
“Stiamo notando sempre più spesso, anche nelle aziende vicentine, un uso improprio delle figure del procacciatore d’affari o del consulente al posto dell’agente di commercio. È una “scorciatoia” pericolosa, perché ci si avvale di collaboratori che non hanno i requisiti per questa professione e si crea confusione nel rapporto di lavoro tra casa mandante e agente, vanificando le intese sindacali raggiunte tramite gli Accordi Economici Collettivi per entrambi i soggetti”. A lanciare l’allarme è Paolo Dainese, presidente provinciale di Fnaarc-Confcommercio Vicenza, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio.
La distinzione tra le due figure è stata ribadita di recente anche dalla Cassazione (ordinanza n. 27571/2025): “Non si tratta di una sfumatura, ma di un elemento sostanziale – rileva il presidente Dainese -: l’agente di commercio svolge un’attività stabile e continuativa di promozione, nell’ambito di un rapporto professionale autonomo e non occasionale. Inoltre è tenuto all’iscrizione Enasarco, che assicura una copertura previdenziale integrativa e forme di assistenza sanitaria durante l’attività lavorativa e oltre”. Dall’altro lato il procacciatore è una figura che si caratterizza per la mancanza di stabilità e di specifica professionalità, senza nessuna garanzia di tipo civilistico. In sostanza si limita a segnalare affari o raccogliere proposte per conto della mandante, senza poteri di rappresentanza, né obblighi di promozione continuativa, operando perciò in modo episodico e non coordinato con l’azienda.
“Se il rapporto con il procacciatore d’affari diventa stabile e non più occasionale come dovrebbe essere – rileva il presidente Dainese -, ci troviamo, in sostanza, di fronte ad un dumping contrattuale nei confronti della categoria che allo stesso tempo espone sia le imprese che i procacciatori al rischio di eventuali accertamenti fiscali e previdenziali. L’invito – continua Dainese - è allora quello di regolarizzare la posizione di queste figure, ottenendo l’abilitazione ad operare come agente di commercio, attraverso la frequenza di specifici corsi abilitanti alla professione.”
Fnaarc-Confcommercio Vicenza richiama dunque l’attenzione sulla necessità di una corretta distinzione delle due figure affinché il mercato resti competitivo, leale e gli operatori siano inquadrati e tutelati per l’effettivo lavoro che svolgono.
Per approfondimenti o chiarimenti gli Uffici Fnaarc Confcommercio sono a disposizione per gli associati.