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venerdì 03 febbraio 2012

CONFCOMMERCIO: “PRESIDENTE MONTI, INTERVENGA IN SETTORI UTILI COME ENERGIA, FINANZA, CREDITO E POSTE”
Sono in distribuzione le locandine della protesta che coinvolgerà i negozi di tutto il Veneto
Comunicato del 3 febbraio 2012

La campagna di protesta contro la liberalizzazione decisa dal Governo Monti coinvolgerà i negozi del Veneto, con l’esposizione di una locandina con le ragioni per dire no ad una deregulation che avrà conseguenze gravissime sui punti vendita tradizionali. 
L’iniziativa è organizzata dalla Confcommercio regionale e ampiamente sostenuta da Confcommercio Vicenza, la quale sta, infatti, distribuendo, su tutto il territorio provinciale, migliaia di manifesti, con la richiesta a tutti gli associati di esporre la locandina di protesta, ben visibile nelle vetrine o all’interno delle attività imprenditoriali. Il messaggio è chiaro: “Presidente Monti – si legge - pensi a liberalizzazioni davvero utili: energia, finanza, credito, poste, infrastrutture. La liberalizzazione del commercio non crea ricchezza, distrugge la pluralità dell’offerta distributiva, desertifica i centri storici, penalizza i titolari e i dipendenti del commercio. Non serve a salvare l’Italia”.
Interpretando il malcontento generalizzato sugli ultimi interventi del Governo Monti in tema di commercio, Confcommercio vuole così dare voce ai tantissimi imprenditori del commercio e delle attività simili, contrari all’apertura delle attività commerciali  24 su 24, sette giorni su sette, che non esiste in nessun altro paese europeo. E’ anche un modo più diretto per informare l’opinione pubblica sulle conseguenze di una deregulation cosi ampia, dove a pagare il conto saranno i piccoli negozi di vicinato che non possono resistere a ritmi di lavoro che solo alcune delle aziende più strutturate possono permettersi. Tutto ciò porterà con sé l’estromissione dal mercato dei negozi tradizionali a vantaggio della Grande distribuzione organizzata e avrà effetti negativi su altri fronti, come la vita dei centri storici delle città e più in generale delle piazze di paese, che lentamente si svuoteranno. 
“Non sono certo queste le liberalizzazioni che gli italiani si aspettavano – dice Sergio Rebecca presidente della Confcommercio di Vicenza –. Ad oggi il Governo ha agito con decisione solo sugli  orari dei negozi, fra l’altro in un settore, quello del commercio, già liberalizzato dal 1998, con il Decreto Bersani, mentre non c’è stata nessuna azione davvero efficace per introdurre una reale concorrenza o per togliere le rendite di posizione in altri settori ben più strategici, come quello energetico, trasporti, banche, assicurazioni, autostrade, poste nei quali è prioritario introdurre assetti di mercato realmente competitivi. Queste sono le liberalizzazioni che gli italiani attendono sul serio e che possono agevolare la ripresa del Paese. Invece, pur nell’evidenza che i portafogli dei cittadini sono sempre più vuoti,  si è pensato di offrire loro più occasioni di spesa…, nell’obiettivo di “salvare l’Italia””.
Resta comunque aperto il fronte tra Governo, Tar e Regione Veneto sull’applicabilità della legge regionale del 27 dicembre scorso, in materia di orari dei negozi, che di fatto limita la liberalizzazione voluta da Monti. Confcommercio, ribadendo che, così come previsto dalla legge in questione, 16 domeniche all’anno di apertura, più il mese di dicembre (che vanno a sommarsi alle deroghe totali consentite nelle città d’arte e nei comuni ad economia turistica), sono più che sufficienti, si appresta ad affiancare la Regione Veneto nel far valere, in sede di Corte Costituzionale la competenza regionale specifica in tema di commercio. Sta quindi intervenendo per sostenere la legittimità delle ordinanze dei Comuni in termini di aperture in deroga davanti al Tar del Veneto. L’impegno è davvero su più fronti e con queste locandine Confcommercio vuole in qualche modo darne visibilità all’opinione pubblica perché il danno indotto da tali provvedimenti ricadrà sulla collettività tutta, oltre che su commercianti e loro addetti.

Nel link in alto a destra, la locandina della campagna di protesta.

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