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giovedì 03 novembre 2011

“NEGOZI DI ABBIGLIAMENTO, LA CRISI
NON E’ SOLO PER I CONSUMI”
Alessandro Cestonaro, presidente dei dettaglianti tessili Confcommercio Vicenza, è stato eletto nel consiglio della Federazione Moda Italia: “Serve un patto con i produttori per riformare il sistema distributivo. Domeniche aperte? Stupisce che ad avanzare la proposta sia una donna”
Comunicato del 3 novembre 2011

“La crisi dei consumi sta colpendo duramente i negozi di abbigliamento e calzature che sono il comparto più importante, nella nostra regione, della distribuzione commerciale. Se ne devono rendere conto anche le industrie del settore, a cominciare dalle tante realtà venete: è tempo di sederci attorno ad un tavolo per affrontare il mercato con strategie comuni”. A lanciare l’appello per un cambio nelle relazioni tra produzione e filiera distributiva nell’abbigliamento è Alessandro Cestonaro, presidente della categoria dettaglianti tessili di Confcommercio Vicenza ed eletto qualche giorno fa nel consiglio nazionale di Federazione Moda Italia. La più rappresentativa organizzazione del settore ha infatti recentemente rinnovato il direttivo, confermando il presidente Renato Borghi.
Le problematiche che si trovano oggi ad affrontare i quasi 9mila negozi di abbigliamento veneti (1.200 nella sola provincia di Vicenza) e gli oltre 2mila esercizi del comparto “calzature ed articoli in cuoio” (sono 297 nel Vicentino) non derivano, infatti, esclusivamente dalla flessione degli acquisti che, nel primo semestre di quest'anno, si sono ridotti del 2,5%: anche l’attuale sistema di approvvigionamento dei punti vendita gioca un ruolo sempre più di rilievo nelle difficoltà che caratterizzano il settore.
“I capi che oggi proponiamo sono stati ordinati ai marchi moda anche 10 mesi fa, senza poter prevedere il netto peggioramento delle possibilità di spesa dei nostri clienti che caratterizza la situazione economica attuale - spiega il presidente Cestonaro -. Questo è un esempio lampante del fatto che il rischio d’impresa nel settore abbigliamento è quasi tutto sulle spalle del negoziante, una situazione oramai insostenibile, alla quale va posto quanto prima rimedio con un “patto” tra industria della moda e dettaglio di cui, a livello di Federazione veneta, si è già cominciato a parlare”.
I distributori finali delle griffe della moda, dunque, chiedono ai produttori una sorta di compartecipazione al rischio: “Abbiamo bisogno di avvicinare il più possibile gli ordini all’avvio effettivo della stagione – prosegue Alessandro Cestonaro – e di aumentare la marginalità anche attraverso un accordo sulla gestione delle rimanenze finali e sul riassortimento dei magazzini”. E poi c’è la questione outlet, per la quale la Federazione Moda Italia pensa ad una regolamentazione per legge.
Infine, il presidente Cestonaro boccia l’ipotesi dell’assessore regionale Isi Coppola sull’ampliamento delle aperture domenicali in Veneto: “Sarà un altro duro colpo ai nostri negozi – afferma -, perché aumenteranno i costi del personale senza un reale ritorno economico. Mi meraviglia, poi, che una simile proposta sia arrivata da una donna: le nostre dipendenti, che rappresentano l’80% del personale nel settore, già faticano a conciliare i tempi di lavoro con quelli della famiglia e ora dovrebbero rinunciare alle uniche giornate in cui possono finalmente stare con i loro cari. E mentre loro, di domenica, sono in negozio, i servizi che il settore pubblico dovrebbe garantire alle lavoratrici per poter svolgere l’attività come in un normale giorno feriale rimangono desolatamente chiusi. Un bell’aiuto all’occupazione femminile, non c’è che dire”.
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