I DUBBI DI CONFCOMMERCIO VENETO SUL DECRETO BERSANI
Nr. 14 del 24/07/2006
Sulla recente approvazione del decreto legge Bersani, che incide in modo profondo nel settore, interviene anche il presidente della Confcommercio Veneto Massimo Albonetti. “Abbiamo forti dubbi e perplessità sugli interventi normativi del Governo in settori che non sono di sua competenza” afferma Albonetti in una nota diffusa nei giorni scorsi. Infatti la materia del commercio rientra, in base all’articolo 117 della Costituzione - nel testo riformulato dalla legge costituzionale 3/2001, tra le competenze esclusive delle Regioni. D’altro canto il citato articolo 117 della Costituzione riconosce che la tutela della “concorrenza” rientra tra le materie in cui lo Stato ha legislazione esclusiva, ed è appellandosi a questo che il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto. “La domanda che ci si pone - è la posizione di Confcommercio Veneto - è fino a che punto il Governo nazionale può legiferare, in base alla tutela della concorrenza, di competenza statale, su materie che sono però di competenza esclusiva delle Regioni. E’ facile immaginare che a breve nasceranno conflitti e ricorsi cui la Corte costituzionale sarà chiamata a dare risposte, anche in considerazione che è mancata qualsiasi concertazione preventiva, non solo con le associazioni e le categorie interessate, ma anche con le Regioni e gli Enti locali”.
Fatto salvo quanto appena detto, le Regioni dovrebbero intervenire sulle proprie leggi, per adeguarle al decreto governativo entro il primo gennaio 2007. In questo senso il presidente veneto di Confcommercio ritiene innanzitutto necessario chiarire alcuni aspetti. Ad esempio se tra gli esercizi commerciali sono compresi anche i distributori di carburanti, oppure se continuano ad esistere i registri degli esercenti pubblici esercizi presso le camere di commercio, oppure se le vendite di liquidazione sono equiparabili alle vendite promozionali, ora liberalizzate. “Molte perplessità esprimiamo invece per quanto riguarda la completa liberalizzazione del mercato della produzione e vendita del pane - sottolinea Albonetti - settore ove i requisiti di tipo sanitario e professionale degli addetti sono valori da non trascurare, oppure le soppressioni delle commissioni per i pubblici esercizi o dei ruoli dei mediatori e degli agenti di commercio, ove il parere degli esperti del settore è utile e prezioso, quale supporto delle attività dei Comuni e delle camere di commercio. Per quanto riguarda infine le distanze tra esercizi commerciali, non c’è problema per gli esercizi di vicinato, già liberalizzati con la legge del 1998 - conclude Albonetti - ma siamo convinti che una programmazione per quanto riguarda le grandi strutture di vendita e gli outlet si debba pienamente mantenere per evitare assurde concentrazioni di grandi esercizi commerciali sul territorio, con forti penalizzazioni per le aree più disagiate e per i centri storici, che devono essere salvaguardati anziché depauperati”.
Torna alla pagina precedente