SULLA GRANDE DISTRIBUZIONE I SINDACI DELLA VALLATA DEL CHIAMPO FANNO FRONTE COMUNE
Comunicato del 12 ottobre 2010
L’ipermercato di 4mila metri quadri che potrebbe sorgere in via Chiampo, ad Arzignano non preoccupa solo la Confcommercio del mandamento ma anche le realtà comunali della Vallata. Per questo sindaci ed amministratori della zona hanno dato la loro disponibilità ad aprire un tavolo di concertazione con l’associazione di categoria più rappresentativa del mondo del Terziario. L’obiettivo è quello di iniziare un percorso che permetta di valutare con un’ottica sovracomunale tutte quelle scelte amministrative - in particolare relative all’insediamento di grandi strutture di vendita - che potrebbero influenzare il commercio, ma anche la qualità di vita, in una vasta porzione di territorio.
La decisione è giunta al termine di una riunione che si è tenuta ieri (11 ottobre), nella sede della Confcommercio di Arzignano, alla presenza del presidente mandamentale Stefano Bruttomesso e del direttore della Confcommercio provinciale Andrea Gallo. All’appello hanno risposto il sindaco di Chiampo Antonio Boschetto, quello di Nogarole Vicentino Mario Negro Marcegaglia, di Montorso Vicentino Diego Zaffari, di Altissimo Valeria Antecini, di Crespadoro Alessandro Mecenero e di San Pietro Mussolino Mirella Piazza. Presente anche l’assessore al commercio del comune di Zermeghedo Laura Biasin, mentre il comune di Montecchio Maggiore ha inviato un tecnico, il funzionario Paolo Bevilacqua. Grande assente il comune di Arzignano, invitato alla riunione sulla programmazione commerciale nella Vallata del Chiampo, che non ha però partecipato all’incontro anche a causa, probabilmente, delle polemiche innescate dalle contestate decisioni che riguardano l’insediamento dell’ipermercato.
E proprio da qui, vale a dire da quali potrebbero essere le conseguenze per il tessuto commerciale dell’area dell’insediamento di una grande struttura di vendita ai confini tra Arzignano e Chiampo, è partito il presidente mandamentale di Confcommercio Stefano Bruttomesso per esprimere, ai sindaci e agli amministratori presenti, la preoccupazione della categoria: “Il nostro territorio – ha affermato – vive già una situazione di grave squilibrio a favore della grande distribuzione, in particolare nel settore alimentare. Il rischio è che i negozi di vicinato siano costretti a cedere ulteriori quote di mercato perdendo redditività e arrivando, alla fine, alla chiusura. E quando chiude un’attività commerciale si trovano senza lavoro, indifferentemente, titolari e dipendenti che su quella attività avevano fondato le loro prospettive di vita: dunque non è del tutto vero che questa nuova struttura di vendita sia una risposta efficace ai bisogni occupazionali dell’area”.
Il direttore della Confcommercio Andrea Gallo ha voluto dal canto suo evidenziare come la posizione dell’Associazione non si limiti a difendere i pur legittimi interessi degli operatori commerciali: “Ci sono anche motivi di preoccupazione sociale, al di là di quelli economici, che dovrebbero essere presi in considerazione quando si ipotizza l’apertura di una nuova grande struttura di vendita. Se il commercio di vicinato va in difficoltà a rimetterci è anche la qualità di vita di interi quartieri o paesi, con i cittadini costretti a lunghi spostamenti per reperire beni di prima necessità, con tutte le conseguenze che questo tipo di “pendolarismo” ha in termini di aumento dei disagi, traffico e inquinamento. Per questo – ha sostenuto Gallo – la nostra posizione è chiara: basta con le cattedrali nel deserto collocate nelle periferie e sì, invece, all’insediamento delle grandi strutture di vendita, laddove ce ne fosse il bisogno, all’interno dei centri storici delle città”.
La posizione di Confcommercio è stata condivisa dagli amministratori presenti che, pur rivendicando la propria autonomia decisionale in tema di piccola e media distribuzione, hanno riconosciuto la necessità di concertare assieme, così come avviene anche su altre materie, il futuro del commercio nella Vallata, riconoscendone il valore sociale, oltre che quello economico.
Soddisfatto, alla fine dell’incontro, il presidente mandamentale Confcommercio Stefano Bruttomesso: “E’ stata una riunione per certi versi storica – ha affermato – perché concretizza quello che è sempre stato il nostro auspicio, mettere attorno ad un tavolo i comuni dell’area – e ne abbiamo riuniti otto su nove - per confrontarci sul futuro del commercio. Ci siamo dati appuntamento tra quindici giorni per stilare un documento comune e io auspico che questa volta sia presente anche Arzignano, perché, anche se ora ci troviamo su posizioni contrapposte, è nel dialogo che si possono trovare soluzioni condivise per il bene della comunità”.
Soddisfatto dell’incontro il sindaco di Chiampo Antonio Boschetto: “Siamo preoccupati per il proliferare di grandi strutture di vendita in zona – ha affermato – perché si rischia di compromettere in modo irreparabile il tessuto commerciale della Valle del Chiampo. Io credo che quando si devono prendere decisioni che riguardano il commercio dobbiamo seriamente metterci attorno ad un tavolo e pianificare uno sviluppo concertato, in particolar modo quando si ipotizza l’insediamento di realtà di notevoli dimensioni che hanno influenza su un territorio vasto”. Il sindaco di Crespadoro Alessandro Mecenero porta, invece, l’opinione di chi vive in un piccolo centro collocato in area montana: “Per un paese come il nostro avere nelle vicinanze una grande struttura di vendita è un problema serio: i giovani che hanno facilità di spostamento, infatti, fanno spesso lì la loro spesa e alla fine i negozi del paese rischiano di non avere più la redditività sufficiente per tenere aperto. E se chiudono i negozi non solo viene a mancare un servizio fondamentale per la popolazione anziana, che invece fa più fatica a spostarsi, ma si rischia, in prospettiva, anche lo spopolamento”.
Anche il sindaco di Montorso Diego Zaffari, a fine incontro, esprime un parere positivo sull’avvio di un tavolo di concertazione tra Comuni e Confcommercio: “Su questi temi – afferma - dobbiamo fare sinergia, dobbiamo mantenere vivo il confronto tra amministrazioni comunali e categorie economiche. Non possiamo essere in balia di decisioni estemporanee che non portano benefici al territorio, perché è chiaro che il futuro del commercio incide profondamente sulla qualità dei servizi erogati al cittadino”.