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Confcommercio Veneto Notizie

LIBERALIZZAZIONE A FORTE RISCHIO IPROVVISAZIONE

Nr. 13 del 10/07/2006

Alla Confcommercio di Vicenza si discute sul “pacchetto Bersani” che porterebbe modifiche di rilievo alle regolamentazione attuale riguardante, in particolare, alcune categorie di imprese rappresentate. “Siamo in attesa di conoscere i dettagli del provvedimento per esprimere una valutazione più completa - afferma Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza -; ci stiamo confrontando anche a livello nazionale per ottenere dal Governo un tavolo di confronto sulle scelte annunciate sia dal provvedimento “Bersani”, sia dal “pacchetto Visco”, allo scopo di definire, insieme, modifiche e miglioramenti a vantaggio di tutti, imprese e consumatori. In tutta evidenza, non consideriamo corretto invocare la concertazione solo quando si tratta di chiedere di fare sacrifici per consentire il miglioramento dei conti dello Stato e considerarla, invece, superflua quando si tratta di decidere di cambiare le regole che riguardano il mercato, le imprese, i consumatori. Non solo, non vorremmo che tali decisioni fossero prodrome ad una seconda trance di misure atte a stravolgere il sistema distributivo esistente. Scelte di questo tipo sono già state fatte a suo tempo sia in Francia che in Spagna, dove, a fronte di una forte concentrazione della grande distribuzione e il costante calo dei punti vendita al dettaglio, con la conseguente desertificazione commerciale dei piccoli centri urbani, le politiche adottate sono oggi tutte orientate ad invertire tale direzione”.
“Le misure annunciate dal Governo - continua Rebecca- sono state decise senza alcun tipo di concertazione con le categorie economiche, né con le Regioni e i Comuni. Un bliz, quindi, che potrebbe innescare parecchi conflitti, visto che è pertinenza delle Regioni, così come stabilito dalla Costituzione, regolamentare il commercio. Appellarsi alla competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza per dettare norme in materia, sarà pure possibile, ma come detto, rischia di creare l’ennesima tornata di ricorsi alla Corte Costituzionale”.
“Il decreto legge con le misure varate dal Governo dovrà ora seguire il consueto iter - sottolinea Rebecca - per cui vedremo strada facendo cosa succederà. Nel frattempo, stiamo, appunto, valutandone la portata e decidendo con le categorie interessate quali iniziative adottare per far sentire la loro voce e le proposte relative per disciplinare al meglio le attività interessate”.
Tra i 12 interventi del “Bersani”, le disposizioni maggiormente sotto esame da parte della Confcommercio sono quelle che porterebbero modifiche sostanziali alla regolamentazione di alcune attività del terziario di mercato, in particolare: le regole di concorrenza nel settore della distribuzione commerciale, la liberalizzazione della produzione di pane, gli interventi nel campo dei farmaci, la deroga al divieto di cumulo di licenze per il servizio di taxi, la soppressione di commissioni per albi e ruoli.
Nello specifico, su concorrenza e commercio, è prevista la possibilità di fare offerte promozionali valide per tutto il Paese e scompare l’obbligo di rispettare distanze minime tra esercizi; stop, anche ai requisiti professionali per aprire negozi, con eccezione per bar e ristoranti ed esercizi alimentari che mantengono, invece, quelli di natura igienico-sanitaria.
“La liberalizzazione annunciata e suggerita dall’intento di volere portare vantaggi ai consumatori - commenta Rebecca - se rimarrà tale, porterà con sé il pericolo generalizzato di immettere nella rete commerciale operatori improvvisati che, senza avere le necessarie conoscenze del settore e la preparazione per gestire efficacemente un’attività, passeranno come meteore nel mercato, creando nel frattempo disequilibri e disservizi, a tutto svantaggio dei consumatori. L’improvvisazione può infatti generare politiche commerciali dissennate, come quelle di produrre o di vendere a prezzi eccessivamente bassi con lo scopo di catturare la clientela e di danneggiare il proprio concorrente”.

