Il Nord si conferma la locomotiva del Paese. Oltre il 50% del Pil e dei consumi nazionali vengono dal Settentrione, che vanta anche il primato indiscusso delle società di persone e di capitale, soprattutto nel settore dei servizi. È la fotografia scattata dal Centro Studi di Confcommercio sulla situazione delle imprese e delle famiglie del Nord Italia. L’aspetto della produttività è quello che vede l’area in maggiore vantaggio rispetto al resto del Paese. Circa il 54% del Pil (di cui il 31,7% nel Nord-Ovest e il 22,3% nel Nord-Est) è prodotto nel Settentrione e il Pil pro-capite è superiore all’incirca del 20% rispetto alla media nazionale. Le imposte correnti sul reddito e sul patrimonio pagate dalle famiglie settentrionali rappresentano il 55,8% del totale sull’intero territorio: in termini pro-capite questo dato si traduce in un livello di imposte superiore del 10% rispetto al dato nazionale. La maggiore ricchezza prodotta nelle regioni settentrionali determina un più elevato reddito disponibile per le famiglie (circa il 53% del totale), che in termini pro-capite è superiore di circa il 17,6% rispetto al dato medio nazionale. Anche i consumi in questa parte del Paese sono più elevati: nel Nord si concentra il 52% della spesa effettuata dalle famiglie sul territorio nazionale (circa il 30% nel Nord-Ovest e poco meno del 22% nel Nord-Est). Il tessuto produttivo ha visto nel corso dell’ultimo decennio aumentare il numero delle società di persone e di capitale, soprattutto nel settore dei servizi. Attualmente in tutto il Nord il peso delle imprese del terziario rappresenta oltre il 50% del tessuto imprenditoriale locale. Nonostante la crescita economica molto debole, il Nord non ha perso occupazione: oltre il 50% dei lavoratori dipendenti e indipendenti risiedono in quest’area. I giovani imprenditori (fino a 34 anni) rappresentano il 24,1% del totale degli indipendenti. Anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è tra i più bassi a livello nazionale: un valore pari al 13,2% rispetto al 24% della media nazionale. Sul fronte fiscale, dalle regioni del Nord proviene mediamente circa il 62% del gettito dell’Irap, da quelle centrali poco meno del 22% e il restante 16% circa dalle regioni meridionali.