giovedì 01 settembre 2011
“IL CONTAMESI” DEL 1. SETTEMBRE 2011
BENE I CANTIERI “MINORI” MA A QUANDO
LE GRANDI OPERE?
Comunicato del 1. settembre 2011
A dieci mesi dall’emergenza determinata dall’alluvione del 2 novembre 2010, che ha colpito in particolare Vicenza, Cresole e Caldogno, il “Contamesi”, l’iniziativa della Confcommercio di Vicenza finalizzata a monitorare lo stato di avanzamento degli interventi per mitigare il rischio di altre esondazioni sul territorio, prova a fare nuovamente il punto della situazione.
Parlando di rimborsi ai privati e alle imprese che hanno subito dei danni, la partita appare chiusa con l’ultima ordinanza del commissario straordinario Luca Zaia, che prevede uno stanziamento definitivo ai Comuni di 152 milioni di euro per far fronte alle varie richieste. “Diamo atto al commissario di aver definito la questione dei rimborsi in tempi rapidi – dice Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza – ma su alcune decisioni in merito manteniamo qualche riserva. Sui fondi per le imprese danneggiate, ad esempio. Se come è successo per alcune nostre ditte associate il danno dell’alluvione è stato di un certo importo, documentato, come richiesto, da perizia giurata di stima, perché dare solo il 75% del “danno ripristinato”? E se, come in qualche caso si è verificato, l’impresa danneggiata non ha la liquidità necessaria a eseguire tutti i lavori necessari a riportare la situazione come prima, riceverà comunque solo il 75% del costo delle opere eseguite e, quindi, mai avrà i fondi necessari per ripristinare anche il resto. Così ci troviamo con attività e negozi colpiti dall’alluvione che tirano avanti, non usufruiscono più dei loro magazzini che rimangono danneggiati, acquistano le merci strettamente necessarie a mantenere viva l’attività e sperano di spostare al più presto la loro sede in zone più sicure. Alcune vie in città, oltre a rimanere ancora esposte al rischio di esondazione, viale XX Settembre, via IV Novembre e Piazza Matteotti, solo per citarne alcune, sono purtroppo seriamente toccate dal pericolo di desertificazione commerciale”.
E in effetti rimane ancora alta la probabilità che l’evento disastroso del 2 novembre scorso possa ripetersi, poiché le cosiddette grandi opere, quelle che metterebbero davvero in sicurezza il Veneto, mancano di finanziamenti. “Se anche questi soldi dovessero essere trovati – aggiunge Rebecca – dovremmo aspettare altri quattro- cinque anni prima di vedere realizzato qualcosa. Le casse di espansione sul territorio vicentino, a Caldogno e a Trissino, sono state indicate dal presidente della Regione Zaia tra le opere prioritarie e questo ci dà qualche speranza in più di vederle realizzate. Al momento però continuano ad avanzare solo sulla carta. Bisogna dare comunque atto agli enti preposti di aver aperto molti cantieri minori, ma non per questo meno importanti, finalizzati a sistemare gli argini, ripulire gli alvei dei fiumi e così via”.
Ad oggi risulta sostanzialmente completato l'insieme degli interventi di somma urgenza, in totale 54 lavori, parte iniziati nel mese di novembre 2010 e parte iniziati nei mesi di marzo e aprile di quest'anno. Nel quadro complessivo vanno aggiunti 9 progetti di intervento già finanziati, relativi a opere di maggiore entità e complessità. Tali interventi riguardano una serie di misure da realizzarsi sul Timonchio e sul Bacchiglione nei comuni di Dueville, Vicenza, Longare, Montegalda e Montegaldella.
“Sicuramente in alcune aree della nostra provincia l’esecuzione degli interventi di emergenza ha determinato la mitigazione del rischio idraulico, che resta però elevato in determinate vie del centro storico di Vicenza – conclude il presidente Rebecca -. Il nostro “Contamesi” segnala, quindi, che i cantieri attivi, ma sono per le grandi opere, quelle realmente risolutive, che la gente vorrebbe vedere finalmente le ruspe al lavoro”.