TURISMO VENETO: LA RICETTA DEL NEOPRESIDENTE
Nr. 04 del 27/02/2006
Da poche settimane è alla guida della più importante associazione regionale degli albergatori, Federalberghi Veneto, ed è già al lavoro, assieme alla giunta esecutiva, per elaborare strategie di crescita in un settore che chiede sempre più innovazione e si confronta con una forte concorrenza internazionale. Un compito che non spaventa Marco Michielli, 50 anni, padovano ma con albergo a Bibione, con un passato di consulente in ristrutturazione di aziende in crisi e nella pubblica amministrazione.
Michielli, che dal 2000 presiede anche l’Associazione Bibionese Albergatori e dal punto di vista imprenditoriale opera nell’ospitalità e nel ramo immobiliare, ricoprendo inoltre la carica di presidente del Golf Club Lignano spa, porta dunque le proprie competenza all’interno di un settore che ha sempre più bisogno di nuove idee e di nuovi approcci per adeguarsi alla mutata domanda del mercato. Per capire quali sono le prospettive future del turismo veneto e del settore alberghiero in particolare, Confcommercio Veneto Notizie ha intervistato il neo-presidente Michielli, che illustra anche le prossime “mosse” della Federazione.
Qual è, secondo la sua analisi, lo stato di salute del turismo veneto?
“Il Veneto continua a mantenere in Italia la leadership per numero di visitatori, che complessivamente - fra italiani e stranieri - nel 2005 sono stati 56.732.959. Lo stato di salute del turismo Veneto, quindi, si può definire buono, anche se, a fronte di un sostanziale blocco dei prezzi, per quanto riguarda il settore alberghiero sta corrispondendo un notevole aumento dei costi di gestione e i fatturati sono in diminuzione. I dati lo confermano: con un’inflazione annua stimata al 3%, il solo costo del personale - che costituisce la spesa più importante - è cresciuto circa del 5%, energie e materie prime di più. Di conseguenza, a ricavi costanti, i nostri costi sono lievitati del 30-40%, il che incide negativamente sugli investimenti nella ristrutturazione degli alberghi. Il permanere di questa situazione comporta il grosso rischio che le strutture presenti nella nostra regione non possano più essere rinnovate e finiscano fuori mercato, con conseguente perdita di competitività dell’offerta turistica del Veneto nel suo complesso. Ciò in un momento in cui la concorrenza dei paesi stranieri, soprattutto quelli più vicini a noi, diventa sempre più forte potendo contare su costi enormemente inferiori rispetto ai nostri.”
Quali i punti di forza e di debolezza del sistema turistico regionale?
“I punti di forza del turismo nel Veneto, è persino banale dirlo, ma è un dato di fatto, sono l’altissimo livello, la vastità e l’alta concentrazione di bellezze artistiche e architettoniche che costellano tutto il territorio, dalle città d’arte ai luoghi più periferici, con la presenza di musei, teatri e luoghi di svago; le bellezze paesaggistiche e il fatto che in una stessa regione siano presenti tutte e cinque le componenti dell’offerta turistica: dalle città d’arte al mare, dalla montagna al lago, alle terme; il tessuto ricettivo, storicamente fatto di piccole e medie imprese, che offre un tipo di ospitalità non riscontrabile nelle grandi strutture e difficilmente presente in altri Paesi; servizi all’avanguardia e allo stesso tempo ‘a misura di turista’ garantiti nella maggior parte dei casi dalla presenza costante del titolare, che gestisce in prima persona l’impresa. Basterebbe questo a far capire quante e quali siano le potenzialità del turismo della nostra regione. Punti di forza ai quali si contrappongono difficoltà che rischiano di vanificare l’intraprendenza e l’impegno degli operatori del settore. Primo fra tutti, il mancato allineamento dell’Iva per l’alloggio rispetto agli altri Paesi europei. In Italia questa imposta è pari al 10%, mentre in Francia è del 5,5%, in Spagna del 7%, in Olanda del 6% e in Lussemburgo del 3%. Da anni Federalberghi Veneto chiede l’adeguamento dell’Iva a quello degli altri Paesi. Aggravi fiscali e burocrazia rappresentano il principale freno allo sviluppo del nostro settore.”
Il territorio del Veneto presenta diverse vocazioni turistiche: mare, montagna, lago, terme, città d’arte. Quali le sfide future per le strutture alberghiere in ciascuno di questi contesti?
“Guardando la questione nel suo complesso, c’è un elemento di preoccupazione che interessa trasversalmente le diverse vocazioni turistiche del nostro territorio, dalla montagna al mare ai laghi eccetera, che è rappresentata dalla tendenza degli ultimi anni a inserire nuove strutture ricettive di grandi dimensioni in un territorio già saturo. Ci sono Comuni che continuano a rilasciare licenze, magari per mega-complessi in luoghi già oberati di strutture alberghiere ed extralberghiere. La Federalberghi Veneto ritiene perciò indispensabile una programmazione attenta sul territorio, legata alle scelte urbanistiche, che tenga conto delle caratteristiche e delle esigenze reali del settore.
