RINCARI … E ANCORA DICONO CHE LA COLPA E’ DEI COMMERCIANTI
Nr. 01 del 16/01/2006
Un 2006 che si è presentato portando con sé l’aumento del costo di alcuni tra i servizi più diffusi. Primi a rincarare sono stati i pedaggi autostradali, ritoccati al rialzo del 2,39 % dalle 23 concessionarie delle grandi direttrici che percorrono il territorio nazionale. Dopo i ticket autostradali, nel primo trimestre dell’anno scatteranno gli aumenti anche per luce e gas, oltre che sui servizi bancari, sulle assicurazioni, sui rifiuti e sui trasporti pubblici. In pratica, tutti o quasi i consumi più diffusi subiranno degli aumenti. L’Autority per l’Energia, ribadendo che l’ascesa dei prezzi del petrolio e degli idrocarburi in generale continua ad influenzare pesantemente i costi della produzione elettrica e della materia prima gas, ha infatti già provveduto all’aggiornamento tariffario per il prossimo trimestre 2006. L’aumento si tradurrà in un maggior onere, per una famiglia tipo, di oltre 7 euro all’anno per il gas e di 9,2 euro all’anno per l’energia elettrica. Per il settore domestico l’aumento della tariffa elettrica, rispetto al trimestre in corso, sarà pari a 0,34 centesini di euro per kWh, cioè al 2,5% al lordo delle imposte. Per il gas, invece, l’aumento complessivo sarà pari allo 0,7% rispetto al trimestre in corso. Ma, come già detto, i rincari non si fermeranno a queste voci e andranno ad aggiungersi a quelli già registrati nel 2005.
Anche in questo caso è il petrolio a farla da padrone. Secondo l’aggiornamento sull’andamento dei prezzi a novembre 2005 del Dipartimento del Tesoro è proprio questa voce la principale responsabile di tanti aumenti percepiti dalle famiglie italiane come un vero e proprio impoverimento. Basti pensare che il prezzo del gasolio per auto è cresciuto nel 2005 del 21,7% (contro il + 6,4% del 2004), quello da riscaldamento è salito del 17% e la benzina verde ha registrato un + 14,4%. Un aumento da far venire le vertigini anche per le tariffe elettriche, che nel 2005 sono cresciute del 7,1% e per quelle del gas (+11,9%).
Un bel balzo in avanti lo hanno subito anche i biglietti aerei, soprattutto sulle tratte nazionali, che hanno registrato un + 19,1%. Più contenuti, ma non per questo meno onerosi per le tasche degli italiani, i rincari delle tariffe assicurative Rc auto, che hanno subito un incremento del 2,3%. Gli aumenti hanno chiaramente interessato anche altri settori, come quello dell’istruzione, i cui prezzi sono cresciuti del 5,9%, quella secondaria e del 3,6% quella universitaria. Ritoccato verso l’alto anche il prezzo dei quotidiani (+6,1%), del latte intero (+2%) e degli affitti (+2,1%). Considerevole anche l’aumento subito dai servizi bancari: + 9,2%. Poche le voci in controtendenza: i medicinali controllati hanno registrato una flessione del 5,2% e la telefonia con un -1,2%. Troppo poco per dare sollievo alle tasche degli italiani che, ovviamente, proprio a causa di questi aumenti, percepiscono la perdita del potere d’acquisto del proprio salario. Una perdita, quindi, che è sempre più legata alla maggior spesa per tariffe e prodotti petroliferi, con buona pace di chi aveva puntato il dito contro il settore commercio. Anzi, proprio i commercianti sembrano pagare un prezzo pesante per questa situazione, visto che le poche risorse disponibili vengono sempre più impiegate per far fronte a questi rincari piuttosto che per far ripartire i consumi.
Torna alla pagina precedente