IL DIVIETO SULL’ALCOL METTE A RISCHIO UN INTERO COMPARTO
I gestori di sale da ballo del vicentino, riuniti nel gruppo Silb-Fipe di Confcommercio (Sindacato Italiano Locali da Ballo), esprimono forte preoccupazione per il futuro del settore dopo l’approvazione della legge regionale sui pubblici esercizi che vieta la somministrazione di bevande alcoliche dall’una di notte alle sei di mattina (con slittamento alle 2 di notte se il Veneto non troverà l’accordo con le regioni vicine). In una partecipata riunione tenutasi martedì scorso (25 settembre) nella sede dell’Ascom di Vicenza i titolari delle discoteche del vicentino hanno analizzato il provvedimento regionale pubblicato nel Bollettino Ufficiale che, questo il commento a caldo del capogruppo Silb-Fipe Luca Orsato, “in poche righe rischia di affossare uno dei comparti fondamentali dell’offerta turistica del Veneto che ha nel turismo la propria punta di diamante. Si tratta di una decisione incomprensibile, che contrasteremo con tutti i mezzi prima dell’entrata in vigore effettiva, prevista per il 10 aprile 2008”. Proprio per coordinare le iniziative da prendere, i dirigenti provinciali del sindacato locali da ballo si ritrovano oggi a Padova. “Non siamo disposti – rincara Orsato – a restare a guardare. Non intendiamo chiudere le nostre aziende per una scelta che non raggiungerà certo l’obiettivo di arginare il fenomeno dell’abuso di alcol nei giovani”. Dopo la prima reazione improntata allo stupore e alla rabbia, ora il sindacato, che raggruppa la quasi totalità dei locali della provincia, intende dare il proprio contributo per sostenere una battaglia politica e legale che porti all’annullamento degli articoli contestati della nuova legge. “Faremo sentire tutto il nostro peso – spiega Luca Orsato – perché la Regione corregga questo grave errore. Certo è che non sappiamo più quanto fidarci delle parole dei politici, che fino a qualche giorno prima l’approvazione della legge ci avevano rassicurato sulla modifica di questo assurdo divieto. Perciò stiamo anche valutando se esistono gli estremi per azioni legali o ricorsi”. E’ chiaro, infatti, che chi non vuole essere sottoposto al divieto di consumare alcolici al bar, al ristorante o in discoteca sceglierà di “migrare” nelle regioni limitrofe come Trentino, Friuli o Lombardia. Basterà infatti superare anche di pochi metri il “confine virtuale” della nostra regione per ritrovarsi praticamente in un’altra Italia: dove le discoteche possono restare aperte senza necessità di alcuna autorizzazione particolare fino alle 4 e dove non ci sono limiti orari alla somministrazione di alcol. “Non mi sembra certo una bella prospettiva – conclude Luca Orsato – perché in questo modo aumenteranno i giovani che sceglieranno di macinare chilometri e chilometri per sfuggire a norme proibizioniste, con il conseguente aumento dei rischi legati alla strada, anche per la guida in condizioni quanto meno di stanchezza. Altro che legge mirata alla prevenzione, siamo di fronte ad una norma che probabilmente peggiorerà la situazione”.