COMMERCIO SU AREE PUBBLICHE, NUOVE SFIDE E VECCHI PROBLEMI
Nr. 05 del 13/03/2006
Un libro bianco sul commercio su aree pubbliche per dare visibilità ad un settore che conta quasi 151mila imprese, che dà lavoro a 340mila addetti (più altri 100 mila nell’indotto) e che crea ricchezza, con un giro d’affari pari a 28 miliardi di euro. A presentarlo, nei giorni scorsi, è stata la Fiva-Confcommercio nazionale, durante la sua assemblea programmatica, che ha avuto come fulcro l’intervento del presidente Giacomo Errico. Il “Libro Bianco sul commercio ambulante e su aree pubbliche”, in sostanza, fa il punto sui cambiamenti in atto, i problemi e le prospettive di un settore che pur avendo registrato negli ultimi anni un interessante fenomeno di crescita, si trova costantemente a lottare con vecchie e nuove problematiche quali l’abusivismo, la sicurezza, i rapporti con le amministrazioni locali, le politiche fiscali e tributarie. “Il commercio ambulante e su aree pubbliche - ha infatti sottolineato il presidente Errico - attraversa un momento contraddittorio: da una parte i consumatori frequentano in misura progressivamente maggiore i nostri mercatini, dall’altra la categoria soffre di alcune carenze strutturali e legislative e trova notevoli difficoltà a consolidare la sua presenza all’interno delle città”. E che il commercio su aree pubbliche meriti maggiore attenzione da parte di chi fa la politica economica del Paese, lo dimostrano anche altri dati significativi: il settore, infatti, detiene una quota di commercializzazione sui consumi finali delle famiglie che si aggira attorno al 14-16%, mentre le presenze medie dei consumatori sui mercati varia dai 22 ai 23 milioni a settimana. Di più, il commercio su aree pubbliche, come ha sottolineato il presidente Errico, “è stato storicamente il segmento commerciale che ha garantito la difesa della fascia più debole dei consumatori, siamo stati e siamo coloro che, forse meglio di altri, sanno coniugare il prezzo di vendita e la qualità dei prodotti”.
Come risponde dunque il settore a questo “successo di pubblico”? Una efficace analisi viene proprio leggendo i dati pubblicati sul libro bianco della Fiva.
Imprese, dopo il boom
la crescita rallenta
Come si diceva all’inizio, il totale delle imprese di commercio su aree pubbliche iscritte al Registro delle imprese al 30 giugno 2005 ammonta a 150.915 unità, contro le 149.978 del 2004, con una crescita dello 0,62%. Rispetto al 1999 (anno della consistenza numerica minima 121.325) la crescita è stata del 24,4%, dunque un risultato di tutto rispetto se raffrontato ad altri settori. Tuttavia il tasso annuale appare in regresso rispetto a quello degli anni precedenti, al punto da far sorgere il dubbio che la crescita complessiva del settore sia al limite.
Sul totale delle imprese, quelle a posteggio fisso rappresentano, nel 2005, il 67,8% dell’intera categoria, contro il 71,7% del 2004 e l’84,6% del 1998. In questo senso, dunque, prosegue la profonda evoluzione interna della categoria, pur con tutte le cautele che derivano dall’abitudine degli operatori a non esercitare esclusivamente una sola forma di attività. Focalizzando l’attenzione sul Veneto, si evidenzia che nella nostra regione operano 6.379 imprese su posteggi fissi, che si suddividono in 1986 operanti nell’alimentare e bevande, 2129 nell’abbigliamento, 1447 nelle merci varie e 817 non classificate. Le imprese itineranti sono invece in Veneto 2908, di cui 580 specializzate in alimenti e bevande, 1450 in abbigliamento e vestiario e 878 in merci varie.
La tendenza nazionale segnalata nel libro bianco è che le imprese a posteggio fisso - finora in crescita costante anche se contenuta - accusano una brusca contrazione rispetto al 2004 e a tutti gli anni precedenti, riportandosi sotto il dato del 1998. In assoluta espansione sono invece le imprese a posteggio mobile (itineranti), il cui tasso di crescita si dimostra regolare negli ultimi quattro anni.
