CENSIS 2005: IL TERZIARIO DA’ SPINTA ALLA CRESCITA
Nr. 23 del 19/12/2005
Segnali di ripresa per l’economia italiana. L’uscita dal tunnel sembra vicina, “sebbene l’aumento intorno allo 0,2% del Pil previsto per questo 2005 non consenta, per ora, grandi entusiasmi”. In crescita i consumi delle famiglie saliti mediamente dell’1,3%. Questa la fotografia dello stato di salute dell’economia del Paese scattata dal Censis nel Rapporto 2005. A spingere è soprattutto il terziario, ma l’incremento del valore aggiunto, della produzione e dell’occupazione ha investito più in generale vari comparti del Made in Italy, “pur in un contesto difficile e di progressivo rallentamento della produzione industriale complessiva negli ultimi tre anni”. Nei primi otto mesi dell’anno - spiegano i ricercatori il Censis - si è registrato un apprezzabile incremento del fatturato e degli ordinativi dell’industria, quasi ad indicare la presenza di nuova linfa, soprattutto nei comparti portanti del sistema manifatturiero italiano. Anche sul fronte dei consumi si rompe l’ormai lunga serie di dati negativi, con una netta ripresa delle vendite del commercio al dettaglio nella parte centrale dell’anno; un incremento, anche in questo caso, che non è stato però in grado di compensare la flebile dinamica registrata nei primi otto mesi del 2005.
L’insieme dei settori per i quali si è registrata una crescita del valore aggiunto, della produzione e dell’occupazione realizza il 49% dell’intero valore aggiunto di tutti i settori produttivi (esclusa la Pubblica Amministrazione, la Difesa e la Sanità) e assorbe il 52,3% dell’occupazione totale. I settori che, invece, registrano un calo o del valore aggiunto, o della produzione o dell’occupazione, realizzano il 25% del valore aggiunto nazionale e impiegano il 13,2% del totale degli occupati. Solo una parte minoritaria dei settori produttivi, dunque, è in una fase di crisi di competitività e di bassa crescita.
A dare la spinta alla crescita, dunque, è stato il terziario: i servizi crescono dimensionalmente, e a fronte di un incremento medio dello 0,7%, le imprese con oltre 50 addetti sono aumentate del 10,3%, con dinamiche di sviluppo significative nell’ambito delle attività immobiliari (+63%), della ricerca e sviluppo (+38,2%), del commercio (+22,2%); a fronte di una contrazione degli investimenti delle imprese italiane (-3,2%), nel terziario si è registrata una crescita del 4,5%, che sale al 18,1% nelle aziende da 10 a 49 addetti e al 35,9% nel terziario all’impresa.
Per quanto riguarda i consumi e le spese delle famiglie, è da sottolineare uno spostamento verso quello che il Censis definisce l’”immateriale”. Sono infatti i servizi di comunicazione a occupare la fetta più grande, aumentando fino al 19,1%, e i servizi legati ai consumi culturali e ricreativi che fanno registrare un incremento di molto superiore alla media della spesa interna e pari al 7,6%; rispetto a un aumento della spesa delle famiglie, a prezzi costanti del 1995, di 360 miliardi di euro dal ‘70 ad oggi, la metà di questo volume è oggi direttamente imputabile a consumi collegati con l’offerta di servizi (trasporto e comunicazione).
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