lunedì 23 gennaio 2006
ASCOM VICENZA: ATTO GRAVISSIMO LA RAPINA A WALTER BAGGIO
“Un fatto gravissimo, una tragedia sfiorata solo per casualità e che lascia sgomenti per la violenza e la facilità con la quale certa gente senza scrupoli utilizzi armi e non abbia alcuna remora nel puntarle contro le persone”. A parlare è Sergio Rebecca, presidente dell’Ascom di Vicenza, visibilmente scosso dal racconto di quanto è avvenuto stanotte durante la rapina ai danni di Walter Baggio, titolare di un distributore di carburanti in città, attivo vicepresidente provinciale dei gestori Figisc- Confcommercio, il sindacato di categoria di cui è anche vicepresidente nazionale.
A raccontare al presidente i particolari agghiaccianti dell’episodio criminoso c’è Andrea Gallo, direttore dell’Ascom, il quale stamattina ha fatto visita in ospedale a Walter Baggio per assicurarsi sulle sue condizioni di salute e per esprimergli, a nome del consiglio dell’Associazione e di tutti i colleghi dell’Associazione provinciale gestori di impianti di carburanti Figisc, la piena solidarietà.
“Nelle ultime ventiquattr’ore – aggiunge Rebecca – abbiamo notizia non solo di quanto è successo a Baggio, ma anche di un furto e dei relativi ingenti danni subiti da un’ottica a Caldogno, dell’ennesimo furto in una tabaccheria della provincia e ad un negozio di abbigliamento. Questi sono segnali più che preoccupanti che evidenziano un’escalation criminosa che non può passare innoservata. Non vogliamo lanciare atti di accusa nei confronti delle forze dell’ordine, che, anzi, nel vicentino lavorano benissimo - precisa Rebecca -. Il problema è che sono poche le persone preposte a tali compiti e non possono certo fare miracoli. Ma una soluzione si deve trovare perché cresce soprattutto la disinvoltura con la quale certa gente compie atti criminosi e la facilità con la quale gli stessi usino le armi o compiano violenze ai danni della gente. Nel caso di Walter Baggio è mancato un niente perché si consumasse una tragedia. Per fortuna la pallottola ha colpito un ginocchio e non un organo vitale. Ma non possiamo confidare solo sulla buona stella, dobbiamo fare qualcosa di concreto per porre freno a tutto questo”.
Come agire allora per reprimere l’ondata di violenza e di reati che continuano ad abbattersi in modo sempre più preoccupante sul Vicentino, e in particolare su chi esercita attività produttive? “La spirale di preoccupazione e di paura di atti criminosi purtroppo non risparmia nessuno – aggiunge il presidente Rebecca - anche se sono soprattutto i commercianti a essere in prima linea. E’, quindi, una situazione di allarme sociale e la soluzione vera sta in una effettiva capacità di prevenire. Da parte nostra lo abbiamo detto e ripetuto più volte nei convegni, al Crime-day, lo abbiamo scritto a ministri, sottosegretari, alle autorità ai vari livelli che deve essere aumentato il presidio sul territorio, perché Vicenza non è più un’isola felice come poteva essere tanti anni fa e tutti i cittadini hanno bisogno di sapere che non sono senza difese, alla mercè di una delinquenza che, nonostante il grosso impegno di agenti e militi, riesce a fare quello che vuole. Servono risposte concrete, come commissariati di zona, poliziotti di quartiere, una banca dati centralizzata sulla criminalità organizzata, il potenziamento degli apparati investigativi; controlli efficaci sull’immigrazione clandestina e soprattutto la certezza delle pene per non rendere inutile ogni sforzo”.
“Molti esercizi commerciali – conclude Rebecca – hanno cercato di prevenire il fenomeno criminiso dotandosi di sistemi di allarme, telecamere e di servizi di vigilanza privata. Come Associazione abbiamo attivato dal 2002, a favore delle nostre imprese, un accordo di collaborazione con una ditta specializzata, la quale provvede a posizionare una particolare attrezzatura in negozio che, in caso di rapina, invia immediatamente le immagini di quanto sta accadendo alle forze dell’ordine. Sono tutte iniziative singole dettate dalla volontà di rimboccarsi le maniche, a volte attuate da imprenditori che sono già stati vittime di episodi criminosi. Altri esercenti, invece, hanno preferito mollare l’attività piuttosto che rischiare la pelle per una manciata di euro. Ma è lo Stato che deve fare qualcosa di più sul fronte della sicurezza. Servono segnali forti per guardare al futuro con un po’ più di serenità”.