IMPIANTI DI CARBURANTE CHIUSI PER SCIOPERO ANCHE NEL VICENTINO
La Figisc-Confcommercio provinciale, che rappresenta la stragrande maggioranza degli operatori berici, aderisce alla protesta nazionale. Lo sciopero inizierà alle ore 19.30 del 14 settembre per concludersi alle ore 7.30 del 18 settembre
“La misura è colma. Non abbiamo altra possibilità per farci sentire che lo sciopero, perché ci troviamo di fronte ad una situazione grave innescata dalle tante promesse disattese, dalle modifiche peggiorative per il settore che il Governo sta studiando e dalla latitanza delle compagnie petrolifere, che non investono più negli impianti ma scaricano sui gestori i loro costi”. E’ questo il commento di Gastone Vicari, presidente della Figisc-Confcommercio di Vicenza, sulla decisione dei gestori degli impianti di carburante di protestare chiudendo le pompe di benzina dalle ore 19.30 di martedì 14 settembre alle ore 7.30 di sabato 18 settembre. Lo sciopero, proclamato a livello nazionale dalle principali federazioni di settore, interesserà dunque anche gli oltre 300 impianti presenti in provincia, per la stragrande maggioranza rappresentati dalla Figisc-Confcommercio di Vicenza. Proprio per discutere sulle motivazioni della protesta, l’associazione ha in programma un’assemblea, che si terrà nella sede provinciale della Confcommercio nella serata di lunedì 13 settembre: “Sarà l’occasione – spiega Vicari – per fare il punto della situazione: a fronte delle promesse che ci erano state fatte e che erano state scritte “nero su bianco” in un accordo siglato il 20 giugno 2008 con il Ministero dello Sviluppo Economico, ci troviamo oggi a dover contrastare un disegno di legge che intensifica le distorsioni del mercato e lo squilibrio esistente nella rete distributiva”. I gestori degli impianti di carburante, in sostanza, avevano chiesto un riordino delle normative in materia e specifiche agevolazioni per competere in un mercato dove sono forti le dinamiche di concorrenza legate al prezzo “Di tutto questo però non si è visto assolutamente nulla – conclude Vicari - se non, appunto, un disegno di legge iniquo per il settore, predisposto dal sottosegretario Stefano Saglia. Il tutto è aggravato dalle scelte commerciali che ci vengono imposte dalle compagnie petrolifere, il cui risultato finale rischia di essere quello di collocare ai margini del mercato l’intera categoria rappresentata dalle piccole e medie imprese dei gestori”.