci all’interno della zona a traffico limitato utilizzando mezzi ecologici (elettrici, a gpl o gas metano) ed evitando quindi un sovraffollamento del centro storico.
Un piccolo, ma significativo esempio di come si può affrontare in modo strutturale il problema inquinamento attraverso un potenziamento dei servizi.
Le priorità da affrontare
Secondo quanto è emerso nel convegno su traffico ed inquinamento promosso dalla Confcommercio provinciale nel marzo scorso, poi, prima di possibili interventi di limitazione al traffico le Amministrazioni comunali dovrebbero valutare attentamente costi e benefici dell’operazione, e ora più che mai c’è la necessità di un coordinamento delle politiche ambientali e di soluzioni che prevedano scelte concertate tra le parti sociali e le categorie economiche.
La priorità è quindi individuare interventi che siano davvero efficaci e che portino benefici duraturi, tenendo conto dei problemi legati all’attuale sistema dei trasporti: dal riordino del sistema di trasporto pubblico locale con l’acquisto di nuovi autobus a combustibile alternativo ai piani per i parcheggi, dai progetti per la distribuzione delle merci al rinnovo del parco veicoli in circolazione e a nuove sperimentazioni per la pulizia e l’eliminazione dei PM 10 dalla superficie stradale. “Gli operatori del commercio, del turismo e dei servizi non possono esimersi, come del resto tutti i cittadini, dall’accettare i vari provvedimenti del blocco del traffico- conclude Rebecca-. La salute e la qualità dell’aria sono fattori che necessariamente vanno salvaguardati, ma il rischio è che non ci sia una contropartita valida ai sacrifici richiesti, nemmeno in termini di salute. Le imprese del terziario sono pronte a fare la loro parte ma gli interventi di preclusione al traffico veicolare, in alcuni giorni e limitatamente ai centri storici, non sono la soluzione al grave problema dell’inquinamento che interessa tutte le zone della città”.
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