Per quanto riguarda i settori merceologici, il libro bianco segnala che il settore degli alimentari e bevande registra un lievissimo aumento, pari allo 0,52%; per la prima volta dal 1998, il settore dell’abbigliamento e vestiario fa registrare una sostanziale contrazione (meno 898 unità, pari all’1,51%); il settore delle merci varie apprezza una sostanziale crescita ( più 3,86%).
Sempre meno alimentazione
sempre più non food
L’offerta merceologica della categoria, secondo i dati del libro bianco, subisce variazioni poco sostanziali rispetto al 2004: invariata l’incidenza del comparto alimentare (29,4%), in leggerissimo calo quella dell’abbigliamento (43,7% contro il 44,6% del 2004), in contenuta crescita quella delle merci varie (26,9% contro il 26,0% del 2004). Rispetto allo stesso dato del 2000, tuttavia, si registrano forti variazioni. Il comparto alimentare scende di 7,57 punti percentuali, l’abbigliamento sale di 3 punti e mezzo, le merci varie di 4 punti.
È un ulteriore segnale di tendenza che marca il commercio su aree pubbliche: sempre meno alimentazione sempre più no food. E per quanto riguarda le aree? Rispetto al numero di operatori, il libro bianco rileva che la superficie è più disponibile al Nord mentre il posteggio medio è maggiore nel Sud: il che significa che le aree a disposizione, complessivamente, nel settentrione, sono maggiori ma più frazionate.
Le priorità per il settore
La presentazione del libro bianco è stata anche l’occasione per focalizzare alcuni problemi dalla categoria, sui quali la Fiva sta puntando tutta la sua azione sindacale. Quello dell’abusivismo, certo, particolarmente sentito in alcune aree. Ma anche quello della sicurezza, per la quale la Fiva chiede una maggiore presenza dello Stato in funzione di prevenzione e di rafforzamento del controllo del territorio. Nella sua relazione il presidente Errico ha dedicato spazio al delicato rapporto tra ambulantato e centri storici. “Noi vogliamo stare nei centri storici e non vogliamo aggrapparci alle nostalgie del passato -ha affermato - Anzi vogliamo essere soggetti attivi di ogni processo di riqualificazione dei centri delle città, specialmente in una contingenza nella quale l’opinione pubblica ritorna a dare attenzione al centro storico. Ma - ha continuato Errico - non vogliamo essere sopportati o indicati ogni volta come i responsabili dei limitati disagi che mercati e fiere comportano alla città. Sotto questo aspetto siamo disposti a farci carico di ogni possibile intervento, dai banchi di vendita in armonia con l’arredo urbano al problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Le istituzioni devono assumersi anche esse la responsabilità, debbono insomma investire in iniziative di promozione e sostegno, prima ancora che in risorse finanziarie”.
A questo proposito le proposte della Fiva mirano ad ottenere processi di coerente collocazione dei mercati, di scelte urbanistiche e di viabilità certe e di lungo periodo; deliberazioni capaci di evitare la dequalificazione dei mercati, attraverso l’individuazione di organici ben definiti; regolamentazioni che incentivino l’assegnazione dei posteggi alle nuove imprese oppure a quelle con prodotti biologici e tipici.
Insomma, il settore delle vendite su aree pubbliche cresce e si evolve. Non è più solo un insostituibile servizio di vicinato nelle aree metropolitane, oppure un servizio di “supplenza” alla carenza di strutture distributive nei centri di minore dimensione. E’ anche e soprattutto una forma alternativa, integrativa e complementare rispetto ad altre forme di commercio al dettaglio e anche alla grande distribuzione. Una forma di acquisto scelta da un numero crescente di italiani, che hanno trovato qui il giusto connubio tra qualità del prodotto e risparmio.
