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COMMISSIONI TROPPO ALTE PER LE CARTE DI PAGAMENTO

Nr. 13 del 10/07/2006

L’Unione Europea lancia l’allarme sui costi dei servizi applicati da banche e società che gestiscono carte di credito e bancomat. Da un’indagine nel settore delle carte di pagamento dello scorso aprile, a cura della Direzione Generale Concorrenza della Commissione Europea, emerge infatti una scarsa concorrenza tra gli operatori finanziari e significative differenze tra i vari Paesi dell’UE.
A farne le spese sono consumatori e imprese commerciali e turistiche che pagano un costo eccessivo per l’utilizzo delle carte di pagamento.
Per capire meglio come ciò possa succedere, è bene precisare che il meccanismo di funzionamento delle carte di pagamento, siano esse di credito o di debito, prevede due livelli di commissione: la merchant fee (commissione di negoziazione) pagata dall’esercente alla banca che gestisce il POS e la interchange fee (commissione interbancaria) pagata dalla banca dell’esercente all’istituto di credito che ha emesso la carta con cui viene effettuato un pagamento.
Mentre la commissione interbancaria rappresenta una componente stabilita in modo unilaterale dai soggetti che gestiscono i circuiti di pagamento, la commissione di negoziazione dovrebbe essere contrattata tra banca ed esercente. Ed è proprio per la presenza di due tipi di commissioni che si crea un “corto circuito” nel rapporto tra utente e fornitore a scapito proprio dei costi finali imputati a negozianti e clienti.

Costi più alti per le Pmi
Tra gli elementi finora emersi dall’indagine della Commissione alcuni destano particolare preoccupazione. Le differenze di prezzo restano molto forti in Europa, tanto che i consumatori di un Paese possono pagare la loro carta fino a cinque volte o più il prezzo in un altro Stato. Per l’utilizzo delle carte di pagamento le Pmi in particolare pagano maggiori commissioni, anche oltre il 70%, rispetto alle grandi imprese e i costi di transazione non sembrano tali da giustificare questa situazione.
Dal punto di vista della distribuzione commerciale, dallo studio emerge il tema dello scarso potere contrattuale delle piccole e medie imprese nei confronti delle banche, dato che, in prospettiva, le imprese che non accetteranno le varie tipologie di pagamento elettronico rischiano di essere marginalizzate dal mercato.

La posizione di Confcommercio
Alla luce di quest’analisi la Commissione europea da un lato esorta ad un dialogo costruttivo tra i vari attori interessati, dall’altro, lancia un monito su un possibile avvio di procedimenti nei confronti di banche e società che gestiscono bancomat e carte di credito nel caso in cui non sarà garantita una maggiore trasparenza.
Attualmente la Commissione ha avviato delle consultazioni con gli operatori e Confcommercio, che partecipa insieme a Eurocommerce a questa fase, ha più volte sollevato nelle sedi istituzionali competenti il problema degli eccessivi costi a carico degli esercenti per l’utilizzo delle carte bancarie e segnalato la necessità di avviare azioni di natura normativa ed antitrust per rimuovere le intese che ostacolano una effettiva concorrenza tra gli operatori finanziari.

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