UN ANNO DIFFICILE, MA CI SONO SEGNALI DI RIPRESA
Nr. 23 del 19/12/2005
Il 2005 non è stato un anno facile per il comparto del commercio, del turismo e dei servizi, così come non lo è stato per altri settori dell’economia. Un periodo che ha comunque impegnato a fondo tantissime imprese ma che, il più delle volte, non ha ripagato con adeguate soddisfazioni. Gli ultimi riferimenti economici parlano però di una ripresa dietro l’angolo, ed è su questo aspetto e su altri temi, che vedono protagonista la Confcommercio, di Vicenza che abbiamo voluto porre alcune domande al suo presidente Sergio Rebecca.
Presidente Rebecca, può tracciarci un bilancio dell’anno appena trascorso per il settore terziario?
“E’ stato, senza ombra di dubbio, un anno difficile. Così come per altri settori dell’economia, anche il comparto del commercio, del turismo e dei servizi ha risentito di un periodo piuttosto critico, aggravato dallo stallo dei consumi. Solo negli ultimi due o tre mesi si sono cominciati ad avvertire segnali della presenza di un poco di ossigeno in più, anche se pare prematuro interpretarli come l’anticipazione di una possibile ripresa. Ciò dipenderà in gran parte dalle scelte e dai comportamenti di quel nostro “socio” che risponde al nome di Stato, l’unico in grado di effettuare interventi strutturali capaci di assicurare durevoli risultati positivi”.
In questo scenario non certo positivo, però, il terziario sembra comunque rappresentare una risorsa fondamentale per l’economia.
“E’ vero, il terziario realizza ormai da solo quasi il 60 % del prodotto interno lordo: quasi il doppio rispetto a 25 anni fa. Non dobbiamo però, come operatori del settore, cullarci sugli allori. Se vogliamo essere riconosciuti quali attori fondamentali della nostra società e dell’economia dobbiamo realizzare tre condizioni. Innanzitutto, guardare più in là, sapendo che non vi sono più rendite di posizione o orticelli da coltivare; la seconda condizione sta nella propensione a formarsi ed innovare: nessuna ignoranza commerciale e tecnologica è oramai tollerabile, già nel breve termine. E infine, la condizione più importante, è quella di “fare rete”, che alla fine è esattamente lo stesso di fare associazione”.
Parliamo della Confcommercio di Vicenza, allora: quali i temi su cui l’associazione si è maggiormente impegnata quest’anno?
“Un argomento cruciale su cui l’associazione, grazie alla propria rappresentatività, è stata e rimane in prima fila è la costante vigilanza e la forte azione di pressing sulle amministrazioni locali per una corretta applicazione della Legge Regionale 15, in particolare sul tema dell’insediamento di nuovi esercizi commerciali. Ciò anche attraverso una capillare azione di ricognizione ed analisi dello stato della rete distributiva vicentina e delle intenzioni delle Amministrazioni. Se il settore terziario del Vicentino è stato poi oggetto di numerosi interventi da parte della Camera di Commercio è stato anche e soprattutto grazie alla presenza della nostra Associazione nei posti riservati ai settori del commercio e del turismo all’interno dell’ente camerale. Così, le imprese hanno potuto, tra le altre cose, utilizzare le risorse di un bando camerale a loro dedicato; promuoversi grazie alle iniziative organizzate da Vicenza Qualità; accedere alla certificazione di qualità; godere di ricerche e piani di marketing zonale”.
E per quanto riguarda i servizi messi a disposizione dalla Confcommercio?
