venerdì 16 marzo 2007
DUE PETIZIONI POPOLARI PER I PENSIONATI DEL COMMERCIO
Una firma per chiedere interventi sul potere d’acquisto dei trattamenti pensionistici e per eliminare la discriminazione sugli assegni familiari esistente tra pensionati da lavoro dipendente e pensionati ex-autonomi. Da domani, nelle sede provinciale della 50&Più Fenacom di Vicenza (via Faccio, 38), l’associazione degli anziani di Confcommercio, e in tutte le sedi mandamentali Ascom della provincia, si potranno sottoscrivere due petizioni popolari che hanno l’obiettivo di sensibilizzare il mondo politico su due questioni particolarmente sentite dai tanti anziani che vivono di pensione.
“Le petizioni - spiega il presidente della Fenacom provinciale Fiorenzo Marcato, che rappresenta le istanze di ben 6mila soci vicentini - nascono da un’iniziativa del Cupla, il Coordinamento unitario dei pensionati da lavoro autonomo, e vengono lanciate in momento cruciale del dibattito politico sul welfare, proprio con lo scopo di chiedere risposte ai bisogni indifferibili delle fasce più deboli, come appunto i pensionati”.
Due, come si diceva, i temi affrontati. La prima petizione chiede l’adeguamento del potere di acquisto e dei minimi di pensione. “E’ un dato di fatto – afferma il presidente Marcato - che il costo dei beni di consumo e dei servizi acquistati dagli anziani stia aumentando in misura molto maggiore rispetto all’inflazione ufficiale dell’Istat. Ciò che chiediamo è l’introduzione di un meccanismo di calcolo per la rivalutazione delle pensioni, la famosa perequazione annuale, che sia fatto sulla base di un paniere mirato sui consumi degli anziani”.
La petizione chiede inoltre di agganciare il valore dei trattamenti alla dinamica salariale e sollecita il legislatore a adeguare i meccanismi di reddito delle pensioni minime, stabilendo per tutti la misura del trattamento al famoso “milione di lire mensili” (oggi 560 Euro). La seconda petizione si occupa in particolare della discriminazione sugli assegni familiari tra ex lavoratori autonomi ed ex dipendenti.
“Chiediamo ai pensionati del commercio di far sentire, con una firma, la loro voce per la cancellazione di questa autentica ingiustizia – incalza il presidente della Fenacom Marcato -. Gli ex autonomi, infatti, continuano a percepire i vecchi assegni familiari, poco più di dieci euro mensili, mentre ben altri importi vengono percepiti da chi lavorava alle dipendenze di un’azienda. Una discriminazione per la quale non c’è ragione: siamo infatti di fronte, in entrambe i casi, di persone che vivono solo di pensione. Senza considerare poi che la contribuzione relativa ai trattamenti di famiglia è oramai a carico della fiscalità generale, quindi la paghiamo tutti indistintamente”.
Per la 50&Più Fenacom quella degli assegni familiari è una battaglia di principio, che riguarda, in tutta Italia, ben 465 mila nuclei familiari e che non comporterebbe grandi spese aggiuntive per lo Stato.
L’invito ai pensionati del commercio ed in generale del lavoro autonomo, dunque, è quello di non far mancare la propria firma a queste due petizioni. Basta recarsi, come si diceva, al più vicino ufficio Confcommercio: si otterrà così il risultato di portare in Parlamento un significativo numero di firme a sostegno delle legittime richieste contenute nelle petizioni (per informazioni, segreteria 50&Più Fenacom di Vicenza, tel. 0444 964300).
IL DIRETTORE