lunedì 25 luglio 2011
“IL MINISTERO A MONZA? LE IMPRESE
DEL TURISMO HANNO BEN ALTRE NECESSITA’ CHE IL MINISTRO BRAMBILLA IGNORA TOTALMENTE”
Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza e vicepresidente nazionale Confcommercio, boccia sonoramente la nuova “sede” del dicastero
Comunicato del 25 luglio 2011
“Il rilancio di un comparto fondamentale per il futuro economico del nostro Paese come il turismo non si attua certo con una sede staccata del ministero a Monza, un’iniziativa che appare un inutile spreco di risorse e di cui, per quanto ne dica il ministro Brambilla, le imprese venete non sentivano alcuna necessità”. E’ tagliente il giudizio di Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza e vicepresidente nazionale Confcommercio, sulle ultime mosse della titolare del dicastero che dovrebbe coordinare le politiche nazionali per lo sviluppo del turismo nel Belpaese. Sull’inaugurazione ufficiale della sede staccata di Monza il presidente Rebecca rincara la dose: “Siamo alle solite operazioni di facciata – afferma -. Le nostre aziende si aspettano dal Governo la definizione di un progetto complessivo sul turismo e investimenti sostanziosi per sfruttare appieno l’unica vera risorsa interna, non delocalizzabile, su cui possiamo contare per far ripartire l’intera economia nazionale. Sono invece arrivate un paio di inutili scrivanie collocate in una villa storica e un “Codice del Turismo”, improvvido e improvvisato, che anziché rilanciare il settore rischia di affossarlo”. Il vicepresidente nazionale di Confcommercio boccia sonoramente il provvedimento fortemente voluto da Vittoria Brambilla: “In un colpo solo il ministro è riuscito ad incassare un ricorso alla Corte Costituzionale da parte della Regione Veneto, prima regione turistica italiana, e la rabbia di centinaia di migliaia di esercizi della distribuzione e della ristorazione che rappresentano, assieme alle strutture ricettive, la dorsale del sistema turistico italiano. E’ un po’, usando una metafora calcistica, come se tutta la squadra si mettesse contro l’allenatore. In casi come questi un professionista serio dovrebbe trarne le dovute conseguenze”.
Ma per ora di ripensamenti l’onorevole Vittoria Brambilla non ne ha, mentre le imprese del commercio, del turismo e dei servizi rischiano di entrare in grave difficoltà proprio per i provvedimenti che portano la firma del ministro.
“Ricevo quotidianamente chiamate preoccupate dei nostri operatori sulla liberalizzazione degli orari dei negozi nelle zone turistiche, che di fatto, con un semplice “articoletto” inserito in sordina nel Codice, senza alcuna concertazione e bypassando chi ha reale competenza in materia, vale a dire le Regioni, scompagina il
settore della distribuzione commerciale in vaste aree del Belpaese”, prosegue il presidente Rebecca. E cosa dire della norma che consente alle strutture ricettive di
aprire liberamente bar e ristoranti? “Anche in questo caso – afferma Rebecca – il “Codice” butta a mare qualsiasi criterio di professionalità e programmazione, essenziale per i delicati equilibri di un comparto fondamentale per l’offerta turistica italiana, considerato il richiamo dell’enogastronomia nel nostro Paese. Mi sembra abbastanza per capire il livello di competenza in materia di turismo dimostrato dal ministro Brambilla: le imprese chiedevano un’iniezione di risorse e il varo di una legislazione che permettesse di combattere ad armi pari la sfida del turismo con i Paesi concorrenti e per tutta risposta abbiamo ottenuto misure che aumenteranno i costi per le imprese e diminuiranno la loro redditività, oltre che un’inutile sede ministeriale”.
Una sede che il ministro ha definito un “regalo ai cittadini”, così come un regalo ai cittadini sarebbero gli sportelli “al servizio degli italiani” istituiti dal Pdl su iniziativa proprio di Vittoria Brambilla, per fornire la stessa assistenza che già viene erogata dagli enti di patronato. “Ci mancava anche che un partito politico si mettesse ad aprire sportelli di consulenza e servizio – afferma il presidente Rebecca, che questo mondo lo conosce bene essendo vicepresidente nazionale delegato della 50&Più Enasco, l’ente di patronato della Confcommercio –. Sarebbe meglio che anziché impicciarsi di queste cose il ministro si limitasse a fare bene il suo mestiere, mettendo in campo provvedimenti realmente utili al turismo. Dei suoi regali, che più di qualcuno, anche nel suo partito, oramai ha ribattezzato a ragione “brambillate”, ne facciamo volentieri a meno”.