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mercoledì 11 novembre 2009

KLAGENFURT, UN MODELLO DA IMITARE
La città austriaca ha un centro commerciale nel cuore urbano perfettamente integrato con il resto dei negozi

Dal Veneto all’Austria per studiare, e suggerire a chi di dovere (vedi classe politica), un modello di organizzazione commerciale che potrebbe essere la salvezza dei nostri centri urbani. E dei negozi di vicinato. Non il rimedio a tutti i mali, ma una possibile via d’uscita. Confcommercio Veneto – storicamente lanciata nella battaglia contro lo strapotere della grande distribuzione (che proprio nel Veneto vanta il primato nazionale nel rapporto tra numero di abitanti e superfici di vendita) – compie un salto di qualità studiando soluzioni possibili.
E siccome certe cose bisogna vederle per coglierne il senso, a fine novembre la Confcommercio regionale ha deciso di partire, con tutti i presidenti e i direttori territoriali, alla volta di Klagenfurt - 93mila abitanti, 47mila case e 650 chilometri di rete stradale pubblica tutta intorno - coinvolgendo nel viaggio-studio (una full immersion di 2 giornate) anche i giornalisti delle maggiori testate delle sette province del Veneto, che hanno potuto vedere com’è realmente quel modello di centro commerciale ‘rivitalizzante’ che Confcommercio sta proponendo alla Regione, e che è uno dei leitmotiv del road show “Il Veneto che vogliamo”, organizzato nelle sette province dalla Confederazione delle piccole e medie imprese del commercio, turismo e servizi.

Dentro la città. Nel cuore di Klagenfurt sorge un insospettabile centro commerciale di 27mila metri quadri, e 120 negozi, il City Arkaden, che non ferisce la città pur essendo incastonato proprio tra le sue piazze principali, e non turba l’eleganza degli edifici storici, abilmente recuperati. Una posizione strategica, capace di guidare i flussi dalla periferia al centro, mentre il Veneto va da anni in direzione sciaguratamente ostinata e contraria, con il risultato di svuotare le piazze e riempire di cemento le campagne.
Con fatturati che fanno invidia ai nostri negozi stretti dalla crisi, dal calo dei consumi e drenati dalla sfrenata concorrenza dei centri commerciali periferici, il City Arkaden è stato protagonista dell’incontro tra la Confcommercio, la stampa e il Vice Borgomastro e assessore alle Finanze e all’Economia di Klagenfurt Albert Gunzer, a sua volta relatore nei convegni organizzati dall’associazione per il road show “Il Veneto che vogliamo”.
“Il modello-Klagenfurt è stato accolto con favore da tutti noi - dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Fernando Morando - Siamo convinti che, al di là delle possibili o dubbie trasposizioni nelle singole realtà provinciali, si debba puntare sul principio di fondo: invertire la rotta dei flussi verso il centro delle città. In Veneto abbiamo costruito tante finte città del commercio in aperta campagna; qui invece sono riusciti a portare la vita in centro con un progetto che per noi è un esempio da seguire. Il ‘no’ secco che il Vice Borgomastro ha opposto all’ipotesi di approvare il progetto di un centro commerciale fuori dal centro Della ‘sua’ Klagenfurt è la conferma che non ci stiamo sbagliando”.
D’accordo con lui anche i presidenti Confcommercio delle sette province, da Fernando Zilio di Padova a Franco De Bortoli di Belluno, da Giampietro Pizzo di Rovigo a Sergio Rebecca di Vicenza, dal neoeletto Paolo Arena di Verona a Guido Pomini di Treviso, fino a Massimo Zanon, presidente della Confcommercio della provincia di Venezia, che non può e non vuole indicare una zona della terraferma dove ‘copiare’ il modello-Klagenfurt: “Non è compito nostro: noi intanto facciamo una proposta. Quello però che sappiamo di sicuro è che bisogna trovare il modo di riportare la gente in centro e di fermare l’inarrestabile abbassarsi di saracinesche, più ancora che nei centri cittadini, nei paesi di periferia. L’Outlet di Noventa e la minaccia di Veneto City a Dolo non vanno solo contestati: bisogna fare un salto di qualità diventando propositivi”.
Guido Pomini, presidente della Confcommercio provinciale di Treviso, invece, qualche idea precisa su dove trasferire il modello-Klagenfurt ce l’ha. E afferma che: “Occorre avviare sinergie costruttive con tutti gli interlocutori, pubblici e privati, e una riprogettazione dei grandi “contenitori” che stanno diventando “ex” come l’attuale sede della centralissima Camera di Commercio”.
Aperto dal marzo 2006 dopo soli due anni di lavori, il centro austriaco offre un centinaio di negozi appartenenti a marchi di grande attrattività, di tutti i settori merceologici, provenienti sia da aziende tipiche austriache, che dal mondo “globale”.
Sorge sulle ceneri di una vecchia fabbrica di pellame e ha saputo rispettare e valorizzare l’architettura esistente arricchendola di ben 880 posti auto a disposizione dei cittadini e dei consumatori, posti in fruizione a prezzi vantaggiosi con la prima ora gratuita.
Di proprietà della nota catena commerciale ECE, già proprietaria di altri 17 centri commerciali analoghi in Europa, è il più grande della Carinzia, frutto di un investimento complessivo che ha sfiorato i 170 milioni di euro e che ha trovato il sostegno di una pubblica Amministrazione illuminata, capace di sostenere il progetto, oltre alla condivisione dei commercianti, degli operatori, e dei cittadini.
Funziona perfettamente grazie all’efficace organizzazione interna, alla costante e progressiva azione pubblicitaria ed all’interazione con il tessuto economico circostante.
Garantisce occupazione stabile a ben 880 addetti, è perfettamente collegato con le piazze centrali della città, è frequentato da una media di 20 mila visitatori al giorno, con una percentuale di fedeltà che supera il 70%, si è aggiudicato un’ottima pagella visto che i consumatori, periodicamente intervistati, hanno concesso il voto di 1,99, laddove 1 è il voto migliore e 5 il peggiore.
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