AL GOVERNO CHIEDIAMO IMPEGNI PRECISI
Nr. 18 del 02/10/2006
“Se puntiamo a stabili tassi di crescita, almeno nell’ordine del 2% all’anno, la strada da imboccare è chiara: riduzione della spesa pubblica, senza “lacrime e sangue”, ma con riforme che incidano strutturalmente; controllo e riduzione della pressione fiscale; sostegno all’innovazione, soprattutto nei servizi, come leva per l’incremento di produttività di tutto il sistema-Paese”. E’ la “ricetta” suggerita dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, al viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco, che ha presenziato nei giorni scorsi al Consiglio Generale della Confederazione.
Nel suo intervento Sangalli ha sottolineato la necessità di “spendere meno, ma soprattutto spendere meglio. La Finanziaria non potrà fare tutto questo e subito. Ma può e deve indicare con chiarezza la strada da intraprendere nell’immediato e da percorrere, con passo certo, negli anni a venire”. Per il presidente di Confcommercio, bisogna partire da una dura lotta all’evasione e all’elusione (“non solo una priorità del Governo, ma un tema che vogliamo fare nostro”) evitando di “pigiare ulteriormente il pedale fiscale”.
“Se tutti pagano le tasse - ha detto - si può pagare tutti meno. E peraltro ridurre il carico fiscale complessivo e rendere più efficienti i servizi pubblici è un buon modo per far sì che tutti paghino e per rafforzare la tax-compliance”. Confcommercio è pronta “a continuare il lavoro comune intrapreso con gli studi di settore ed a farne anche una manutenzione straordinaria”, ma chiede di sapere cosa sta facendo il Governo per recuperare i danni causati da un’economia sommersa assai diffusa, riferendosi in particolare alle “tante, troppe società di capitali cronicamente in rosso”. La “caccia alle streghe”, insomma, sarebbe controproducente.
“Occorre - ha specificato Sangalli - un’amministrazione finanziaria più efficiente e che faccia i controlli realmente necessari. Che assuma le informazioni realmente necessarie nel rispetto del diritto alla privacy. Ma è importante pensare anche al contribuente in regola, che paga le tasse e vorrebbe pagarle con un sistema di norme più semplici, più chiare e, soprattutto, certe e stabili. Che paga le tasse e, avendone diritto, vorrebbe rimborsi fiscali più veloci. Che paga le tasse e vorrebbe un sistema fiscale più attento anche alle disposizioni comunitarie”.
Le imprese del terziario “chiedono solo di poter lavorare, senza corsie preferenziali, ma in un contesto attento alle loro esigenze per crescere e far crescere il Paese. Per questo - ha continuato Sangalli - chiedono che si dia risposta a questioni che sono davvero divenute di troppo lungo periodo”. Al riguardo il presidente di Confcommercio ha fatto molti esempi: dall’esclusione delle imprese commerciali dall’accisa agevolata per gli usi di gas metano alla detraibilità Iva per il turismo congressuale e ai canoni demaniali; dalla tassa sulle insegne alla deducibilità delle spese per le autovetture per gli agenti di commercio; dagli investimenti in innovazione al credito di imposta per i nuovi assunti e così via”.
“Siamo gente concreta e che sa far di conto - ha concluso Sangalli - e non ci piacciono, dunque, né le lamentazioni, né i libri dei sogni. Per questo, la richiesta che facciamo è assai semplice: si esamini il dossier delle questioni aperte, a partire dalla questione della riduzione del cuneo fiscale e contributivo; ci si confronti e dica il Governo cosa potrà essere fatto subito e cosa potrà essere fatto negli anni a venire. Con gradualità e realismo, certo. Ma anche assumendo impegni precisi. Altrimenti, la concertazione - anche quella necessaria per scrivere un nuovo Patto per la crescita - si risolverà in dichiarazioni suggestive, ma certo non aiuterà a costruire, per il nostro Paese, un futuro migliore”.
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