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venerdì 18 febbraio 2011

PONTE PUSTERLA: BENE I CORRETTIVI ANTI-ISOLAMENTO, MA LE ATTIVITA’ COMMERCIALI STANNO SOFFRENDO
Comunicato del 18 febbraio 2011

“Il caso “Ponte Pusterla” è un esempio di come il confronto e il dialogo tra operatori commerciali e amministratori pubblici possano contribuire a risolvere problemi complessi e delicati per la città”. Così Matteo Trevisan, presidente della Sezione 1 Centro storico della Confcommercio di Vicenza, commenta il via operativo a tutta una serie di interventi messi in campo dall’Amministrazione Variati per migliorare l’accessibilità alla zona di San Marco, dopo la chiusura di Ponte Pusterla danneggiato dall’alluvione.
“Il parziale ritorno degli autobus in zona, il miglioramento della segnaletica stradale che indica come accedere a San Marco in auto, il potenziamento dell’illuminazione e il controllo sull’accattonaggio erano tutte soluzioni che avevamo indicato all’amministrazione in una serie di incontri – afferma Trevisan – e che sono state accolte e messe in campo molto velocemente. D’altronde non dimentichiamo che la chiusura di Ponte Pusterla ha, di fatto, diviso in due il centro storico: si doveva fare qualcosa presto e bene, anche se la priorità deve rimanere quella di ripristinare al più presto la viabilità su questa infrastruttura cruciale per la città”.
Anche perché, nonostante i 55 commercianti dell’area stiano cercando di fare di necessità virtù, valorizzando una zona divenuta, giocoforza, quasi pedonale (in questo senso Confcommercio ha allo studio alcuni iniziative ad hoc), l’influsso della chiusura del ponte si fa sentire più di quello, pur esistente, della crisi dei consumi. Un’indagine della Confcommercio di Vicenza sull’andamento degli affari in zona, che ha interessato un campione di quasi metà delle aziende commerciali situate nel quartiere San Marco, rileva che il 52,4 delle attività giudicano la propria situazione economica non buona e un altro 14,3% addirittura pessima; il che in sostanza significa che il 66,7 per cento delle imprese è in difficoltà. E la colpa, secondo gli imprenditori interpellati, è da addossarsi per il 53,6% alla chiusura del ponte e per il 42,6% alla crisi economica in atto (il 3,8% ha indicato altre cause).
“Ora è il momento di dare alla città e a queste attività, molte delle quali hanno anche subito danni diretti da alluvione, risposte certe sui tempi per la sistemazione del ponte – conclude il presidente Matteo Trevisan –. I vicentini si sono rimboccati le maniche per cancellare quanto prima le conseguenze di questa calamità, ora sarebbe assurdo dover convivere per lunghi mesi con la ferita di un centro storico tagliato in due”.
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