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giovedì 04 settembre 2008

REBECCA SU DICHIARAZIONI DI ZAIA

“Il ministro Zaia ha scelto la strada peggiore per affrontare una questione di estrema importanza. Non è infatti demonizzando la categoria dei commercianti e proponendo al consumatore di rivolgersi direttamente ai produttori agricoli che si risolve il problema della crisi dei prezzi che sta attanagliando l'Italia e mettendo in serie difficoltà le famiglie”.
Sergio Rebecca, vicepresidente nazionale della Confcommercio e responsabile della associazione di Vicenza, che con oltre 12 mila associati è tra le più importanti d’Italia, attacca frontalmente il ministro delle attività agricole, il trevigiano Luca Zaia.
“Zaia ha invitato la gente a fare la spesa direttamente dai contadini, senza evidentemente rendersi conto di non fare, con una tale proposta, nè gli interessi dei coltivatori diretti, nè quelli dei commercianti, una categoria importante e vitale per l'economia nazionale; meno che meno gli interessi dei consumatori. L'iniziativa del ministro è soltanto fumo negli occhi, demagogia a buon mercato. Rappresenta una scorciatoia che aggrava i problemi, anzichè risolverli” - sostiene Rebecca.
“La scorciatoia può essere indice di furbizia, ma nella sostanza si rivela una strada senza uscita, lontanissima quindi dalla meta. Imboccarla è un grossolano abbaglio che, anziché facilitarci, ci lascia spesso in condizioni peggiori” - aggiunge ancora il vice presidente nazionale dei commercianti.
“Gli esempi di scorciatoie sono infiniti: l'astrologia è una scorciatoia per cercare di capire il mondo, le pillole dimagranti sono scorciatoie per chi vuole dimagrire, il gioco è una scorciatoia per chi vuole illudersi di vivere senza lavorare, vincendo favolose ricchezze... Tempo perso, come illusorio è proporre di fare la spesa dai contadini, una scorciatoia che mette tutti in difficoltà: gli agricoltori, chiamati a fare un lavoro che non è il loro, oltre tutto senza alcun obbligo del rispetto di norme
che invece i commercianti sono chiamati ad osservare, sia fiscali che igieniche che sulla qualità ed origine dei prodotti; i commercianti, che vedono ingiustamente penalizzata la loro attività in un momento nel quale invece, è assolutamente importante agire con trasparenza, professionalità, serietà, rispetto delle regole, sicurezza. Ma anche i consumatori vengono penalizzati: chi li protegge da un aumento ingiustificato dei prezzi applicati, proprio all'origine?. Chi potrà controllare che ciò non avvenga?”.
“Il ministro Zaia, che a onor del vero ha sempre goduto della nostra stima e considerazione, ha ragione invece a voler contrastare le multinazionali dell'ingrosso agroalimentare ma questa volta, prendendo la scorciatoia di una sterile contrapposizione fra categorie, ha sbagliato clamorosamente strada” - commenta ancora Sergio Rebecca.
“Invece di fare uscite avventate, il ministro esamini con attenzione il servizio offerto dai nostri associati e si renderà conto che la storia della "filiera lunga" è spesso montata ad arte. Tenga presente che negli ultimi sei mesi hanno chiuso 15.000 negozi in più rispetto all’anno scorso e che nei primi cinque mesi del 2008 c’è stata una flessione dei consumi di quasi il 2%. Se quello dell’agricoltura è un settore che in Italia è particolarmente sofferente, il ministro sappia che che anche il commercio sta vivendo un momento difficilissimo. E’ un settore che non ha certo bisogno di ricevere spallate proprio da un esponente del Governo” - sostiene ancora Rebecca.
“Il ministro convochi piuttosto tutti i soggetti interessati per un confronto serio alla ricerca di soluzioni percorribili. Il momento economico che stiamo attraversando è difficile, per certi versi drammatico, ma non lo si affronta di certo creando sterili contrapposizioni fra categorie. Noi lo vogliamo affrontare assieme agli agricoltori, non contro. E soprattutto, in maniera seria, senza scorciatoie” - conclude Rebecca.

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