L’ipotesi che abbiamo allo studio prevede una programmazione su tutto il territorio del Veneto, per evitare le abituali rincorse tra i comuni a chi concede più licenze a tutto danno delle strutture esistenti e senza la minima considerazione per gli indici di utilizzazione dei posti letto. Pensiamo di proporre che venga stabilita una soglia concordata di utilizzazione dei posti letto sotto la quale non concedere nuove licenze, ed oltre la quale sia possibile concederle”.
Il progetto di un distretto turistico del Veneto sta prendendo sempre più forma in termini progettuali. Come giudica questa opportunità, anche in considerazione del progetto, recentemente presentato a Jesolo, di un portale Internet di promozione (www.tp1.it)?
“Molto favorevolmente, con la precisazione che ritengo utile la creazione di un portale nazionale, sottoarticolato per regioni e località, sempre nell’ottica di agevolare il turista nella scelta. Non inventeremmo niente, copieremmo solo ciò che di buono è già attuato da anni dai nostri concorrenti diretti”.
Quali sono le priorità che lei intende affrontare all’inizio del suo mandato di presidente Federalberghi Veneto?
“La principale missione della nuova Giunta Esecutiva sarà l’innovazione nell’offerta turistica del Veneto per adeguarla alla mutata domanda del mercato, predisponendo gli strumenti che consentano alle imprese di affrontare la concorrenza internazionale con grande rispetto ma nella coscienza della nostra grande tradizione. Giunta Esecutiva che rappresenta i cinque settori cardine del turismo veneto - balneare, lacuale, montano, termale, città d’arte e città di Venezia - e che si è già proposta di elaborare indirizzi per la crescita e lo sviluppo della competitività delle imprese alberghiere, anche nella prospettiva di un’evoluzione sostenibile. Sul fronte interno, tra le priorità c’è ovviamente l’unità della categoria; sul versante dei rapporti con le istituzioni, la necessità per la Federalberghi Veneto di intervenire in modo deciso e unilaterale sulle scelte relative alle infrastrutture viarie, ma non solo della nostra regione, affinché le località turistiche siano più agevolmente raggiungibili da quanti le scelgono come meta per le proprie vacanze. La Tangenziale di Mestre, tanto per citare un esempio, certo non l’unico, non rappresenta sicuramente un buon biglietto da visita per quanti scelgono la nostra regione come meta per le proprie vacanze. In uno slogan, dobbiamo rendere facile al turista scegliere e raggiungere il Veneto. Il prossimo appuntamento sarà alla presentazione del nostro programma”.
Lei è in qualche modo legato al territorio vicentino, visto che il padre è stato presidente provinciale degli albergatori di Vicenza e della scuola alberghiera di Recoaro. Quali sono, a suo avviso, le potenzialità e i limiti, dal punto di vista turistico e dell’offerta alberghiera, della provincia berica?
“Ho trascorso a Vicenza quasi metà della mia vita in due riprese, da 0 ai 13 anni e dai 33 ai 43, ed i miei migliori amici di infanzia e, ahimè, dell’età matura sono del Vicentino.
Le potenzialità sono nel segmento business, nelle città d’arte, Vicenza e Bassano su tutte, nei Sette Comuni e sul Grappa. Può sembrare banale, ma dobbiamo riuscire a trattenere anche solo un giorno in più tutti coloro che si recano in provincia per lavoro, o invogliarli a tornare con la famiglia. Ogni albergo deve essere una vetrina del suo territorio, coinvolgendo anche il passante più frettoloso nel desiderio di meglio conoscerlo. Questo vale ovviamente anche per le altre città del Veneto”.
DISTRETTO TURISTICO, UN PROGETTO PER SFRUTTARE TUTTO L’ANNO LE POTENZIALITA’ RICETTIVE
Interessa le province di Venezia, Rovigo, Treviso e Vicenza
Il superamento della stagionalità e il pieno utilizzo delle potenzialità ricettive nell’arco intero dell’anno sono due degli obiettivi prioritari del Distretto Turistico, che conta sull’adesione di 76 organismi pubblici e la sottoscrizione di 487 imprese del settore turistico veneto.
