RICERCA PRODOTTI : {{query}}

{{errore}}
venerdì 21 novembre 2025

News - Agente di commercio o procacciatore di affari?

News

Vediamo da vicino quali sono le differenze e qual è il vantaggio di rivolgersi ad un professionista, l’Agente, che ha compiti e responsabilità ben delineati

 

Il primario obiettivo di qualsiasi azienda è di trovare nuovi clienti e concludere con loro affari. Per farlo, si rivolgono a quelle figure professionali che possano aiutarli nel raggiungere tali obiettivi. Tra questi: l’Agente di Commercio ed il Procacciatore di affari. Due professioni apparentemente simili ma in realtà molto diverse.

La figura dell’Agente di Commercio
L’agente di commercio è la persona fisica o giuridica che assume stabilmente, con contratto scritto, l’incarico di promuovere, in cambio di una retribuzione (provvigione), la conclusione di contratti in una zona determinata.

L’agente di commercio è quindi una figura ben delineata e regolamentata dal codice civile, dal codice di procedura civile, dal possesso di requisiti abilitanti l’attività, dall’iscrizione alla Camera di Commercio di riferimento, dalle leggi fiscali che prevedono l’obbligo di partita IVA, dall’obbligo di iscrizione all’INPS e all’ENASARCO, dall’applicazione al contratto degli Accordi Economi Collettivi di Settore, se espressamente richiamati nel contratto, ovvero applicabili al rapporto se l’agente e la casa mandante sono iscritte alle Associazioni sindacali stipulanti gli accordi collettivi.
Come si vede una vera e propria professione o autonoma attività commerciale, a seconda di come la si voglia definire.

Ciò che conta è, per chi si avvicini a questa attività, avere la consapevolezza di autonomia che l’agente ha nell’espletamento del suo lavoro, pur nel rispetto del contratto e della Legge. L’agente di commercio non è un lavoratore subordinato camuffato, ma un imprenditore o professionista, a seconda di come lo si voglia definire, che sin dalla stipula del contratto deve essere consapevole di ciò a cui si impegna, di ciò che deve richiedere senza timori o ritrosia, perché del contratto si deve dare prova scritta: per un Giudice che domani dovesse interessarsi del contratto ciò che conta è, nell’ordine, la Legge e poi il contratto.

La figura del Procacciatore di affari
Il procacciatore di affari è una figura che si qualifica, invece, per l’assenza di stabilità e di specifica professionalità. È quindi una parte che, senza alcun incarico specifico, sporadicamente, propone affari ad uno o più imprenditori senza essere legato ad alcuno da vincoli di sorta, se non il preventivo accordo, prima di ogni contratto, sull’ammontare del compenso dovuto.
Si ricorreva in passato al procacciamento d’affari per dissimulare un contratto di agenzia o addirittura un rapporto di lavoro subordinato.

Nel corso del tempo, piuttosto che lasciare ai margini della legalità ciò che stava diventando comune prassi, si incominciò a regolamentare anche tale attività che, da illecita, poteva almeno essere tollerata, datane la diffusione. È così nata una figura che ha solo obblighi burocratici e fiscali, ma nessuna garanzia di tipo civilistico, a parte il diritto di ricevere il compenso pattuito per gli affari conclusi.

I pro e contro di ciascuna professione
Concludendo: non c’è nessun pro a favore del procacciatore. I vantaggi sono tutti per chi con serietà e professionalità voglia intraprendere la “professione” (anche se giuridicamente, per il momento, non lo è ancora) dell’Agente e Rappresentante di Commercio.

Condividi su Facebook Condividi su LinkedIn Stampa pagina