UN GRANDE MERCATO NELLE VIE E NELLE PIAZZE DEL VICENTINO
Una “centro commerciale” di oltre 130mila metri quadrati
Anche nel Vicentino il commercio su aree pubbliche rappresenta uno dei segmenti trainanti dell’intero comparto e contribuisce a vivacizzare l’offerta dei centri storici dei vari paesi. Sono infatti più di 70 i comuni nelle cui vie e sulle cui piazze trovano spazio le bancarelle degli ambulanti. In totale, nell’arco della settimana, i mercati della nostra provincia sono un’ottantina per complessivi 4mila posteggi occupati. Di questi, oltre 700 sono riservati al settore alimentare, mentre il restante è appannaggio delle imprese del non food. Le aziende che operano su aree pubbliche nel Vicentino costituiscono un grande centro commerciale di oltre 130mila metri quadrati, aperto tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, e che servono quotidianamente centinaia di migliaia di cittadini. Un settore complesso e dove agiscono migliaia di imprese, perlopiù a conduzione familiare. Un settore dunque che, proprio per la sua complessità, ha bisogno di regole certe.
Le novità sulle autorizzazioni per le fiere
In questo senso si inserisce la Delibera della Giunta regionale (n. 2113 del 2 agosto 2005), la quale ha reso operativa la norma che prevede il rilascio del titolo autorizzatorio per la partecipazione alle fiere. La delibera stabilisce che a chi è già in possesso di una concessione decennale per la partecipazione ad una fiera, venga rilasciata automaticamente, nel corso della prima partecipazione successiva all’entrata in vigore della DGR, anche la contestuale autorizzazione. Per quanto riguarda i criteri per il rilascio di nuove o per la regolarizzazione di fiere già istituite, vengono adattati alle fiere, i criteri già adottati per i mercati settimanali, con la sola differenza che non si potrà avere più di un posteggio per singola fiera.
La DGR ha poi modificato e chiarito alcuni aspetti che, negli ultimi mesi, avevano evidenziato difficoltà di interpretazione da parte dei comuni. Tra questi, l’impossibilità di istituire mercati riservati ai produttori agricoli; l’obbligo da parte dei Comuni di verificare entro sei mesi dal rilascio dell’autorizzazione l’ effettivo inizio dell’attività. Un’altra questione chiarita e che ha visto negli ultimi anni, differenti interpretazioni, riguarda il sub-ingresso e/o la cessione di ramo d’azienda, che ora deve avvenire con contratti redatti in forma pubblica o per scrittura privata autenticata, introducendo una serie di regole relative alle assenze e all’anzianità.
ENTRO IL 3 APRILE LE DOMANDE PER L’ASSEGNAZIONE DEI POSTEGGI LIBERI NEI MERCATI DEL VENETO
Le domande per l’assegnazione definitiva agli operatori del commercio su aree pubbliche dei posteggi liberi in mercati non di nuova istituzione del Veneto dovranno essere presentate entro il 3 aprile 2006. E’ quanto stabilisce il provvedimento della Direzione Commercio regionale, che verrà pubblicato il 3 marzo nel Bur del Veneto, in cui vengono elencati i Comuni nei quali verranno posti a bando i posteggi liberi. Per la provincia di Vicenza, ricorda la Fiva - Confcommercio, l’assegnazione definitiva dei posteggi riguarda i mercati di Tezze sul Brenta e Villaverla.
La Direzione Commercio regionale informa inoltre che nelle prossime settimane, con specifico bando, verranno aperti i termini anche per i mercati o i posteggi isolati di nuova istituzione.
Le domande, da compilare utilizzando il nuovo modello (modificato con il DGR 2113 del 2 agosto 2005), potranno essere inviate tramite raccomandata, a mezzo fax oppure consegnate a mano ai Comuni sedi dei mercati esclusivamente, a pena di decadenza, tra il 4 marzo e il termine ultimo del 3 aprile 2006.
Per maggiori informazioni o ricevere copia del modulo di domanda si possono contattare la segreteria provinciale della FIVA (Federazione Italiana Venditori Ambulanti) Confcommercio , in via Faccio, 38 a Vicenza (tel. 0444 964300) o gli uffici mandamentali dell’Ascom.
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