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MISURE FISCALI PENALIZZANTI, SERVE UN CAMBIO DI ROTTA

Nr. 16 del 04/09/2006

I riflessi della manovra-bis sulle imprese, soprattutto sulle pmi del terziario, tengono banco oramai da parecchie settimane sulla stampa nazionale e nell’agenda politica del Governo. La ribalta però, inizialmente tutta riservata alle liberalizzazioni introdotte dal pacchetto Bersani, è ora incentrata sulle misure fiscali volute dal viceministro delle Finanze Vincenzo Visco. “Siamo seriamente preoccupati per le conseguenze di alcune norme introdotte dal pacchetto Visco, che appaiono estremamente penalizzanti per le piccole e medie imprese e per i lavoratori autonomi -. questo il commento del presidente dell’Ascom di Vicenza, e Vicepresidente Nazionale di Confcommercio, Sergio Rebecca sulle misure introdotte - Ma ciò che preoccupa di più è, a mio avviso, la facilità e il pressapochismo con cui questo Governo punta l’indice solo ed esclusivamente su determinate categorie quando parla di lotta all’evasione fiscale. Se è vero infatti che il nero e il sommerso valgono nell’economia del nostro Paese circa 200 miliardi di euro, allora, come ha giustamente sottolineato in molti interventi anche il presidente nazionale Carlo Sangalli, evasione ed elusione sono patologie che investono ogni settore dell’economia e della società italiana. Per affrontarle e risolverle occorre certo rendere più efficiente l’azione dell’amministrazione finanziaria, ma contemporaneamente bisogna assicurare a tutti i contribuenti, stabilità delle regole fiscali e semplificazione degli adempimenti. Soprattutto va tenuto fermo l’impegno alla riduzione della pressione fiscale complessiva. Dunque, non solo pagare tutti per pagare meno, ma anche pagare meno per pagare tutti”.
Per Confcommercio, dunque, si pone urgentemente l’esigenza di un chiarimento politico circa la strategia fiscale del Governo in riferimento sia alle scelte in materia di ampliamento della base imponibile, sia a quelle funzionali al contrasto dell’evasione e dell’elusione. “Sotto questo ultimo profilo, il rafforzamento dell’azione dell’amministrazione finanziaria non può tradursi - prosegue Rebecca - in un aggravio generalizzato di controlli ed adempimenti a carico delle imprese - si vedano, ad esempio, le nuove disposizioni in materia di trasmissione telematica dei corrispettivi - determinando impatti pesanti sulla stabilità delle regole fiscali, sui principi dello Statuto del contribuente e sul sistema degli studi di settore, fin qui fondato su regole di confronto preventivo e di collaborazione tra le categorie e l’amministrazione finanziaria”.
Voltando pagina, ma rimanendo sempre dentro i confini della manovra-bis, il presidente provinciale della Confcommercio sottolinea come la Confederazione sia riuscita ad incidere sulla conversione in legge del decreto Bersani, mitigando misure che rischiavano di avere conseguenze pericolose per le imprese.
Quali allora i risultati raggiunti nel braccio di ferro, a volte aspro, che ha visto impegnati da un lato Confcommercio e dall’altro il Governo? “Relativamente al “pacchetto Bersani” - spiega il presidente Rebecca - siamo riusciti a delimitare l’intervento, attraverso l’approvazione di un emendamento specifico, allo spettro delle attività commerciali ricomprese nella riforma del ‘98 e, dunque, al commercio in senso stretto, con esclusione di distributori di carburante, tabaccherie ed edicole di giornali e riviste. Ritengo poi fondamentale - continua - essere riusciti a far approvare un emendamento che salvaguarda i requisiti professionali per la somministrazione di alimenti e bevande e il commercio alimentare”.
Le misure introdotte da Bersani, poi, vanno ad incidere su un altro tema particolarmente delicato: quello delle vendite straordinarie. “Su questa specifica materia - afferma Rebecca - stiamo ancora sollecitando, come Confederazione, l’emissione di una circolare ministeriale che fissi norme chiare. Nel frattempo registriamo con soddisfazione la conferma di una disciplina dei saldi di fine stagione”.
Un risultato soddisfacente rispetto alle aspettative iniziali è stato ottenuto, secondo il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca, sulla disciplina della panificazione: “In sede di conversione in legge del decreto sono stati accolti alcuni principi, come la chiara distinzione tra pane fresco e conservato e la valorizzazione della professionalità nel settore. E’ comunque nostra intenzione riproporre, tanto in sede ministeriale quanto attraverso altre iniziative legislative, la questione della salvaguardia della professionalità nel settore e del contrasto dell’abusivismo”.
Un aspetto, quello della formazione professionale come elemento fondamentale per la tutela del consumatore, su cui Confcommercio insiste da anni e sul quale, dice Rebecca, “chiameremo nei prossimi mesi a confrontarsi tanto il Ministero, quanto le Regioni, in considerazione della loro competenza costituzionale in materia di disciplina del commercio”. E a questo proposito il presidente della Confcommercio di Vicenza guarda con attenzione all’annunciato ricorso della Regione Veneto alla Corte Costituzionale contro alcune disposizioni che sarebbero in contrasto con le prerogative dell’Ente. “In effetti delle sovrapposizioni con le competenze della Regione ci potrebbero essere - è l’opinione di Rebecca -. Vedremo quali saranno le decisioni della Corte, fermo restando che tutti, amministrazione centrale ma anche enti territoriali, quando legiferano devono rispettare i principi della concertazione con le categorie e valutare l’impatto economico del Terziario che, lo ricordiamo, rappresenta il 65% del Pil e dell’occupazione del Paese”.

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