“Siamo intervenuti su argomenti di estremo interesse come la fiscalità che, a livello nazionale e locale, ha vissuto l’ennesima stagione di incertezze e vessazioni, con buona pace delle promesse di semplificazione ed equità. Gli esempi, in questo senso, non mancano: la mancata abrogazione dell’IRAP, gli assurdi parametri di calcolo degli studi di settore, lo stillicidio dei vertiginosi aumenti della tassa rifiuti. L’azione sindacale si è dunque affiancata alla tradizionale ed apprezzata consulenza alle imprese, con interventi presso l’Osservatorio provinciale per la modifica dei criteri di calcolo degli studi di settore, così come presso quei Comuni che hanno largamente ecceduto nell’aumentare, in modo ingiustificato, le tasse e tariffe di loro competenza. Altro campo d’intervento strategico è stato quello della formazione, che ha visto l’avvio dell’operatività dei Fondi interprofessionali For.Te. e Fon.Dir. e, così, dato concretezza ad un percorso di finanziamento sul quale ampia è stata l’opera di sollecitazione degli associati. In quest’ambito, poi, va ricordata l’intensa attività del nostro servizio formazione: il numero davvero considerevole di corsi di aggiornamento professionale o abilitanti, così come i master per inoccupati finanziati dal Fondo Sociale Europeo. E non dimentichiamo poi il campo del credito, dove interveniamo a sostegno della pmi del settore attraverso Garanfidi, la nostra cooperativa di garanzia, sempre al fianco di chi ha necessità di un partner autorevole nei confronti di tutto il sistema bancario presente nel Vicentino. Molto apprezzate, da parte dei soci, anche le iniziative mirate a contrarre i costi fissi delle aziende: l’accordo con Aim per il gas, le convenzioni bancarie e telefoniche; l’iniziativa “sconti ai soci”. E poi gli strumenti di fidelizzazione, come l’Acquista e Vinci, Il Re Cliente, il Salvaspesa. Per dire che in un periodo non particolarmente brillante per il settore, la Confcommercio di Vicenza ha messo in campo tutte le proprie energie e le proprie competenze in un’azione di supporto a tutto campo degli operatori del settore”.
E per i prossimi anni, quali i progetti dell’associazione?
“Il settore è in costante evoluzione ed è per noi fondamentale cogliere i cambiamenti del mercato e mettere a disposizione dei nostri associati, con tempestività, gli strumenti utili per affrontare il nuovo. In questo senso stiamo predisponendo, con il supporto dell’Ister, l’Istituto per il Terziario, un’indagine per capire come sta evolvendo, in provincia, il gusto dei consumatori e qual è la loro visione dell’offerta commerciale locale. Questo studio ci permetterà di progettare ulteriori iniziative di fidelizzazione della clientela e di fornire ai nostri associati indicazioni utili per orientarsi nelle proprie scelte”.
Voltiamo pagina, presidente, e parliamo di un “tema caldo” come quello della progettazione urbanistico-commerciale, su cui tra l’altro siete intervenuti anche recentemente.
“Noi chiediamo alle amministrazioni locali di dare una corretta applicazione dell’ articolo 14 della legge regionale 15/2004, che dà facoltà ai Comuni di restringere le maglie della programmazione di nuove aperture di esercizi commerciali quando la situazione esistente lo giustifichi. Quindi, da parte nostra, non vi è nessuna preclusione a priori, ma solo l’indicazione di procedere sempre ad un’attenta analisi dell’esistente prima di consentire l’apertura di nuovi punti vendita, soprattutto nel settore alimentare. E’ evidente che l’insediamento indiscriminato di nuove realtà commerciali andrebbe a scapito dell’esistente, soprattutto comporterebbe la chiusura dei punti vendita più piccoli che difficilmente riuscirebbero a reggere la concorrenza. Ma se così fosse si perderebbero quei negozi che svolgono e continuano a svolgere un prezioso e fondamentale servizio di prossimità”.
Infine, presidente, può tracciarci la fisionomia, in termini numerici, del terziario provinciale nel suo complesso?
“Gli ultimi dati disponibili, elaborati dall’Ister per l’Osservatorio Economico Provinciale del Terziaro della Camera di Commercio, indicano in 11.654 gli esercizi commerciali in provincia di Vicenza. Di questi, i così detti “negozi di vicinato” raggiungono le 10.183 unità, vale a dire l’87 per cento del totale, per una superficie complessiva di 670.992 metri quadri. Le medie strutture di vendita, invece, sono in provincia 1.183 ed occupano 621.368 metri quadri, mentre sono 288, per 221.347 metri quadri, le così dette grandi superfici di vendita. Per quanto riguarda il settore dei servizi, su un totale complessivo di 9.870 unità, più del 50% sono aziende del settore immobiliare, seguite da attività di servizi alle imprese, che raggiungono quota 30,2%; informatica per un 16,2% e quindi, molto staccate, le società di noleggio di macchinari e attrezzature e di servizi di ricerca e sviluppo. Quanto al commercio all’ingrosso, nel territorio provinciale le aziende di questo segmento sono 3.359, di cui il 52,28% nel settore della produzione, il 42,93% nella residenza e il restante 4,79% nell’agricoltura. Insomma possiamo dire, sulla scorta di questi dati, che il terziario in provincia è ben strutturato non solo in termini qualitativi ma anche quantitativi”.
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