NO AGLI AIUTI DI STATO AI CONSORZI AGRARI
Confcommercio Vicenza sostiene la denuncia presentata alla Commissione Europea, contro i vantaggi riservati ai consorzi agrari. “Ci troviamo a nostro avviso di fronte a veri e propri aiuti di Stato concessi a queste strutture, che falsano la libera concorrenza sul mercato – è il commento di Sergio Rebecca, presidente provinciale dell’Associazione e vicepresidente nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia -. Per questo il nostro appoggio alla denuncia presentata nei giorni scorsi da Compag (Federazione Nazionale Commercianti Prodotti per l’Agricoltura), Fida (Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione) e dalla stessa Confcommercio nazionale è totale e sta riscuotendo un forte consenso da parte delle aziende vicentine dei comparti interessati”.
Le tre associazioni sostengono in sede europea che una specifica normativa di recente approvazione (l’art. 9 della Legge n. 99/2009) riserva tali e tanti benefici fiscali ai consorzi agrari che è forte il rischio di un vero e proprio gap competitivo da parte di decine di migliaia di imprese private. In effetti la norma parla chiaro: i consorzi vengono infatti considerati ope legis delle cooperative a mutualità prevalente e ciò consente loro di usufruire di notevoli agevolazioni. Quali? La non tassabilità delle somme destinate alle riserve indivisibili; l’abbattimento del reddito imponibile su cui viene calcolata l’imposta sul reddito delle società (IRES); la riduzione dell’aliquota Irap dal 3,9 per cento all’1,9%; l’esenzione dal pagamento dell’Ici sugli immobili strumentali.
“Il problema – rincara Rebecca – è che i consorzi agrari non sono affatto organismi a “mutualità prevalente” perché in tali strutture, notoriamente, la gestione a favore dei soci si colloca tra il 10 e il 30 per cento ed è dunque sempre lontana dal 50 per cento che sarebbe richiesto per godere di un trattamento privilegiato. Consideriamo poi che questi aiuti vanno a favorire una galassia di operatori che agiscono in piena concorrenza con i privati e non solo nella fornitura delle imprese agricole, ma ancheproponendosi come strutture commerciali orientate alla vendita al dettaglio”. Non a caso i consorzi agrari, secondo la denuncia presentata alla Commissione Europea, detengono significative quote di mercato nel settore dei fitofarmaci (25%), dei fertilizzanti (30%), delle sementi (28%), dei mangimi (10%) e delle vendite di trattori (25%).
I consorzi agrari sono poi operativi anche nel commercio al dettaglio di prodotti per il giardinaggio ed attrezzature per l’hobbistica, nonchè di prodotti agricoli e alimentari di produzione locale e si stanno attivando, tra l’altro, nel settore dei mercati a km 0, in competizione, questa volta, con i dettaglianti tradizionali. “Le condizioni generali di vantaggio in cui opereranno i consorzi agrari – conclude il presidente della Confcommercio di Vicenza - li collocherà in una posizione di privilegio rispetto alle migliaia di operatori privati della piccola distribuzione di quartiere che già devono rispondere all’agguerrita concorrenza della Gdo, la quale, peraltro, almeno combatte ad armi pari da un punto di vista fiscale”. La “palla” ora passa alla Commissione Europea, che dovrà valutare se davvero nel nostro Paese si sta generando un regime di concorrenza falsata a favore dei consorzi agrari.