Erano in tanti anche ieri sera i commercianti, guidati dai dirigenti della Confcommercio di Arzignano, che hanno voluto presenziare al consiglio comunale. Il momento era, infatti, di quelli cruciali: la votazione alla variante urbanistica al Piano degli Interventi che dà il via libera a 6.500 metri quadri a destinazione commerciale ad Arzignano. Il “si” è passato con una maggioranza risicata, ma alla fine il sindaco Giorgio Gentilin ce l’ha fatta a far adottare un progetto che avrà come conseguenza lo stravolgimento dei delicati equilibri esistenti in una rete distribuiva che già vive i problemi di un’area dove forte è la presenza di grandi e medie strutture di vendita.
“Con questa approvazione – afferma Stefano Bruttomesso, presidente della Confcommercio di Arzignano - l'Amministrazione Gentilin si prende una grande responsabilità: quella di condizionare il futuro delle imprese commerciali del territorio che garantiscono un fondamentale servizio al cittadino e ciò in un momento in cui i negozi sono alle prese con un notevole calo dei consumi. Mi auguro che di fronte a queste prospettive i nostri imprenditori continuino a trovare la forza per investire nelle loro attività, ma di certo non è così che si difende il ruolo insostituibile del piccolo commercio”.
Il presidente Bruttomesso però non getta la spugna e rilancia: “Innanzi tutto – continua - ringrazio i consiglieri comunali che hanno votato contro al Piano degli Interventi, avvalorando le nostre tesi. Ora attendiamo la pubblicazione della variante nell'Albo Pretorio, dopodiché redigeremo e presenteremo le nostre osservazioni e proposte. Certo – prosegue il presidente della Confcommercio di Arzignano - i ripensamenti sono sempre difficili, ma noi vogliamo dare all’Amministrazione ancora la possibilità di riflettere sulle conseguenze di questa decisione. Il sindaco Gentilin cerca di far passare in secondo piano i guasti della variante 1, sviando l’attenzione con il suo sbandierato “no” ai centri o ai parchi commerciali. Prendo atto di questo impegno, ma ampliare ancora, come si sta facendo, gli spazi per la distribuzione organizzata non è di certo la soluzione che auspicavano centinaia di negozianti della città”.