UN PIANO PER RIDURRE LE POLVERI SOTTILI
Nr. 12 del 26/06/2006
Un piano strutturale per ridurre l’inquinamento da polveri sottili (la famigerate Pm10) su tutto il territorio veneto. Lo ha approvato la Giunta regionale, che nei giorni scorsi ha reso pubblico il “Piano Progressivo di Rientro relativo alle polveri Pm10”. Il piano nasce da una considerazione di fondo: gli interventi in emergenza e “a macchia di leopardo” dei singoli comuni, come il blocco del traffico o le targhe alterne, servono più come alibi agli amministratori che come misura concreta ed efficace per la soluzione del problema. Per questo la Regione ha predisposto un progetto che intende colpire le cause dell’emergenza polveri sottili, attraverso misure strutturali su industria, trasporti e riscaldamento.
Una logica di intervento che trova d’accordo anche il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca, che ha sempre espresso le proprie perplessità su come è stato finora affrontato, dalle amministrazioni locali, il problema Pm10. “I fatti hanno dimostrato - afferma - che i blocchi del traffico, le targhe alterne, la chiusura dei centri storici e tante altre misure attuate finora sono solo dei palliativi, che non risolvono alla base il problema. Lo abbiamo ripetuto più volte in tutte le occasioni in cui qualche sindaco faceva uscire dal cappello qualcuno di questi interventi, che mettono solamente in difficoltà i cittadini, oltre che creare non pochi disagi alle imprese, soprattutto quelle del commercio. Per questo - continua Rebecca - il Piano della Regione non può che essere accolto positivamente, anche se poi bisognerà attendere il passaggio dai progetti ai fatti concreti. E’ inoltre auspicabile che, proprio sulla scorta di queste azioni strutturali, la Regione ponga in qualche modo un freno alle iniziative isolate dei singoli amministratori”.
Tornando ai contenuti del Piano Regionale, le misure più significative prevedono la conversione a metano di un terzo degli impianti di produzione di energia elettrica, una maggiore incentivazione per il fotovoltaico, la sostituzione degli impianti di riscaldamento residenziali privati, incentivi alla metanizzazione degli impianti industriali di combustione, svecchiamento del parco veicolare pubblico e privato. Tutto questo dovrebbe portare, comunque in un tempo relativamente lungo (si parla di 15 anni) ad una consistente riduzione delle Pm10 e all’eliminazione di gran parte delle cause inquinanti.
Nello specifico, come ha spiegato durante la presentazione del Piano l’Assessore alle politiche per l’ambiente Giancarlo Conta, gli interventi nel settore industriale saranno attuati con accordi di programma per l’applicazione delle BAT (Best Avaible Technologies). L’obiettivo, in questo caso, è la metanizzazione di impianti industriali di combustione e di impianti di produzione di energia elettrica. Sul fronte del trasporto, la Regione punta sul rinnovo del parco dei mezzi pubblici circolante (o in alternativa sull’applicazione di appositi filtri), sull’utilizzo di carburanti alternativi (come biodisel e bioetanolo), sulla sostituzione dei ciclomotori a due tempi con altri a quattro tempi. Per quanto riguarda il riscaldamento, la Regione prevede la riconversione degli impianti a gasolio degli edifici pubblici, l’utilizzo delle biomasse e la sostituzione delle caldaie obsolete.
Il Piano Progressivo di Rientro relativo alle polveri Pm10, che ha già ricevuto il parere favorevole di tutte le Province del Veneto, parte già con una sua dotazione finanziaria, che dovrebbe poi essere integrata da appositi finanziamenti Ue. La Giunta regionale è infatti in procinto di attivare un primo fondo di rotazione presso la Veneto Sviluppo S.p.A., la cui dotazione iniziale sarà di 10 milioni di euro. Un secondo fondo sarà creato con provvedimento legislativo e sarà riservato esclusivamente all’ambiente, anche per interventi di emergenza da parte dei comuni e per il recupero di particolari situazioni di degrado.
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