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giovedì 22 settembre 2011

SUBITO LE RIFORME PER LA CRESCITA
Intervento di Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza, sulla crisi economica
Notizia del 22.09.2011

Stiamo vivendo una situazione economica e sociale che non ha precedenti negli ultimi trent’anni di storia del nostro Paese. La mancanza di fiducia sul Sistema Italia tocca oramai livelli allarmanti, come dimostra il doppio “schiaffo” del declassamento di rating decretato da Standard & Poor’s e del taglio nelle stime di crescita del Fondo Monetario Internazionale.
I rischi che tutti noi - cittadini, lavoratori, imprese -  stiamo affrontando da settimane impongono, a chi guida il nostro Paese, un inderogabile cambio di rotta per uscire dalle secche della stagnazione, con decisioni immediate, non improvvisate, concrete ed efficaci.
Lancio quindi un appello, che interpreta il comune sentire dei nostri imprenditori del Terziario di mercato e sintetizza le preoccupazioni emerse nel corso dell’ultimo Consiglio e dell’ultima Giunta della Confcommercio di Vicenza, che si sono svolti proprio alla vigilia del recente declassamento del rating italiano.
I negozianti, gli operatori dell’ingrosso, le società di servizi, le aziende del turismo condividono con il resto delle famiglie italiane la stessa emergenza: quella di dover fare i conti, da molti mesi oramai, con la riduzione del reddito disponibile. Meno soldi significa minori consumi, minori vendite e in prospettiva, non dimentichiamolo, una diminuzione della produzione per le nostre industrie manifatturiere. Una situazione, questa, aggravata dall’ultima, improvvida, decisione di aumentare l’Iva con l’unico obiettivo di fare cassa.
Nonostante il senso di scoramento e la profonda preoccupazione dei nostri imprenditori, è forte però la determinazione a controbattere questa crisi: viviamo, infatti, nel paradosso di un Paese che in Europa pare l’ultimo della classe ed invece ha un sistema delle imprese sano e una ricchezza finanziaria e immobiliare tra le più alte al mondo. Eppure, se ci mettiamo davanti allo specchio delle economie mondiali c’è una fitta coltre che copre questa immagine e che riflette tutta un’altra realtà, quella di un Paese fermo da anni e senza alcuna prospettiva di sviluppo a causa dell’assoluta mancanza di riforme capaci di ridare slancio all’economia.
Altro che “tagliando”, come promette il Governo, qui c’è da rimettere mano all’intero motore della crescita, prima di tutto togliendo il “freno a mano” della spesa pubblica che ci inchioda a terra mentre tutti attorno a noi stanno correndo. Recuperare risorse con tagli che non colpiscano le fasce deboli della popolazione si può, basta avere la volontà (che finora è clamorosamente mancata) di eliminare duplicazioni di enti e funzioni  nella pubblica amministrazione, di tagliare privilegi e sprechi, di ridurre drasticamente incarichi e compensi pubblici, di razionalizzare tutti i centri di costo.
Avremmo così uno Stato più snello ed efficiente e saremmo in grado di recuperare quanto necessario per avviare una vera riforma fiscale in grado di liberare risorse di spesa per le famiglie ed innescare un circolo virtuoso per far ripartire gli investimenti delle imprese, assicurando occupazione e nuove prospettive ai nostri giovani.
Se questa è la “madre di tutte le riforme”, sono oramai ineludibili interventi anche su altri fronti intrinsecamente collegati alla crescita economica. Sul lavoro, innanzitutto, puntando su tutti quei meccanismi in grado di aumentare la produttività e di conseguenza, la competitività delle nostre aziende. Sul turismo: una grande risorsa non delocalizzabile finora totalmente ignorata, se non penalizzata, e che invece può essere un formidabile volano per l’economia nazionale, anche per il Sud che ha in tal senso grandi potenzialità inespresse. Sull’urbanistica, sia civile che commerciale, preservando il nostro territorio dalle speculazioni, dalla cementificazione selvaggia e riqualificando, invece, il patrimonio edilizio per migliorare la qualità generale di vita e valorizzare le nostre città, i nostri paesi, i nostri borghi.
Sull’ambiente, premiando le aziende eco friendly e sostenendo le idee imprenditoriali che aprono nuovi business per il futuro. Sulle pensioni, perché, nonostante gli ultimi ritocchi, non si è ancora raggiunto un accettabile livello di stabilizzazione della spesa.
Quelli che chiediamo non sono interventi ambiziosi, bensì misure necessarie e improrogabili per rimettere in moto il motore dell’economia. E se chi oggi governa  non è in grado di metterle in pratica, allora è il caso di procedere nel ricambio per evidente “default” politico. Non prima, ovviamente, di un’ultima essenziale riforma, quella della legge elettorale, oggi indecorosa, per restituire ai cittadini il potere di decidere, finalmente, da chi essere rappresentati.

Sergio Rebecca
Presidente Confcommercio Imprese per l’Italia
della provincia di Vicenza

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