Il Distretto turistico, che ha ottenuto il riconoscimento dalla Regione Veneto, interessa i territori delle province e delle Camere di Commercio di Rovigo, Treviso, Vicenza e Venezia, enti che lo hanno promosso e sostenuto. Tra le prime realizzazioni concrete da attivare nell’ambito del Distretto Turistico vi è il portale “Turist Portal TP1” e l’Osservatorio. Ambedue rappresentano un’occasione per innalzare la qualità del rapporto tra turisti e il sistema turistico del Veneto, favorendo l’allungamento delle stagioni turistiche e un maggior utilizzo delle strutture ricettive. Di questo, e in particolare del portale TP1 se ne è parlato al convegno: “Il distretto turistico: un’opportunità per turisti ed imprenditori”, che si è svolto a Jesolo, lo scorso 13 febbraio e che ha visto partecipazione di molti operatori del settore. Il progetto del portale prevede, infatti, la realizzazione di un motore di ricerca su Internet, attraverso il quale i potenziali turisti e visitatori potranno accedere a tutta una serie di informazioni utili alla costruzione della loro vacanza ideale e alla migliore organizzazione del soggiorno. Nel sito, infatti, troveranno posto tantissime informazioni utili sulle strutture ricettive e sull’offerta turistica complessiva delle quattro province facenti parte del distretto, con in più la possibilità di scoprire nuovi itinerari e le tante località sconosciute e ancora poco valorizzate. Inoltre, il portale si propone come strumento utile per tutta la filiera del turismo per comprendere al meglio come investire per la promozione del settore e per equilibrare la domanda e l’offerta turistica dell’area in tutto il periodo dell’anno.
Federalberghi Veneto, che fa parte del sistema Confturismo, riunisce le 17 Associazioni Albergatori territoriali di Abano-Montegrotto Terme, Basso Piave, Belluno, Bibione, Caorle, Cortina D’Ampezzo, Eraclea, Unione CTS Venezia, Jesolo, Padova, Portogruaro, Sottomarina, Treviso, Unione Gardesana, Venezia, Verona, Vicenza, associando attraverso queste realtà organizzative circa 2.500 aziende alberghiere nel Veneto, su un totale di 3.079 hotel esistenti in regione.
Oltre al presidente Marco Michielli, della giunta esecutiva fanno parte: Angelo Faloppa (settore balneare); Enrico Kaufmann (settore lacuale); Eric Brizio settore montano; Giuseppe Albertin (settore termale); Sergio Cucini (settore città d’arte:); Massimo Salviato (città di Venezia); Alessandro Peruch (cooptato, con delega a rappresentare Federalberghi Veneto in seno alla Federalberghi nazionale).
L’EREDITA’ IMPEGNATIVA E STIMOLANTE
Il presidente uscente Alessandro Peruch, in carica dal 1992, ha guidato la Federalberghi Veneto verso traguardi ambiziosi
Dopo quattordici anni alla guida della più consistente e rappresentativa Federazione regionale degli albergatori, Alessandro Peruch, 65 anni, originario di San Donà di Piave, la lasciato il timone della Federalberghi Veneto a Marco Michielli. Ma ciò non significa un disimpegno dall’attività sindacale, perché Peruch resta vicepresidente vicario della Federalberghi nazionale, dove continuerà il suo impegno per sostenere la valenza economica e sociale del settore turistico, oggi riconosciuto da tutti come elemento trainante dell’economia nazionale e regionale.
Con questa convinzione, il presidente uscente della Federalberghi Veneto si è posto nei confronti delle istituzioni, in particolare della Regione - sua principale interlocutrice - con uno spirito propositivo e con la volontà di far valere le esperienze imprenditoriali della propria categoria collaborando per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Tanti gli interventi, le proposte e le battaglie condotte con successo dal presidente Peruch, grazie anche al lavoro di squadra messo in atto dagli uffici della Federazione regionale: dalla partecipazione ai tavoli di concertazione della Regione Veneto alla partecipatissima Assemblea Nazionale della Federalberghi, l’anno scorso a Mestre, dall’impegno costante per lo sviluppo e l’immagine della categoria in ambito territoriale e nazionale anche attraverso gli organi di informazione, agli interventi presso i parlamentari veneti su diverse questioni determinanti per il settore, dai rapporti instaurati con le Università e con gli Istituti Alberghieri a quello consolidato con Confturismo Veneto, dalla partecipazione alle maggiori fiere e convegni legati al turismo (e non solo) ai frequenti incontri con gli assessori regionali al Turismo e con i consiglieri regionali. Insomma, un’attività intensa, che ha portato la Federalberghi del Veneto a costituire di fatto un osservatorio privilegiato e un punto di riferimento per la categoria e le istituzioni.
IL TURISMO VENETO CRESCE E SI RAFFORZA
Aumentate del 4 per cento le presenze e del 3,4 per cento degli arrivi. Bene a Venezia e Verona, in difficoltà Vicenza. Ma sulla validità dei dati c’è chi solleva qualche dubbio
Il turismo nel Veneto è cresciuto, nel 2005, del 4 per cento, in termini di presenze e del 3,4 per cento negli arrivi. Davvero niente male, considerato l’andamento generale dell’economia e il contesto internazionale che rimane comunque non del tutto sereno. Non tutte le province sorridono, però, per i dati, elaborati dalla direzione statistica della Regione Veneto, e resi noti alcuni giorno or sono. Se Belluno, Venezia e Verona possono dirsi soddisfatte, Padova e il Polesine registrano un andamento meno brillante (anche se comunque positivo), mentre a Vicenza “il piatto piange”.