IL NO DEI PANIFICATORI
E AGENTI IMMOBILIARI
Molto critico anche il giudizio di Antonio Cristofani, presidente dell’Associazione provinciale panificatori, che così riassume le reazioni della categoria: “Con il nuovo provvedimento sembra proprio si voglia dare un ulteriore sostegno ai grandi complessi produttivi e commerciali del settore alimentare, contro la professionalità della piccola azienda commerciale ed artigiana, sempre più sospinta ai margini del mercato”. Sollecitati da pressanti richieste che provengono da molte province d’Italia il Comitato di presidenza di Assipan-Confcommercio ha dichiarato lo stato di agitazione sindacale e sta esaminando possibili forme di lotta sindacale, non escludendo manifestazioni di disobbedienza civile. “E’ soltanto un grosso regalo ad una certa distribuzione- continua Cristofani, ribadendo la posizione della direzione nazionale della categoria- e soprattutto a chi grazie a questo decreto può legalizzare la panificazione abusiva che ha praticato indisturbato per anni. Corriamo il rischio- conclude Cristofani-, che operatori improvvisati possano, ad esempio, sfornare pane da vendere sottocosto, e se nell’immediato il consumatore potrà sì acquistare il bene a più buon mercato, nel tempo l’effetto più evidente sarà quello di vedere irrimediabilmente compromessa la rete di produzione e di vendita formata dai fornai più seri e preparati, costretti a soccombere per la sleale concorrenza”.
E così in tutti gli altri settori e attività lasciati “senza filtri”. Sulla misura di abolire le commissioni per accedere alla professione, interviene invece Serafino Magistro presidente provinciale della Fimaa (Federazione italiana agenti immobiliari e din mediazione) - Confcommercio: “L’abolizione della Commissione tenuta ruolo degli agenti immobiliari presso la Camera di Commercio è negativa perché elimina l’unico tavolo di confronto e tutela istituzionale del mercato immobiliare e a garanzia del consumatore. Tale commissione - continua Magistro - opera da sempre per il corretto funzionamento del mercato e la trasparenza del comportamento degli operatori nei confronti del cliente. Ben venga una maggiore trasparenza fiscale, ma per tutti e all’interno di un progetto organico per il settore immobiliare, tutelando il consumatore anche dall’abusivismo, elemento di inquinamento del mercato e causa di evasione fiscale”.
“Riteniamo poi controproducente - conclude Magistro - far valutare l’idoneità dei futuri agenti immobiliari da agenti non più in attività: è facile immaginare le difficoltà degli ex colleghi alle prese con i nuovi programmi, ben diversi da quelli di cinquant’anni fa, viste le continue evoluzioni, soprattutto nella legislazione urbanistica”.
“Nel comparto del terziario di mercato - riprende il presidente provinciale Rebecca - , l’improvvisazione e la despecializzazione creano prevalentemente danni e oltretutto vanno nella direzione opposta a quella richiesta oggi dal consumatore, che sempre più ricerca competenza, professionalità e correttezza in ogni settore della distribuzione”.
Per la parte del provvedimento riguardante poi la possibilità di vendere i farmaci da banco e di automedicazione negli esercizi commerciali sono preoccupati i farmacisti vicentini, sia per le conseguenze negative sulla salute della popolazione, sia per il metodo con cui questa decisione è stata presa. “La presenza dei farmaci in esercizi commerciali - dicono - determinerà inevitabilmente un’assunzione smodata di medicinali, che nell’ottica dei cittadini verranno assimilati sempre più a beni di consumo”.
In merito al pacchetto fiscale di Visco, infine, Confcommercio sottolinea “il ritorno a vecchi obblighi già soppressi in nome della semplificazione, come la tenuta dell’elenco clienti e fornitori, e l’introduzione di nuovi, come la trasmissione telematica dei corrispettivi”.
“Si tratta ora di capire - conclude il presidente dell’organizzazione vicentina, Rebecca - come tutto ciò sarà possibile e con che aggravio di adempimenti burocratici e di costi a carico delle imprese”.

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