mercoledì 01 dicembre 2010
ALLUVIONE: TOGLIETE LA TASSA SULLA SOLIDARIETA’
Comunicato del 1. dicembre 2010
La solidarietà abbatte tutte le barriere, tranne quella del Fisco. Se da un lato, infatti, lo Stato ha messo sul piatto, nei primi giorni dopo l’alluvione, 300milioni di euro in contributi per risarcire chi ha subito danni (cifra, tra l’altro, che appare ancora insufficiente), dall’altra non ha escluso dalla tassazione ai fini dell’Irpef, dell’Ires e dell’Irap tutti gli aiuti economici agli alluvionati provenienti da enti e associazioni, vale a dire le elargizioni che non sono erogate direttamente dal Commissario delegato Luca Zaia.
A denunciare questa situazione paradossale è la Confcommercio di Vicenza, che ha chiesto al Governatore del Veneto di correggere questa “anomalia”, la cui conseguenza è quella di prelevare dalle tasche degli alluvionati una quota delle somme ricevute grazie alla generosità di tanti cittadini, per versarli nella casse dello Stato.
Il “pasticcio”, se così si può chiamarlo, deriva dall’ordinanza n. 3906 della Presidenza del Consiglio dei Ministri che stabilisce, al comma 2 dell’articolo 9, la non rilevanza fiscale dei soli contributi erogati proprio dal Commissario delegato. “Mi sembra palese - interviene il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca - l’assurdità di considerare una donazione ricevuta per essere stati vittima di una calamità alla stregua di un reddito d’impresa. E’ come, per fare un esempio, se chiedessimo ai negozianti messi in ginocchio da questa calamità di battere lo scontrino fiscale sui contributi ricevuti: è incredibile”.
Non solo: la mancata esclusione delle elargizioni non statali dalla tassazione, obbliga anche l’ente che vorrà distribuire liberamente dei soldi a favore, ad esempio, delle aziende colpite dalla calamità, ad operare alla fonte una ritenuta d’acconto su quanto erogato.
“Noi faremo quanto possibile perché il Commissario delegato Zaia possa accogliere le nostre richieste, formalizzate attraverso una lettera spedita nei giorni scorsi continua il presidente Rebecca -, ma è necessario fare in fretta perché, oggi come oggi, le modalità per aiutare le imprese in difficoltà a causa dell’alluvione rischiano di trasformare la solidarietà in un autogol”.
Il presidente di Confcommercio non si limita però a mettere in evidenza le problematiche che stanno emergendo nella gestione del dopo alluvione, lancia anche una proposta per evitare che in futuro la gestione burocratica delle calamità porti, a chi ne è colpito, più disagi che benefici. “Ritengo prioritario – spiega Sergio Rebecca – che gli enti preposti utilizzino l’esperienza fatta in questi giorni per definire una procedura standard di richiesta dei contributi e di certificazione dei danni subiti in caso di calamità naturali, valida su tutto il territorio. Chi, come noi di Confcommercio, si è infatti assunto l’impegno di assistere le imprese e i cittadini negli adempimenti burocratici del dopo alluvione ha fatto i conti con errori, dubbi, incertezze nella predisposizione delle procedure. Eppure non si è trattato, purtroppo, dell’unico evento calamitoso accaduto negli ultimi anni”.
Confcommercio Vicenza fa qualche esempio, per comprendere la “corsa ad ostacoli” a cui sono stati costretti gli imprenditori alluvionati. Ogni comune colpito ha diffuso un suo modello di dichiarazione di fermo attività, con scadenze di presentazione e modalità di compilazione diverse (il Comune di Vicenza ha cambiato modello “in corsa” per tre volte). Anche sui modelli di risarcimento del danno (e sulle scadenze diversificate per ogni comune) si è vissuta una piccola “Babele” burocratica: l’ammontare economico da rimborsare per quanto riguarda le attrezzature e i macchinari, ad esempio, doveva riferirsi all’acquisto del nuovo o all’effettivo valore del bene danneggiato? Su questo aspetto fondamentale non c’è, ad oggi, chiarezza, tranne alcune precisazioni ufficiose dei vari uffici. Senza contare che, almeno inizialmente, si è vissuto il “giallo” se la richiesta di contributo ad un ente (ad esempio la Regione) escludeva la possibilità di presentare domanda di aiuti economici ad altri enti, organismi e assicurazioni.
Sulla certificazione del danno subito, per la quale è spesso richiesto l’intervento di un tecnico abilitato, si potrebbe individuare, propone Confcommercio Vicenza, una figura specifica in ogni Comune, pronta ad intervenire in caso di necessità. In questo modo non ci si troverebbe, come accaduto, a dover attendere gli esiti di un bando predisposto in fretta e furia per reperire tali professionisti. Appare poi fondamentale, per Confcommercio, stabilire come vanno impostate relazioni e perizie accompagnatorie alle domande di rimborso, evitando agli alluvionati di dover presentare successive integrazioni.
“Va riconosciuto – conclude Rebecca – che gli enti pubblici con cui ci siamo confrontati per dare assistenza ai nostri soci hanno messo in campo tanta buona volontà, ma a volte questo non è bastato. Anche nella gestione burocratica del “dopo calamità” è mancato l’aspetto preventivo, vale a dire la possibilità di usufruire di procedure prestabilite e pianificate per tempo in vista di possibili emergenze. Facciamo allora tesoro di quanto accaduto, codifichiamo immediatamente queste procedure, garantendo così in futuro un’equa distribuzione degli aiuti e dei rimborsi”.