E’ proprio sui dati di Vicenza è scattata la polemica tra il consigliere provinciale con delega al turismo Dino Secco e la Regione, con il primo che ha segnalato l’esistenza di errori nelle cifre divulgate e la seconda che ha rimandato al mittente l’accusa, affermando che la raccolta e l’inserimento dei dati informatici è compito proprio della Provincia, mentre la Regione si limita all’elaborazione degli stessi.
Ma vediamo da vicino le cifre rese note dal vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia, che ha commentato, ovviamente con soddisfazione, la performance turistica del Veneto. Nel bellunese gli arrivi hanno toccato quota 801.499, con un aumento dell’1,6 per cento, per un totale di 5.085.855 presenze.
Proprio le presenze segnano un calo del 2,4 per cento, in linea peraltro con una tendenza abbastanza generalizzata di un turista che si muove di più ma anche meno “stanziale” del passato. Significativa la crescita cospicua di ospiti dell’estero: + 7 per cento degli arrivi e + 3,7 per cento delle presenze.
La provincia di Padova, con 1.124.029 arrivi, dei quali oltre il 42 per cento stranieri, ha registrato un aumento del 2 per cento rispetto al 2004; per contro c’è stato un calo, seppur lieve (-0,4 per cento) delle presenze.
Particolarmente positivi sono stati i risultati della provincia di Venezia, segno dell’attrattiva soprattutto del capoluogo lagunare, che si rivela un punto di forza di grande interesse.
Le presenze sono state complessivamente 6.626.168, oltre la metà di quelle registrate a livello regionale, con una crescita del 5,5 per cento e una quota di ospiti stranieri superiore al 72 per cento. I turisti provenienti dall’estero sono aumentati del 6,5 per cento, gli italiani del 3 per cento. Le presenze registrate assommano a 30.275.065 (più del 53 per cento del totale veneto, delle quali 19.749.173 straniere), con una crescita del 4,6 per cento.
Passiamo alla provincia di Verona, che è quella che ha fatto registrare i migliori risultati in termini di presenze, passate a 11.974.087, con una crescita del 10,6 per cento rispetto al 2004; in aumento anche gli arrivi (2.565.682 unità, + 1,8 per cento). La crescita ha rigurdato sia gli italiani (le cui presenze sono cresciute del 23,4 per cento), sia gli stranieri (+ 4,6 per cento). Questi risultati sono attribuibili principalmente al Lago di Garda (le cui presenze sono cresciute del 7,1), ma certamente anche al fascino di una città d’arte come Verona, oltre a tutte le altre località che imprezioscono questa provincia.
Il Polesine si colloca in coda tra le province venete per arrivi (246.462 arrivi, quasi il 40 per cento delle quali provenienti dall’estero), ma con una quota di presenze relativamente elevata: 1.769.263, con una permanenza media, dunque, di oltre 7 giorni. Segno di un turismo diverso, che è in ogni caso in crescita: + 3,3 per cento gli arrivi; + 0,7 per cento le presenze. Gli aumenti hanno riguardato soprattutto gli ospiti provenienti da altre regioni, mentre sono rimasti sostanzialmente stabili arrivi e presenze straniere.
E veniamo ai dati che riguardano la provincia di Vicenza. Secondo la Regione, nel 2005 si è verificata una sostanziale diminuzione percentuale sia negli arrivi (-2,9 per cento), sia delle presenze (-10,4 per cento). Un fenomeno negativo che, secondo la Regione, ha riguardato soprattutto gli ospiti stranieri che, rappresentando una quota pari a circa un quarto del totale, sono calati del 6,7 per cento come arrivi e del 15,3 per cento come presenze. Ma proprio sui dati del Vicentino, come già accennato, non sono mancate le polemiche, perché chi a Vicenza si occupa istituzionalmente di turismo ha evidenziato delle incongruenze, pur ammettendo che, ad esempio, il turismo d’affari avrebbe avuto un calo del 2 per cento e quello delle seconde case addirittura del 20 per cento. In ogni caso, in attesa delle eventuali verifiche sul sistema di rilevazione ed elaborazione dei dati sul turismo, la Regione punta a rafforzare ulteriormente la posizione di leadership del Veneto nel settore turistico, puntando in particolare sul lancio del logo – recentemente presentato – della stella a sette punte affiancata dal leone di San Marco e dalla frase “Veneto: tra la terra e il cielo” e sulla realizzazione dei portali d’ingresso al Veneto.
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