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mercoledì 26 novembre 2014

Russia - I marchi di moda minacciano di abbandonare il paese

È possibile una fuga di massa dalla Russia da parte dei produttori occidentali di abbigliamento e di calzature, legata al calo della redditività delle importazioni e all’aumento dei costi per l’affitto di uno spazio nei centri commerciali - Ciò è attribuibile alle tariffe per l’affitto di spazi commerciali e alle fatture sulle merci importate denominate in valuta estera.

Anche se la Russia rappresenta un importante mercato d’esportazione per i produttori occidentali di abbigliamento e calzature, alcune aziendepotrebbero interrompere la collaborazione con i partner russi e ucraini già nel 2015.

La decisione non sembra essere legata alle sanzioni contro la Russia.A fine aprile, l’agenzia internazionale Standard & Poor’s ha ribassatoil rating sovrano del paese in valuta estera portandolo da BBB a BBB -, con una previsione di rating “negativa”. Le agenzie Moody’s e Fitch non hanno modificato i rating per quest’anno, ma le loro stime sono peggiorate: a causa della svalutazione del rublo e del calo dei prezzi del petrolio quest’anno la probabilità che il rating cambi nuovamente è alta.

L’attività locale dei retailer europei sta soffrendo seriamente per la svalutazione del rublo e il calo della capacità d’acquisto della popolazione. La situazione è aggravata dalle prospettive poco chiare per il 2015 in un contesto di incertezza politica, notano le aziende e gli esperti.

La crisi attuale è peggiore della crisi del 2008. L’atteggiamento di timore delle aziende è più acuto, per i rivenditori è molto difficile valutare i rischi economici, essendo essi determinati principalmente da fattori politici. Dall’inizio dell’anno il rublo nei confronti dell’euro è sceso di oltre il 10%. Il rallentamento della crescita economica e, in particolare, l’indebolimento del rublo hanno avuto un impatto negativo sul potere

d’acquisto dei consumatori e, di conseguenza, sull’attività commerciale.

La situazione sul mercato locale rimane difficile: il rublo è debole, e gli ulteriori movimenti dell’economia sono incerti. Le oscillazioni del tasso di cambio hanno colpito anche l’attività di aziende quali Esprit, OVS e River Island. I negozi OVS sono già stati chiusi, mentre River Island ed Esprit, secondo gli esperti russi,  potrebbero chiudere a breve.

Il problema principale, che al momento preoccupa i retailer del fashion, è l’incertezza del mercato attribuibile all’imprevedibilità del tasso di cambio del rublo. Ora i retailer stanno già programmando gli ordini per il periodo primavera-estate 2015, e in dicembre inizieranno ad ordinare merce per le collezioni autunno-inverno 2015-2016. Pertanto bisogna prevedere gli andamenti del mercato con sei mesi d’anticipo. E se le regole del gioco non sono chiare, impostare una strategia per le stagioni successive diventa complesso per le aziende.

Il calo della domanda sull’abbigliamento è iniziato alla fine del 2013 e a luglio 2014 il mercato ha toccato il fondo. Secondo le stime, alla fine del 2014 le vendite nel segmento della moda potrebbero ridursi del 5-7% in termini quantitativi. Molto probabilmente gli esportatori europei dovranno attendersi un altro

anno difficile: il volume di ordini nel 2015 potrebbe ridursi ulteriormente del 10-15%. La speranza potrebbe accendersi nel 2016 e nel 2017 il mercato potrebbe stabilizzarsi definitivamente.

(Mondomercati 2014/20-21)

 



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