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Confcommercio Veneto Notizie

EFFETTO PLACEBO: TERAPIA O SUGGESTIONE?

Nr. 13 del 10/07/2006

Che ruolo può avere l’effetto placebo nell’efficacia di una terapia e come analizzare dal punto di vista medico e psicologico le reazioni di un paziente non tanto ai principi attivi previsti dalla terapia stessa ma sulla base delle attese e delle aspettative dell’individuo?
Su questi temi si è tenuto giovedì 29 giugno un incontro formativo promosso dalla Confcommercio di Vicenza e dalla A.O.D.B. (Associazione Operatori Discipline del Benessere) nella sede di Via Faccio.
“Oggi il 40% delle persone guarisce con finti farmaci - ha voluto precisare in apertura dei lavori Rino Filippin, presidente di A.O.D.B. -, e quando parliamo di placebo dobbiamo considerarlo come qualcosa di positivo poiché aiuta il paziente ad ottenere un risultato tangibile. Purtroppo però vi è ancora troppo scetticismo sulla medicina non tradizionale, e con questi incontri vogliamo offrire ai colleghi che operano nelle varie discipline del benessere, quegli strumenti cognitivi e pratici per superare l’atteggiamento prevenuto e diffidente del cliente”. A condurre il dibattito è intervenuta Rossana Cavaglieri, esperta giornalista che da anni si occupa di questi temi, che ha introdotto gli interventi dei relatori Sergio Signori, omeopata esperto in medicine non convenzionali e in educazione biocentrica, Mario Dalle Pezze che ha lavorato moltissimi anni nel campo della neurologia e studioso di allopatia, e Alberto Rigato, psicologo e psicoterapeuta.
Le relazioni degli esperti hanno ben evidenziato il confine fra le sostanze con azione farmacologica e quelle che, pur considerate inattive dalla scienza, talvolta hanno effetto se vengono presentate al paziente come efficaci. Il placebo, termine latino che ha il significato di compiacere, “oggi è considerato dalla ricerca scientifica - come ha spiegato Signori - un finto farmaco da utilizzare solo come strumento di confronto con un farmaco vero, ma può essere definito tuttavia come un presidio capace di innescare il principio di guarigione che ogni organismo ha al suo interno”. Ma l’omeopatia, così come l’allopatia o la pranoterapia, sono solo dei placebi che producono una guarigione illusoria sul paziente?
“No - ha risposto convinto Dalle Pezze -, se è pur vero che stiamo parlando di sostanze senza effetti farmacologici, dobbiamo considerare il fatto che hanno un effetto positivo sui pazienti, e che le medicine naturali seguono solo altre strade per raggiungere quelli che potremmo definire effetti terapeutici non specifici”.
Tuttavia, come hanno ammesso i tre specialisti, ciò non esclude che il meccanismo di guarigione in molti casi venga innescato anche dalla suggestione, e che in questo processo siano maggiormente predisposti i soggetti deboli e ansiosi.
Come ha poi sottolineato lo psicologo Rigato “nell’immaginario comune le iniezioni sono più efficaci delle compresse, e dovendo assumere quest’ultime è preferibile siano più grandi, e sembra anche che una terapia abbia un effetto migliore se il paziente è seguito direttamente dal medico, e se viene fornita una spiegazione, vera o verosimile che sia, sul farmaco somministrato”.
Una terapia senza suggestione è possibile? “Chi può dirlo, e chi può escludere - ha concluso Rigato -, che questo riguardi solo i nostri pazienti e non già anche noi professionisti? Si potrebbe anche parlare, dunque, di “effetto nocebo” per mostrare quanto, in realtà, un atteggiamento nervoso o ad esempio l’odore di tabacco sul camice potrebbero indurre i nostri pazienti a pensare che quello che proporremo loro non sarà né buono né efficace”.

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