TURISMO AD ASIAGO. PREZZI INVARIATI MA COSTI PIU’ ALTI
Da una rilevazione del Mandamento, l’analisi della stagione appena trascorsa
Notizia del 14 novembre 2011
Il conto alla rovescia è già iniziato per la stagione turistica invernale sull’Altopiano di Asiago. E mentre gli operatori attendono l’apertura ufficiale degli impianti di risalita o degli anelli di fondo, in queste stesse settimane si stanno tirando le somme sull’andamento della stagione estiva. A tale proposito, il mandamento Confcommercio ha recentemente realizzato una rilevazione, che ha evidenziato alcuni aspetti interessanti. La premessa è che, nonostante un’estate caratterizzata da un luglio un po’ particolare meteorologicamente parlando, la stagione appena trascorsa è giudicata positivamente dalle imprese del commercio, turismo servizi dell’area che hanno risposto al questionario dell’associazione. I giudizi “buono” e “discreto” raggiungono il 62% ed anche il confronto con il 2010 sostanzialmente regge. Nonostante l’andamento soddisfacente, però, il 54% delle imprese interpellate lamenta un calo del fatturato e ciò anche se gli scontrini o le fatture emesse sono aumentati (per il 54% degli interpellati). Il “rebus” si spiega con la diminuzione degli importi di ciascuna operazione, che mediamente è pari all’1,4%. Altro aspetto che la rilevazione mette in evidenza è la sostanziale stabilità dei prezzi e delle tariffe applicati dagli operatori del commercio e del turismo dell’Altopiano. Solo il 10% ha ritoccato in su i listini, l’83% li ha mantenuti invariati ed un 7% dichiara di averli diminuiti. Eppure, ben il 48% delle aziende che hanno risposto al questionario dichiarano che i prezzi applicati dai fornitori sono aumentati rispetto al 2010 (mediamente di un +1,4%). In sostanza, dunque, le aziende hanno calmierato i prezzi a tutto vantaggio della clientela, riducendo però, a questo punto, la marginalità a causa degli aumenti subiti. Un segnale, questo, che fa capire l’impegno messo in campo dagli operatori per mantenere le proprie quote di mercato. E per salvaguardare anche l’occupazione: il 79% delle aziende, infatti, dichiara di aver impiagato lo stesso numero di persone dell’anno scorso e il 7% di averle addirittura aumentate.