I COMMERCIANTI RIBADISCONO A VARIATI
E CICERO LE MOTIVAZIONI PER IL “NO”
ALLA PISTA CICLABILE.
E IL SINDACO: “LE VALUTERO’
CON ATTENZIONE”
Comunicato dell'1 ottobre 2010
“Non è stato deciso assolutamente nulla; anzi, questa riunione mi è servita perché ha evidenziato delle problematiche che non erano state considerate e che dobbiamo valutare con attenzione”. Così ha detto ieri sera il sindaco di Vicenza Achille Variati intervenendo, con il consigliere delegato alla mobilità Claudio Cicero, all’incontro con i commercianti di Corso SS. Felice e Fortunato per discutere del progetto di realizzare una pista ciclabile lungo la via. Alla riunione, convocata urgentemente nella sede della Confcommercio di Vicenza, erano presenti in cinquanta negozianti ed esercenti, con più di qualcuno che ha annullato, in fretta e furia, i propri impegni proprio per esserci.
Ed è stato subito un fuoco di fila di osservazioni, che ha fatto in parte vacillare le certezze dell’Amministrazione, tanto da far ritenere, al sindaco Variati, che ulteriori approfondimenti siano più che necessari. Dopo che nello schermo il consigliere Claudio Cicero ha proiettato i disegni del progetto illustrandone i vari punti, i commercianti hanno “risposto” facendo vedere a propria volta foto della zona e fornendo dati eloquenti dei problemi che verrebbero a crearsi se il progetto andasse avanti, in una via dove sono attive oltre 60 attività tra negozi e pubblici esercizi.
Qui si rischia un’altra situazione simile a quella che si è appena creata in zona Ponte degli Angeli - hanno ribadito in molti - con lunghe file di mezzi imbottigliati a rendere ancora più caotica una situazione già complicata. Creare una pista ciclabile sul lato sinistro della via (scendendo da Porta Castello) e posti auto sul lato destro lascerebbe infatti libera, per tutto Corso SS. Felice e Fortunato, una sola, stretta, corsia di marcia su cui dovrebbero transitare oltre 600 bus e pullman e un bel numero di veicoli privati. Attualmente, all’incrocio di viale Milano la strada si allarga consentendo ai mezzi di incolonnarsi in due corsie a seconda se si prosegue dritti o si svolta a destra in viale Mazzini. Con la pista ciclabile ciò non sarebbe più possibile, creando un vero e proprio imbuto di traffico alla fine della strada, con evidenti pericoli per tutti.
Contestata anche l’ipotesi di ridurre i parcheggi. Nel secondo tratto di Corso SS. Felice e Fortunato (che inizia all’incrocio con piazzale Giusti e termina in viale Milano) operano una cinquantina di attività che oggi contano solo su 18 posti auto. Inizialmente il progetto sembrava toglierne addirittura 10, poi, ieri sera, il consigliere Cicero ha spiegato che ne verrebbero “sacrificati” cinque. Ma per fare posto ad altre strisce blu verrebbero tagliati gli stalli riservati al carico e scarico merci, istituendone solo due, collocati all’inizio di ciascun tratto di Corso SS. Felice Fortunato. Immediata la reazione dei commercianti, che hanno fatto notare a Variati e Cicero l’inadeguatezza di questa soluzione. E’ impensabile, infatti, che per rifornire le attività, soprattutto quelle del settore alimentare servite da grandi mezzi, il personale sia obbligato a trascinare sui marciapiedi e per centinaia di metri pesanti carrelli di merce. Per non parlare del fatto che due soli stalli per lo scarico delle merci dovrebbero essere in uso a più di 60 attività!
Queste due osservazioni hanno, fin da subito, fatto suonare un campanello d’allarme al sindaco Variati, che si è riservato di approfondire la questione.
Ma non sono state le uniche critiche al progetto messe in campo dai commercianti. “L’esperienza quotidiana e una serie di rilevazioni effettuate negli anni scorsi da Confcommercio Vicenza – ha sottolineato il presidente della Sezione 1 Centro Storico Matteo Trevisan - dimostrano che è sufficiente l’inversione di un senso di marcia o modifiche nell’offerta di sosta per determinare una rarefazione della clientela che supera anche il 30-35%. In questo senso, ogni cambio nella sosta e nella mobilità che incide su strade commerciali, e Corso SS. Felice e Fortunato lo è per antonomasia, dovrebbe essere accuratamente evitata e comunque preventivamente valutata in ogni sua conseguenza. Per la pista ciclabile di san Felice questo non è stato fatto: il progetto ci è stato calato dall’alto come già deciso e ciò è particolarmente grave per un’Amministrazione che ha sempre affermato di voler concertare le proprie scelte con residenti e operatori economici. L’occasione per discutere del futuro di questa via non sono mancate, perché più volte si è parlato dei problemi di Corso S. Felice con gli assessori Tosetto prima e Dalla Pozza poi; perché con il consigliere Cicero non si è seguita la stessa strada? Il sindaco, tra l’altro, aveva anche scritto una lettera rassicurando che dopo i lavori dei mesi scorsi tutto sarebbe tornato come prima, dunque chiediamo coerenza”.
All’incontro ha partecipato anche il referente della zona per i residenti Tommaso Scarpari, il quale ha espresso la preoccupazione di chi vive in Corso SS. Felice e Fortunato per un progetto che rischia di mettere in difficoltà i negozi. E se le cose vanno male le attività commerciali chiudono - è stato la sostanza del messaggio lanciato da Scarpari - con la prospettiva concreta che avanzi il degrado.
La domanda a questo punto è la seguente: è logico un cambiamento che incide negativamente sulle attività del commercio esistenti in zona e sulla qualità di vita di centinaia di residenti, solo per evitare che alcune biciclette siano obbligate a fare un giro più lungo per raggiungere il centro al fine di non incorrere nelle infrazioni del codice della strada?
“E poi siamo certi che questa soluzione garantisca davvero sicurezza ai ciclisti? – rincara la dose il presidente Trevisan – Stiamo infatti parlando di una pista a raso, quindi non delimitata, che va in contromano in una strada diventata a questo punto molto stretta e trafficata con centinaia di autobus di passaggio. Mi meraviglia che la stessa Aim non abbia nulla da eccepire, anche perché un’alternativa a questa pista ci sarebbe, come ad esempio quella di farla passare per via Napoli e spuntare in viale Verdi”.
“I commercianti – puntualizza Matteo Trevisan – non sono contrari in sé all’idea di una pista ciclabile, quello che non capiamo è perché si vuole realizzarla ora ed in questo modo. Prima ci sono tantissimi altri problemi da risolvere in questa via, tra l’altro noti da anni all’Amministrazione, come il decongestionamento del traffico di passaggio dei mezzi pubblici e la sosta breve. Solo dopo, una volta riordinato tutta la mobilità in zona all’interno di un progetto organico dell’intera mobilità cittadina possiamo parlarne. Auspico davvero che sulla questione il sindaco Variati agisca con buon senso, per evitare anche l’esperienza che si sta vivendo a Ponte degli Angeli dove un intervento evidentemente non ben valutato sta creando il caos agli automobilisti, ai pedoni, ai negozianti e anche ai ciclisti. E allora?”.