I lavori del post alluvione procedono come in un puzzle, dove tessera dopo tessera si cerca di comporre l’immagine di un territorio messo definitivamente al sicuro da possibili, nuovi, disastri idrogeologici. Ma a sette mesi dall’evento del 1. novembre è ancora estremamente difficile riconoscere anche solo i contorni di questo grande quadro a causa dei necessari tempi tecnici di progettazione ed esecuzione delle opere, dell’incognita sulla destinazione delle risorse necessarie e dei paletti di una burocrazia che a volte riesce anche a frenare i poteri straordinari del Commissario Luca Zaia.
Il Contamesi, il grafico realizzato dalla Confcommercio di Vicenza per monitorare lo stato di avanzamento delle opere anti-alluvione, rimane dunque costantemente accesso sulla “spia” che indica la presenza di cantieri attivi in tutta la provincia, ma a tutt’oggi ancora non si può affermare che il territorio sia più sicuro di quel fatidico giorno di Ognissanti.
Alcuni passi avanti, però, si stanno compiendo: secondo le informazioni raccolte dall’associazione di via Faccio, ad esempio, si sta procedendo nella progettazione del bacino di espansione di Caldogno, con una novità: se inizialmente la Regione era intenzionata a procedere a stralci, ora si è invece deciso di progettare l’opera nel suo complesso, così da essere pronti, una volta trovati i circa 50milioni di euro necessari alla realizzazione del bacino (che è poi la grande incognita), di poter procedere più speditamente. Per tutte le altre casse di espansione, previste dal Piano regionale delle opere, solo quella di Trissino potrebbe avere un cammino più spedito, anche se non vi sono certezze sui tempi di realizzazione.
Sul fronte dei lavori programmati dal Genio Civile di Vicenza ci sono poi alcune novità. La Commissione Tecnica Regionale Decentrata ha dato il via libera ad alcuni importanti interventi che dovrebbero aumentare il livello di sicurezza idraulica del capoluogo quali l’innalzamento dell’argine sull’Astichello in città e il ripristino con sopraelevazione del muro di contrà Chioare (2milioni di euro); un intervento sull’argine sinistro del torrente Timonchio tra Dueville e Vicenza (per 800mila euro) e due interventi sul Bacchiglione, a valle di Vicenza, per un milione di euro. Tutti questi sono lavori che, secondo i programmi della Regione, dovrebbero essere completati entro l’autunno. Nel frattempo, ovviamente, procedono anche i lavori di somma urgenza e di ripristino delle condizioni di sicurezza esistenti prima dell’evento alluvionale.
Per quanto riguarda la riapertura di un’opera simbolo come Ponte Pusterla a Vicenza, si delinea poi con più precisione il work in progress dell’operazione: secondo le informazioni raccolte da Confcommercio Vicenza il progetto esecutivo dovrebbe essere approvato a metà giugno e i lavori iniziare i primi di luglio, in modo da riconsegnare il ponte alla città entro il mese di ottobre.
“Se guardiamo a quanto fin qui realizzato dagli enti preposti sul fronte dei lavori post-alluvione non possiamo che riconoscere un impegno e una dedizione davvero notevoli – è il commento di Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza –. Dobbiamo però prendere atto che in un giorno solo l’alluvione ha devastato una fetta importante del nostro territorio, mentre nei 210 giorni passati dallo scorso 1. di novembre non si è ancora riusciti a garantire sufficienti livelli di sicurezza a cittadini e imprese nel caso si verificassero eventi meteorologici particolarmente avversi. A preoccuparci – continua il presidente Rebecca - non è però solo il tempo che passa, certamente in parte legato alla complessità degli interventi richiesti, quanto la mancanza di certezze sulle risorse da mettere sul piatto per il finanziamento delle opere più importanti, vale a dire i bacini di espansione. Su questo aspetto non siamo riusciti ad ottenere alcuna previsione e dunque continueremo il nostro monitoraggio attraverso “Il Contamesi”, che intende registrare quanto si sta facendo, ma anche mantenere alta l’attenzione sulle tante opere essenziali contro l’alluvione purtroppo ancora sulla carta, se non addirittura solo ipotizzate”.