PROGRAMMAZIONE DEL TERRITORIO, LE OSSERVAZIONI AL PIANI
Nr. 11 del 12/06/2006
Bloccare l’ulteriore espansione di grandi superfici di vendita, contrastare la grande distribuzione commerciale salvaguardando il commercio di vicinato, sostenere i centri commerciali naturali che mettano in rete il piccolo commercio già esistente all’interno delle aree urbane e dei centri storici. Sono queste alcune delle linee guida contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptpc) elaborato dalla Provincia di Vicenza ed attualmente in fase di concertazione. Un piano che accoglie dunque, già nella sua bozza preliminare, alcuni aspetti strategici per un equilibrato sviluppo del comparto commerciale, aspetti, tra l’altro, che in questi anni sono sempre stati al centro dell’azione sindacale di Confcommercio Vicenza e che erano stati proposti alla Provincia negli incontri preliminari alla stesura del Piano. “Non possiamo che esprimere la nostra piena soddisfazione per queste indicazioni contenute nel Ptcp - è il commento del presidente della Confcommercio provinciale Sergio Rebecca -. Si tratta infatti di linee guida che puntano ad una equilibrata compresenza sul territorio di grande, media e piccola distribuzione, realizzando quell’equilibrio urbanistico-commerciale fondamentale per un corretto sviluppo del settore. Direi che l’amministrazione guidata dalla presidente Manuela Dal Lago ha fatto finora un ottimo lavoro e l’invito è chiaramente quello di salvaguardare questi aspetti anche nell’attuale, importante, fase di concertazione”.
Va detto, infatti, che il Ptcp che verrà adottato dalla Provincia avrà poi riflessi sugli strumenti urbanistici di livello inferiore, vale a dire quelli dei Comuni, i quali potranno sì essere autonomi, ma coerenti con quanto stabilito nel piano stesso. Per questo è dunque fondamentale che il Piano contenga già indicazioni sullo sviluppo della rete commerciale, così da offrire alle singole amministrazioni locali delle coordinate precise, che tengano conto non solo di quanto accade all’interno dei ristretti confini dei Comuni ma anche su tutto il territorio della provincia. In questo senso il Ptcp va già in questa direzione, quando prevede, ad esempio, che “la creazione di nuove aree commerciali andrà pensata a livello sovracomunale” o quando raccomanda di “evitare la creazione di nuovi poli commerciali concorrenziali rispetto al commercio al minuto degli esercizi tradizionali, tali da esasperare condizioni di congestionamento veicolare, di inquinamento ecc.”.
Il documento, come già accennato, si trova ora nella così detta fase di concertazione, che ha lo scopo, tra l’altro, di raccogliere le osservazioni delle categorie economiche. In questo senso si inserisce una specifica lettera che la Confcommercio di Vicenza ha inviato alla presidente della Provincia Manuela Dal Lago e che contiene ulteriori osservazioni dell’Associazione di via Faccio sul Piano.
“Nella lettera inviata alla presidente della Provincia abbiamo proposto - prosegue Rebecca - alcune puntualizzazioni alle linee guida contenute nel documento preliminare al Ptcp, indicazioni che hanno il merito di sviluppare una più efficace correlazione tra la programmazione urbanistica e la programmazione commerciale del territorio”. Vediamo allora quali sono i suggerimenti avanzati dalla Confcommercio di Vicenza.
Per eliminare sovrapposizioni e ridondanze tra i diversi strumenti di “concertazione” o di programmazione adottati a disposizione dei Comuni, Confcommercio propone di definire gli ambiti di programmazione commerciale sui quali i Comuni facciano obbligatoriamente riferimento (nel contesto di P.A.T.I. tematici o di accordi Comuni-Provincia che diventerebbero garanti della coerenza complessiva dei piani), in relazione non solo alla programmazione delle grandi strutture di vendita ma anche dell’assetto della rete distributiva, in ottemperanza alle priorità indicate nel documento della Provincia. A tal fine, l’Associazione ha indicato 9 “ambiti”, o meglio 9 maxi aree in cui suddividere il territorio vicentino, tenendo conto della realtà sociale ed economica, della storia e della vocazione che la zona esprime.
Un altro significativo suggerimento riguarda la questione del riutilizzo ai fini commerciali dei capannoni dismessi. Confcommercio ritiene necessario precisare che tale opportunità non deve essere considerata prioritaria se non quando ne sia accertata la coerenza rispetto alla rete commerciale che si intende realizzare; diversamente si determinerebbero rendite di attesa in grado di alterare pericolosamente i parametri economici di una corretta programmazione di riassetto territoriale. Si eviterebbero così, secondo l’associazione, anche quelle operazioni speculative di “valorizzazione immobiliare”, con le quali si lucra semplicemente riconvertendo i capannoni industriali in immobili ad uso residenziale e commerciale.
Infine, riguardo al “sistema degli incentivi”, Confcommercio propone alla Provincia, perdurando l’assenza di indirizzi regionali, di supportare l’azione dei Comuni volta ad adeguare la rete commerciale attraverso una griglia di incentivi-vincoli. In questo senso la lettera inviata da Confcommercio contiene già una serie di suggerimenti: “in caso di consolidamento (o nuova apertura) di esercizi commerciali esistenti all’interno della rete definita, dare priorità per gli interventi pubblici di adeguamento delle infrastrutture, dei servizi, del trasporto pubblico, dell’arredo urbano; consentire la detrazione per oneri urbanistici a compensazione di interventi per il miglioramento degli immobili dell’attività; monetizzazione delle aree a parcheggio o sostituzione della spesa relativa in opere di arredo (completamento marciapiedi, ecc.)”. In caso di trasferimento (o chiusura) degli esercizi commerciali esistenti all’esterno della rete definita, Confcommercio suggerisce di “dare la possibilità di recuperare la minusvalenza attraverso il credito edilizio o la compensazione, prevedendo un coefficiente di moltiplicazione per la riconversione della superficie (o volume) commerciale: in altri termini viene data la priorità al trasferimento degli esercizi commerciali verso gli ambiti predefiniti anche con il trasferimento di crediti edilizi; vietare nuove aperture “fuori rete” per determinate tipologie commerciali; obbligo, per le tipologie ammesse, di compensare i presumibili impatti sul territorio con l’adeguamento delle infrastrutture e dei servizi senza possibilità di monetizzazione”.
Ora le osservazioni di Confcommercio, così come quelle degli enti pubblici territoriali, delle altre amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti, la Regione, le Province contermini, i comuni, le comunità montane, gli enti di gestione delle aree naturali protette interessati, gli enti pubblici e i soggetti gestori di servizi pubblici e gestori di reti e servizi ad uso pubblico aventi rilevanza provinciale, contribuiranno, seguendo il metodo della partecipazione e della concertazione, all’elaborazione del Piano definitivo, che verrà poi approvato in Consiglio Provinciale e inviato alla Regione Veneto presumibilmente entro i primi mesi del 2007.
“Il compito del nostro comparto - conclude Rebecca - è anche quello di contribuire alla vivibilità delle città e dei paesi nella nostra provincia. E’ per questo che abbiamo sempre prestato la massima attenzione ai temi connessi alla programmazione urbanistica e commerciale a partire dall’ambito comunale: la rete delle imprese esistenti chiede di essere tutelata e valorizzata e l’Amministrazione provinciale sembra orientata, nella sua agenda per il Ptcp, a seguire questa strada.”
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